Una sala gremita, un pubblico attento e partecipe fino all’ultimo minuto, e un dibattito acceso e fuori dagli schemi: così si è svolta, il 21 giugno presso la Biblioteca Comunale “Tito Renda” di Taurianova, la presentazione del libro “Sono morto ma non lo sapevo” di Vincenzo Furfaro. L’incontro, impreziosito dalla presenza del giornalista Agostino Pantano, che ha condotto il dialogo con straordinaria intelligenza e sensibilità, ha rappresentato molto più di una semplice presentazione editoriale: è stato un vero e proprio scossone culturale e politico.
Il confronto ha infatti messo in discussione molte certezze consolidate intorno alla figura di Giorgio Gaber, restituendone un’immagine più complessa, scomoda e profondamente politica. Furfaro, con uno stile diretto, tagliente e privo di retorica, ha riportato l’attenzione su una delle canzoni più controverse del repertorio gaberiano, “Io se fossi Dio” (1981), brano immediatamente censurato, in cui Gaber smonta i miti e le mode ideologiche dell’epoca, ponendo dubbi radicali sul pensiero dominante della sinistra extraparlamentare.
Attraverso l’analisi delle parole – come quelle sul “non andare in India o in Turchia” o la critica all’avallo dell’azione brigatista – Furfaro ha dipinto un Gaber opposto alla sinistra radicale degli anni ’70 e ’80, rifiutando l’idea di un artista organico al pensiero progressista. Una posizione coraggiosa, che l’autore ha voluto indagare pur dichiarando la distanza politica tra sé (di destra) e lo stesso Gaber (comunista), sottolineandone però l’onestà intellettuale e il coraggio civile.
L’evento ha visto la presenza di importanti figure istituzionali e culturali locali: l’ex Onorevole Angela Napoli, da sempre simbolo di impegno per la legalità, Maria Fedele, Assessore alla Cultura di Taurianova, Annamaria Fazzari, Presidente della Consulta delle Associazioni, Nello Stranges, Vicepresidente della Pro Loco, e Giuseppe Zampogna, Sindaco di Scido e Consigliere Metropolitano.
Per molti dei presenti, la figura di Gaber emersa dalle parole di Furfaro è stata una vera rivelazione: un artista critico, lucido, quasi profetico, il cui pensiero continua a provocare anche oggi. Furfaro non si è fermato al passato, ma ha esteso la sua analisi alla sinistra contemporanea, tracciando un parallelismo tra le derive ideologiche di allora e le ambiguità odierne, arrivando a una feroce e documentata critica dell’attuale panorama politico.
La serata si è conclusa con un lungo applauso e numerosi interventi dal pubblico, che hanno confermato il valore culturale e civile di un’opera capace di far riflettere, dividere, ma soprattutto interrogare.