“Oggi noi cogliamo l’opportunità che ci viene data e accettiamo le sfide che vengono dall’Unione Europea” ha affermato ancora il sindaco Falcomatà, che ha aggiunto: “Da un lato con la volontà di anticipare quelli che possono essere i prossimi programmi dell’Unione Europea rispetto alle tematiche da trattare e dall’altro lato anche con la consapevolezza che quei programmi devono andare ben oltre la contingenza nella quale vengono immaginati e prodotti. Proprio perché vanno a svilupparsi e a concretizzarsi in un momento evidentemente successivo rispetto alla programmazione. E da qui la capacità di leggere quelle che sono le necessità delle città per i prossimi anni”.
“Io credo che noi oggi lo possiamo fare con una maturità in più rispetto al passato, perché ieri la sfida del Pon Metro ci ha consentito di capire che tra Città Metropolitane è necessario fare squadra, è necessario scambiarsi le buone pratiche, ragionando in termini di opportunità comune. La sfida di domani invece sarà quella di portare questa opportunità, questa capacità di dialogo, di integrazione, di ragionamento comune tra le città metropolitane europee”.
“Questa è la sfida che noi dobbiamo lanciare oggi. L’Italia, le Città Metropolitane italiane che dialogano in maniera sinergica scambiandosi programmi, scambiandosi buone pratiche, scambiandosi una visione di sviluppo futuro delle aree metropolitane che possa davvero essere uno dei modi attraverso il quale noi costruiamo un sentimento di identità europea. Perché oggi abbiamo anche la responsabilità di costruire davvero una comunità europea. E possiamo farlo con l’esperienza di sindaci – ha concluso Falcomatà – che hanno interpretato l’idea del campanile non come qualcosa all’interno della quale arroccarsi, ma come un elemento sul quale ergersi per avere una visione e una prospettiva più ampia”.