Si comincia Sabato 23 marzo alle ore 16 presso il mitico scatolone con il concentramento scoiattoli paperine pulcini e libellule organizzato dalla responsabile provinciale Anna Fotia. Tanto gioco, divertimento e regali per tutti i numerosi bambini. Domenica 24 appuntamento al PalaScoppa di Soverato per il concentramento Esordienti Provinciale. Il responsabile Ciccio Gualtieri guiderà l’organizzazione dell’evento per il quale sono previsti tanti giovani atleti che iniziano un percorso che porterà fino al Jamboree internazionale di Catania con la Calabria presente. Nelle prossime settimane avremo anche i concentramenti provinciali di Cosenza e Reggio Calabria. Sempre Domenica, la mattina, alla palestra di Archi prima lezione sul campo del nuovo corso (sold out) per Istruttori Minibasket con gli iscritti che arriveranno da tutta la Calabria in numero rilevante. Ed in settimana avremo anche i bandi per il Corso Allenatori e Preparatori Fisici con già numerose pre- adesioni. Continua a 360 gradi l’attività di formazione della Fip Calabria con prossime assolute novità che verranno comunicate nei prossimi giorni.
calabria
E’ la provincia di Catanzaro con il 39%, in Calabria, la realtà territoriale dove i padri usufruiscono in maniera maggiore del congedo di paternità il cui utilizzo in Italia risulta più che triplicato nel periodo 2013-2022.
Il dato emerge dall’elaborazione di Save the Children dei nuovi dati Inps diffusi, in occasione della Festa del Papà.
Introdotto nel 2012, lo strumento prevedeva un solo giorno obbligatorio e due facoltativi, mentre oggi garantisce 10 giorni obbligatori e uno facoltativo ai neopapà ed è fruibile tra i due mesi precedenti e i 5 successivi al parto.
A seguire nelle percentuali di adesione al congedo di paternità, che nel Mezzogiorno propone tassi di adesione ancora piuttosto bassi, ci sono Reggio Calabria (35%), Cosenza (33%), Vibo Valentia (29%) e Crotone fanalino di coda (24%).
Tutte situazioni molto lontane dai valori superiori all’80% (i più elevati) delle province di Bergamo e Lecco (81% in entrambi i casi), Treviso (82%), Vicenza (83%) e Pordenone (85%).
Ad utilizzare maggiormente il congedo, come era prevedibile sono gli uomini nelle fasce d’età comprese fra i 30 e i 39 anni (65,4%) e fra i 40 e i 49 (65,6%). Inoltre, è più probabile che il padre usufruisca del congedo di paternità se lavora in aziende medio-grandi. Fra quelle con oltre 100 dipendenti, infatti, l’utilizzo è pari al 77%, mentre scende al 67,8% in quelle che hanno fra i 51 e i 100 dipendenti, al 60% fra quelle che hanno fra i 16 e i 50 dipendenti, fino ad arrivare al 45,2% nelle aziende con 15 dipendenti o meno. Eppure, è proprio in questa ultima tipologia di azienda che si è registrato l’aumento maggiore nell’utilizzo del congedo di paternità tra il 2021 e il 2022 (più 8,7%).
“Il coinvolgimento dei padri nella cura dei figli sta cambiando, anche se lentamente, anche in Italia – afferma Giorgia D’Errico, direttrice Affari pubblici e Relazioni istituzionali di Save the Children – a favore di una maggiore condivisione delle responsabilità. È necessario sostenere questo cambiamento, andare nella direzione di un congedo di paternità per tutti i lavoratori, non solo i dipendenti, garantendo che i datori di lavoro adempiano all’obbligo di riconoscere tale diritto, e fino ad arrivare all’equiparazione con il congedo obbligatorio di maternità”.
In Calabria Save the Children è presente con I Poli educativi che propongono, all’interno di scuole d’infanzia comunali e statali, percorsi di supporto alla genitorialità e consulenze con professionisti a sostegno del benessere del nucleo familiare. Un Polo Mille Giorni è presente a San Luca e un altro a Locri , con il supporto dell’Impresa Sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
Il porto di Vibo Marina escluso dal Fondo di sviluppo e coesione: la rabbia di Lo Schiavo
“Nessun investimento sul porto di Vibo Marina nell’ambito del Fondo di sviluppo e coesione. Lo si evince dalla Delibera di Giunta n. 83 del 4 marzo. Nello stesso atto si prevedono, invece, finanziamenti per altri porti della Calabria. Segnatamente 1 milione e 200mila euro per quello di Cetraro, 5 milioni e 920mila euro per quello di Diamante, 20 milioni per il porto di Paola, 6 milioni e 300mila euro per il porto di Catanzaro Lido. Zero euro per il porto di Vibo Marina”.
È quanto riferisce in un comunicato stampa il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, presidente del Gruppo misto – Liberamente progressisti, in relazione all’esclusione del porto di Vibo Valentia Marina dai finanziamenti dell’Accordo per lo sviluppo e la coesione della Regione Calabria, sottoscritto in data 16 febbraio 2024. “L’assegnazione complessiva del Fsc disposta a favore della Regione Calabria è pari a quasi tre miliardi di euro, per la precisione 2.863.063.355,70 euro; circa 33 milioni sono destinati alla portualità. Ricordo che lo scorso 23 gennaio, in occasione dell’audizione in Commissione Bilancio del dirigente generale del Dipartimento programmazione unitaria, Maurizio Nicolai, chiesi conto delle risorse destinate alla portualità e alla logistica, con particolare riferimento al porto di Vibo Marina. Ebbene, il dirigente (com’è riscontrabile dai resoconti della seduta) escluse interventi sui porti riferendo criticità riguardanti la tempistica di realizzazione di opere a mare, che a volte richiedono anche decenni. Tempi, asserì, incompatibili con gli strumenti di programmazione. Al contrario, negli allegati della delibera si trovano gli interventi già menzionati, sostenuti da una significativa dotazione finanziaria. Nulla, come detto, per il porto di Vibo Marina, ancora una volta penalizzato da scelte che guardano decisamente altrove. Giova ricordare che Il Comune di Vibo Valentia, nell’agosto 2020, ha presentato una scheda progetto dell’importo di 21 milioni e 174 mila euro nell’ambito dei Contratti istituzionali di sviluppo, avente ad oggetto la riqualificazione del Molo Generale Malta e della Banchina Cortese del porto di Vibo Marina. La fonte di finanziamento dei Cis è proprio il Fondo sviluppo e coesione, che oggi deliberatamente ignora il porto vibonese contemplandone invece altri, prevalentemente, ad esclusione di uno, della provincia di Cosenza. Il porto di Vibo Valentia Marina ha già perso definitivamente fondi per 17 milioni di euro destinati al prolungamento del molo foraneo. Di fronte a tale desolante quadro la Regione avrebbe il dovere di risarcire il territorio per tali sempre più frequenti “sviste”. E potrebbe farlo attraverso un emendamento al prossimo assestamento di bilancio. Emendamento che ho già predisposto da tempo – annota Lo Schiavo -. Sarebbe un atto di giustizia e serietà da parte della Giunta regionale che andrebbe a ristorare, almeno in parte, un’infrastruttura e un intero territorio che da tempo immemore attendono invano di essere rilanciati”.
Il mese di marzo segna l’inizio dei Test Invalsi 2024. A partire sono stati gli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori, in tutto circa 515mila studenti, che a giugno sosterranno l’esame di maturità. Dal 3 aprile toccherà ai 575mila alunni di terza media, mentre a maggio sarà la volta degli alunni di seconda e quinta elementare e di seconda superiore. I Test Invalsi, introdotti con una legge del 2007 per valutare il livello generale del sistema scolastico italiano, sono requisiti di ammissione alla maturità e agli esami di terza media, tuttavia va sottolineato che i risultati delle prove Invalsi non influenzeranno né la promozione né il voto finale degli studenti in corsa per il diploma.
Però forniranno indicazioni sul livello di istruzione raggiunto dalla classe, dall’istituto e a livello regionale e nazionale. Permettono, quindi, di avere una idea generale, statistico, della situazione di bambini e ragazzi, di fare una fotografia delle competenze scolastiche misurate non con un metodo nozionistico ma di ragionamento. Ma tornando alle prove va detto che gli istituti scolastici possono scegliere in autonomia le giornate per lo svolgimento dei Test Invalsi 2024 all’interno di un arco temporale che varia a seconda del grado della scuola ad esclusione delle classi campione, che partecipano alla rilevazione nazionale in giorni prestabiliti.
Le date di svolgimento delle prove e il campione calabrese
Gli studenti di quinta superiore svolgono le prove tra l’1 ed il 27 marzo. Le classi campione sono state impegnate già nei giorni scorsi. Gli Invalsi per gli alunni di seconda superiore sono invece previsti per il periodo che va dal 13 al 31 maggio, con le classi campione che svolgeranno i test nelle giornate del 13, 14 e 15 maggio. Le terze medie faranno le prove tra il 4 ed il 30 aprile, le classi campione il 4, 5, 8 e 9 aprile. Per quanto riguarda la scuola elementare, le giornate degli Invalsi sono fissate a livello nazionale. Il 7 maggio è prevista la prova di italiano, il 9 matematica. Solo per le classi quinte, il 13 maggio si tiene la prova di inglese. Le prove avverranno simultaneamente nello stesso giorno per ogni materia e alla stessa ora con la tradizionale modalità carta e matita.
Tutti gli studenti sostengono una prova di italiano e una di matematica. I maturandi, gli alunni dell’ultimo anno dell’elementari e della terza media svolgono anche una prova di inglese, suddivisa in due parti, reading (lettura) e listening (ascolto). Per i maturandi la prova Invalsi si compone di 3 diversi test a computer nelle seguenti materie:
italiano, il test dura 120 minuti ed è composto da diversi quesiti di comprensione del testo;
matematica, la prova vuole testare le conoscenze degli studenti nei seguenti ambiti: numeri, relazioni e funzioni, spazio e figure e dati e previsioni;
inglese per accertare le abilità di comprensione e uso della lingua in linea con il Quadro Comune di riferimento Europeo riconducibile al livello B2.
La modalità CBT (Computer Based Testing) è utilizzata anche per i Test Invalsi di seconda superiore e terza media.
In Calabria il campione complessivo sarà rappresentato presumibilmente da circa 4000 studenti della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado.
Come sono andate le prove Invalsi nelle scuole calabresi
Le prove Invalsi continuano di anno in anno a restituire il volto di un Paese diviso in due con differenze territoriali in italiano e matematica sempre marcate. Anche gli esiti delle ultime prove 2023 hanno evidenziato che l’istruzione al Sud resta un’emergenza, con una situazione incredibile, diremmo quasi drammatica in particolare per la Calabria. Si allargano i divari territoriali, con il Nord e il Sud Italia che viaggiano a due velocità già a partire dalla scuola media, soprattutto in Calabria, Sicilia e Campania. Per la scuola primaria, i risultati sono rimasti sostanzialmente invariati rispetto agli anni precedenti, ma con segnali di preoccupazione. Per le competenze in italiano dove gli studenti di V elementare calabresi si piazzano ben ultimi con una media di 190 contro rispetto alla media nazionale pari a 200. In matematica arriva al livello base solo il 66% degli allievi, con la Calabria, sotto la media nazionale. In terza media la Calabria resta ancora ultima nella classifica, ma con un punteggio medio di 186 contro una media nazionale di 199, il gap da 10 punti aumenta a 13. Nelle seconde classi delle superiori, la Calabria dall’ultimo posto passa al penultimo posto(con un punteggio medio di 189 contro una media nazionale di 204),ma torna ad essere ultima in V superiore con un punteggio medio di 182 a fronte della media nazionale di 200 e, quindi, un gap di ben 18 punti. Le cose non vanno meglio per i risultati ai test di matematica. Anche qui la nostra regione fa peggio, la differenza di circa 8 punti rispetto alla media nazionale in seconda elementare si allarga a 19 punti in terza media e a 21 punti in quinta superiore. La distanza con la regione Friuli Venezia Giulia che ha il miglior risultato è di ben 40 punti. La situazione non migliora se si guarda alle competenze nella lingua inglese. I risultati di queste prove riproducono le stesse differenze con le regioni del centro-nord già riscontrate in Italiano e Matematica; differenze che iniziano a comparire in quinta elementare e si amplificano nel corso del processo formativo.
Forte la disuguaglianza educativa in Calabria
Insomma i divari territoriali non migliorano e rimangono forti evidenze di disuguaglianza educativa al Sud e in particolare in Calabria: le scuole riescono a fatica ad attenuare l’effetto delle differenze socio-culturali del contesto familiare e le disparità esistenti tra scuole e anche tra classi. La principale criticità della scuola in Italia riguarda ovviamente la qualità degli apprendimenti degli studenti, inferiore a quella degli altri paesi avanzati. La dispersione scolastica(in Calabria al 13%) è solo la punta dell’iceberg: oltre alla scomparsa di troppi ragazzi dai radar della scuola e della formazione professionale, ne abbiamo infatti un terzo che, pur conseguendo il diploma, non sa abbastanza per un lavoro e una vita sociale soddisfacenti.
Una possibile ricetta per migliorare gli apprendimenti nel nostro Paese? Un nuovo modello di reclutamento e di carriera degli insegnanti, una didattica rinnovata nel contesto di una scuola estesa al pomeriggio, interventi sostanziali sull’edilizia scolastica.
Riemerge, però, in tutta la sua drammatica evidenza l’urgenza di rimettere al centro dell’attenzione politica e dei nostri governanti l’istruzione e la formazione come emergenza sociale per il sud e la Calabria in particolare. E mentre le regioni più avanzate, a questo punto, vogliono andare per la loro strada con la autonomia differenziata si palesa in maniera drammatica una questione meridionale all’interno del sistema scolastico nazionale. Speriamo che i prossimi esiti Invalsi 2024 smentiscano la tendenza di una Italia che procede a due velocità.
Calabria protagonista assoluta delle ultime estrazioni del gioco del Lotto.
Calabria protagonista assoluta delle ultime estrazioni del gioco del Lotto.
Sono quattro e di varia entità, infatti, le vincite realizzate nella regione e, in particolare, nel reggino.
La più alta delle vincite è stata realizzata a Reggio grazie ad una quaterna da 107 mila euro giocata sulla ruota di Palermo.
Si tratta della nona più alta realizzata nel 2024.
Sempre nel territorio della città metropolitana, è stato centrato un terno, ancora una volta sulla ruota di Palermo, da 45 mila euro. E, anche a Gioia Tauro, sono stati vinti 21.180 euro. La serie fortunata in salsa calabrese si è chiusa a Bisignano, in provincia di Cosenza, dove è stato azzeccato un terno da 14 mila euro.
Ad ottenere il premio “Comune Plastic Free”, il riconoscimento a forma di tartaruga ideato e promosso da Plastic Free Onlus, l’organizzazione di volontariato impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica, in questa terza edizione sono ben 111 Amministrazioni. I Comuni hanno superato una valutazione basata su 23 punti suddivisi su 5 pilastri: lotta contro gli abbandoni illeciti, sensibilizzazione del territorio, gestione dei rifiuti urbani, attività virtuose dell’ente e collaborazione con la onlus. Sette i Comuni che hanno ricevuto il massimo riconoscimento di “tre tartarughe”: Ferrara, Borgo Virgilio (Mantova), Legnago (Verona), Mogliano Veneto (Treviso), Bacoli (Napoli), Termoli (Campobasso) e il calabrese Tortora (Cosenza).
“In un biennio, siamo passati da 49 a 111 Comuni Plastic Free, segno che l’impegno delle Amministrazioni locali, sostenuto dai nostri volontari e referenti, si diffonde sempre più – ha dichiarato Luca De Gaetano, fondatore e presidente di Plastic Free Onlus – Per il prossimo anno, renderemo la partecipazione dei Comuni più agevole, digitalizzando le procedure. Ma la grande sfida che ci attende è quella dell’internazionalizzazione: varcheremo i confini nazionali con l’obiettivo, nei prossimi anni, di sensibilizzare sino ad un miliardo di persone, a partire dall’Europa”.
Nove i Comuni Plastic Free della Calabria: oltre Tortora, Diamante 2 tartarughe, Scalea (Cosenza); Tropea, Parghelia 2 tartarughe (Vibo Valentia); Montepaone 2 tartarughe, Girifalco, Staletti (Catanzaro); San Ferdinando (Reggio Calabria). All’evento, tenuto sotto l’alto patrocinio del Parlamento europeo, del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati e del Comune di Milano, hanno partecipato diverse autorità: dal sindaco del capoluogo lombardo, Giuseppe Sala, che ha ricevuto il riconoscimento per la prima volta, alla vicepresidente del Senato, Licia Ronzulli. Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha affidato i suoi saluti ad un videomessaggio: “Il Governo è impegnato nel contrastare l’inquinamento da plastica con norme, leggi e finanziamenti anche alla ricerca, ma serve uno sforzo collettivo e tutti siamo chiamati a consumare meno, riducendo gli sprechi e recuperando materiali”.
Il Comune di Diamante è stato premiato per il terzo anno consecutivo come Comune Plastic Free. E’ stato il Consigliere con delega all’Ambiente, Antonio Cauteruccio a ricevere il premio dall’associazione Plastic Free Onlus durante la cerimonia di questa mattina al Teatro Carcano a Milano. Diamante è quindi tra i 111 Comuni italiani che si sono distinti per buone pratiche contro l’uso della plastica usa e getta e misure a favore della sostenibilità ambientale e conferma le Due tartarughe che segnalano un alto grado di virtuosità.
“Non posso nascondere l’emozione e l’orgoglio – dichiara il Consigliere Cauteruccio – di rappresentare Diamante e ricevere un premio che ci vede assieme ad altri otto comuni virtuosi calabresi e grandi città come Milano. Con altrettanto orgoglio voglio dire che è una vittoria di tutta la comunità che gratifica il lavoro lungo e tenace percorso virtuoso che l’Amministrazione Comunale ha portato avanti sull’ambiente, la gestione dei rifiuti e il contrasto agli abbandoni indiscriminati, ricordando che da aprile partirà il servizio delle Guardie Ambientali. Grande risalto abbiamo dato ai percorsi di educazione ambientale nelle scuole e con i giovanissimi, come il progetto Plastic Free per installazione di depuratori d’acqua all’Istituto Scolastico Comprensivo e il progetto riciCLARTE che presto prenderà il via presso il Museo DAC. Rinnovo la mia gratitudine a Plastic Free Onlus, con cui abbiamo instaurato una stretta collaborazione. Ringrazio l’Ufficio Tecnico settore Ambiente, appaltatori, operatori del settore rifiuti, manutenzione del verde pubblico, depurazione, rete idrica e servizi esterni del Comune. Non da ultimo, ringrazio TeleDiamante e Alfredo Pagano che ha voluto essere presente anche a Milano per documentare questo importante momento per la nostra Città.”
Il ruolo delle donne nella società e nella politica è sempre più riconosciuto e valorizzato, ma restano ancora sfide da affrontare per garantire una piena parità di genere in tutti i settori della vita sociale, economica e politica. A partire dai valori costituzionali che rischiano di essere messi in discussione dell’Autonomia differenziata e proprio in questo contesto la lezione delle “madri costituenti” resta un importante punto di riferimento e un fondamento su cui continuare a costruire un futuro più giusto e inclusivo. È quanto emerso nel corso dell’incontro organizzato dalla Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo e dal Comitato provinciale di Anpi Catanzaro in occasione della Giornata internazionale della Donna, nella sala giunta della sede della Provincia di Catanzaro. Il tema del confronto è stato infatti “Le madri costituenti e la situazione femminile nel nostro tempo” e si è costruito sugli interventi di Celeste Logiacco della segreteria regionale della Cgil, Agnese Palma dell’esecutivo nazionale Donne Fisac Cgil, Ivana Bevacqua di Anpi Catanzaro, oltre che del segretario generale della Cgil Area vasta Enzo Scalese e del presidente di Anpi Catanzaro, Mario Vallone.
Il confronto, moderato da Antonella Bertuzzi della segreteria Cgil Area Vasta, è stato arricchito dalla testimonianza di molte delegate e lavoratrici. Al centro del confronto la ricostruzione storica e politica del ruolo delle donne nella stesura della Costituzione italiana che è stato cruciale e rappresenta un momento significativo nella storia del movimento femminile e dei diritti delle donne nel nostro Paese. Sebbene le donne fossero ancora escluse dall’esercizio diretto del voto, esse hanno svolto un ruolo attivo nei dibattiti e nelle discussioni che hanno portato alla redazione della Costituzione italiana nel secondo dopoguerra.
Le relatrici hanno voluto sottolineare come nel 1946, durante i lavori dell’Assemblea Costituente, diverse donne hanno partecipato come elette elettrici, ovvero donne che, pur non avendo diritto al voto, sono state nominate per rappresentare gli interessi femminili. Tra queste, spicca la figura di Tina Merlin, che ha svolto un ruolo determinante nella promozione dei diritti delle donne e nell’inclusione di principi di parità di genere nella Costituzione. Le lotte delle donne per l’uguaglianza di genere e la piena cittadinanza hanno influenzato profondamente il testo costituzionale. Sebbene la Costituzione del 1948 non contenesse disposizioni specifiche sulla parità di genere, essa ha gettato le basi per una società più equa e inclusiva, riconoscendo il principio fondamentale della dignità e dell’uguaglianza di tutti i cittadini, indipendentemente dal genere. Negli anni successivi, il movimento femminile ha continuato a lottare per i propri diritti, portando a importanti conquiste legislative e sociali, come il riconoscimento del diritto di voto alle donne nel 1946, l’approvazione della legge sul divorzio nel 1970 e l’introduzione della legge sull’aborto nel 1978.
“Assieme ad Anpi, la Cgil continua a portare avanti i valori della Costituzione, lavorando per la difesa dei diritti e delle conquiste sociali. Parlando di autonomia differenziata, un tema che ci sta particolarmente a cuore, vorrei sottolineare l’importanza di affrontare anche le questioni legate al mondo del lavoro – ha affermato Enzo Scalese in conclusione dei lavori -. Siamo preoccupati per le possibili conseguenze, in termini di disparità salariali e tutela dei lavoratori, e ci impegniamo affinché i principi di giustizia e uguaglianza siano sempre difesi e garantiti per tutti”
È stato siglato nella ricorrenza dell’8 marzo – tra la Presidenza del Consiglio regionale, l’Aterp (Azienda per l’Edilizia Residenziale Pubblica della Regione) e l’Osservatorio sulla violenza di genere – il “Protocollo d’intesa interistituzionale per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno della violenza di genere e la protezione ed emancipazione delle donne attraverso l’autonomia abitativa”. All’iniziativa, oltre al presidente Filippo Mancuso, la commissaria straordinaria dell’Aterp Maria Carmela Iannini, il vicecoordinatore dell’Osservatorio Pasquale Ciurleo e la componente avv. Lucia Lipari che ha contribuito alla stesura del documento. Ha partecipato anche il presidente della Commissione regionale contro la ‘ndrangheta Pietro Molinaro.
“Il Protocollo mira ad offrire – ha spiegato Mancuso – soluzioni alloggiative alle donne vittime di violenza e ai loro figli, prevedendo, nei casi in cui se ne ravvisi l’urgenza, la loro collocazione e il recupero di una quotidianità lontana dagli abusi. Si vogliono sviluppare azioni condivise, per il sostegno delle donne vittime di violenza e dei loro figli, attraverso la concessione di unità abitative di residenza pubblica. Nello specifico: Aterp – Calabria si adopera per destinare un’aliquota di alloggi, in via provvisoria, alle donne vittime di violenza, favorendo la loro libertà e autonomia. I Comuni assumono i necessari provvedimenti di cui all’art. 31 della legge regionale n. 32/1996 e il Consiglio regionale individua le risorse. Due anni fa – ha sottolineato il presidente Mancuso – abbiamo approvato in Consiglio la legge recante ‘Misure per il superamento della discriminazione di genere e incentivi per l’occupazione femminile’. Questo 8 marzo sigliamo con l’Aterp un Protocollo che è uno strumento di aiuto reale alle donne vittime della prepotenza maschile. Su questi argomenti bisogna intervenire con atti e provvedimenti concreti”.
Ad avviso della commissaria Iannini: “Il Protocollo sarà attentamente monitorato da una ‘cabina di regia’ affinché produca gli effetti desiderati, perché la sfida che con il presidente Mancuso abbiamo lanciato, intendiamo vincerla. Rappresenta un impegno concreto delle Istituzioni, per mettere in sicurezza le donne a rischio, assegnando loro residenze pubbliche distanti dal pericolo incombente di uomini violenti. Si aggiunge agli interventi sulla dimensione culturale e sociale dei femminicidi e andrà a potenziare la rete sociale di sostegno per le donne e i loro figli minori, con l’intento di fermare i ‘numeri della vergogna’, in possesso del Ministero dell’Interno, sulla violenza di genere che riflettono il retaggio arcaico che vuole la donna succube del maschio. Le disposizioni del Protocollo si applicano alle donne che si trovino in situazioni emergenziali che richiedano l’immediata individuazione di un alloggio. Il sostegno è previsto anche per le donne che, terminato il periodo di accoglienza nelle ‘Case Rifugio’, si trovino ancora in situazioni socialmente ed economicamente non autonome”.
Per il vice coordinatore dell’Osservatorio Ciurleo: “attiviamo uno strumento che mentre darà le prime risposte alle donne in difficoltà, dovrà ampliare la sensibilizzazione contro la violenza di genere. Rompere i preconcetti che poi si declinano nelle forme di violenza sulle donne, si può, se si promuove anche educazione di genere nelle scuole, nelle università, sui social media, in ambito familiare e sociale e investendo sulla formazione a partire dalle giovani generazioni”.
Per l’avv. Lipari: “Con la firma del Protocollo si fa un passo in avanti, per aiutare le donne su cui si esercita violentemente la sottocultura patriarcale. E’ l’avvio di una soluzione, resa possibile da un buon lavoro di squadra, ad una specifica difficoltà in cui spesso le donne si trovano. Per la prima volta, infatti, sarà possibile individuare alloggi pubblici dignitosi, per mettere al riparo le donne e i minori che subiscono aggressioni nell’ambito familiare. Concordiamo con il presidente Mancuso che, su questa allarmante problematica, anzitutto le Istituzioni pubbliche debbano fare la propria parte, dimostrando, come in questo caso, una solidarietà non di facciata, ma vera, operativa e soprattutto incisiva”.
Il presidente Molinaro, a sua volta ha sottolineato: “Come Commissione siamo orgogliosi di far parte della cabina di regia prevista da questo Protocollo che consideriamo un atto di efficace concretezza. Sottolineo che nel Piano speciale legalità antiracket e antiusura (adottato dalla Regione ai sensi della legge 9/2018) si prevede che delle unità abitative gestite dall’Aterp vengano destinate alle vittime di reati incluse le vittime di violenza di genere”.
In Calabria il numero massimo di 1.500 assistiti per medico di medicina generale viene superato dal 27,3% del totale degli appartenenti alla categoria della regione, molto al di sotto della media nazionale che è pari al 47,7%.
Lo rileva uno studio della della Fondazione Gimbe in base ai dati forniti dal ministero della Salute e riferiti all’anno 2022.
“ll numero medio di assistiti per medico di famiglia al primo gennaio 2023 nell’intera regione – riferisce il report – è pari a 1.202 a fronte di una media nazionale di 1.353″.
Secondo la stima di Gimbe, che prevede un rapporto di un medico ogni 1.250 assistiti (valore medio tra il massimale di 1.500 e l’attuale rapporto ottimale di 1.000), al primo di gennaio 2023 in regione non si rilevavano carenze di tali figure sanitarie.
Tra il 2019 e il 2022 i medici di medicina generale nella regione si sono comunque ridotti del 14% rispetto alla media nazionale che delinea un calo dell’11%. In relazione al quadro anagrafico: nel 2022 l’89,4% dei medici di famiglia aveva oltre 27 anni di laurea, prima tra le regioni rispetto alla media nazionale che è del 75,3%. Tra il 2023 e il 2023 sono 504 i sanitari calabresi che hanno compiuto o compiranno 70 anni di età raggiungendo così l’età massima per la pensione (deroghe escluse). Considerando l’età di pensionamento ordinaria di 70 anni e il numero borse di studio per gli anni 2020/2023, nel 2026 il numero dei medici di medicina generale diminuirà di 135 unità rispetto al 2022.