“A seguito del mio intervento durante la seduta straordinaria di ieri in “Commissione controllo e garanzia”, avente ad oggetto l’audizione dell’assessore Nucera sul tema cruciale del dimensionamento scolastico, ritengo doveroso sottolineare la mia posizione, mai mutata sin dagli esordi di questa triste vicenda”. Queste le parole del consigliere comunale di Forza Italia Roberto Vizzari, che in una nota ribadisce la sua posizione critica nei confronti dell’assessorato e della giunta comunale: “Premesso che, come sottolineato in una nota stampa in accordo con la coalizione di centrodestra nei giorni scorsi, la condotta assunta dall’assessore Nucera è inqualificabile, ancor più per la delicatezza del ruolo che riveste il settore di sua competenza e che, come dimostrato dai fatti, la delibera da lei presentata, fuori tempo massimo, è la prova della superficialità con cui la Giunta comunale ha trattato questo tema” dichiara Vizzari. “Sempre in questa seduta la mia posizione è stata di netta critica, non solo per le tempistiche, considerando che l’Assessore Nucera ha iniziato a lavorare tardi al piano, ma anche per la mancanza di programmazione e studio di una delibera fondamentale per l’assetto scolastico territoriale” conclude il consigliere.
scuola
Archi, disastro ambientale e incolumità pubblica nell’ex Scuola Archi Centro
Comunichiamo alla cittadinanza tutta che abbiamo formalizzato denuncia al Comune di Reggio Calabria per la grave situazione di pericolo ambientale e di rischio per l’incolumità pubblica dei residenti derivanti dal degrado dell’ex scuola Archi Centro sita in Via Corvo, nella Decima Circoscrizione di Archi.
L’ex scuola è in abbandono da oltre 10 anni, chiusa per sempre per volontà della giunta comunale di allora (nonché quella attuale), e da qualche anno si sta manifestando il pericolo di salute pubblica per i residenti che sono esasperati.
Anche il Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria, giù nel 2021, intimava il Comune di intervenire per la bonifica.
Nel giugno del 2022, il Settore Ammodernamento Reti Idriche e Manutenzione ERP-Edilizia Scolastica del Comune di Reggio Calabria rispondeva così: “l’edificio scolastico abbandonato è stato oggetto d’intervento di potatura, che la pulizia del cortile non è possibile effettuarla in quanto la struttura non è staticamente idonea, pertanto è pericoloso accedervi con il personale, al fine di tutelare l’incolumità dei lavoratori medesimi”
A questa risposta abbiamo replicato:
alla risposta summenzionata non è stata allegata la documentazione che attesti la “non idoneità” della struttura scolastica, che, in ogni caso non giustificherebbe il non intervento per mettere in sicurezza tutta la cittadinanza ivi residente e che lo stato del luogo sopra descritto costituisce inevitabilmente un attuale e grave inconveniente igienico-sanitario e, per esso, rischio per pubblica salute, incolumità e ambiente Questa denuncia è stata accompagnata da una documentazione fotografica che attesta il reale stato di pericolo, degrado e abbandono, per cui si chiede intervento di bonifica o, in subordine, l’autorizzazione a intervenire con i nostri mezzi e i nostri uomini. Ma questa situazione disastrosa discende da un dato incontrovertibile sul quale bisogna soffermarsi, partiamo dal non molto lontano 2014, allora quarantacinque pagine in carta riciclata annunciavano un programma elettorale, quello dell’allora candidato a sindaco per il centrosinistra, che tracciava il futuro della città secondo una visione innanzitutto condivisa e sottoscritta dagli alleati e con l’intento di operare una “rivoluzione”, quella della “normalità”.
Era questa, infatti, la premessa del programma presentato dal sindaco poi eletto nel 2014, e riconfermato per il “secondo tempo” del 2020: una normalità in una città in cui “i diritti siano riconosciuti come tali e non considerati favori, dove conti il merito e dove si tutelino i più deboli”. Una sfida che si sarebbe dovuta sviluppare in 10 anni di governo cittadino affinché un giorno, secondo quanto scritto nella copertina del programma, “guardandoci indietro, lo faremo con il sorriso di chi ha creduto in una città migliore”. A dire il vero il sorriso è stato tolto a chi sperava in un futuro migliore per questa città, futuro che doveva essere fatto di attenzioni e di sviluppo per le periferie come Archi.
Il tema delle risorse, quelle per “gli interventi necessari per il risanamento e la modernizzazione della città” per il sindaco e la giunta, sarebbero dovuti arrivare dai fondi europei, dallo sblocco delle opere del Decreto Reggio, dai fondi per il dissesto idrogeologico, dal varo di una legge speciale per Reggio, dai fondi previsti dal governo per l’edilizia scolastica. Oggi, oltre l’ex scuola di Archi Centro, abbiamo diversi esempi di edifici scolastici abbandonati e in stato di decomposizione strutturale, che creano disagio, degrado e insicurezza. Priorità, in caso di vittoria del centrosinistra, sarebbe dovuto essere il recupero delle periferie degradate con un piano di interventi di recupero sociale, urbanistico, culturale, utilizzando i fondi europei e nazionali.
Ad eccezione dell’asilo nido, oggi ad Archi nulla di tutto ciò che è stato promesso è stato fatto. Anzi, un’altra cosa soltanto, una elargizione figlia del favoritismo: far costruire una struttura da assegnare direttamente (senza bando) a un ente diverso rispetto alle tante associazioni sociali e culturali che ad Archi sono prive di uno spazio dove ritrovarsi e dove poter organizzare le proprie attività, e tra queste anche il nostro Comitato di quartiere Il Popolo di Archi. Allora preferiamo non voltarci indietro per osservare questi dieci anni di disastri, ma guardare avanti e proporci quali fautori di una città, con le sue periferie, rasa al suolo, e che ha bisogno di un progetto di ricostruzione, di crescita, di lavoro e di sviluppo. Archi, in tutto questo, vuole – e deve – essere parte attiva di un progetto lungimirante, soprattutto per riscattare l’ultimo decennio di abbandono, degrado, disservizi e ingiustizie.
Calabria: il consigliere Alecci presenta una legge per il servizio piscologico scolastico
Sono numerosi gli studi e le ricerche che negli ultimi mesi hanno evidenziato un aumento dei casi di disagio psichico tra i giovani italiani. In alcuni casi si tratta di disagi come ansia e tristezza, ma come attestato dalla Federazione Italiana Medici Pediatri, esistono anche molte condizioni più gravi che nell’ultimo periodo hanno raggiunto livelli molto preoccupanti. La recente contingenza pandemica e l’uso precoce e non adeguato dei social network ha, infatti, favorito il diffondersi di vecchie e nuove patologie (depressione, aumento delle condotte autolesioniste, disturbi alimentari, alcolismo, crisi di panico), con un aumento delle richieste di consulenze neuropsichiatriche, anche in urgenza, cresciute di 40 volte a partire dal 2021. Altri dati, inoltre, evidenziano un incremento di tentati sucidi negli ultimi due anni del 75%. Oltre 100 mila ragazzi, poi, vivono in uno stato di solitudine e isolamento, senza alcuna interazione sociale con il resto del mondo (come ad esempio gli hikikomori).
Una situazione allarmante che porta alla necessità di affrontare con strumenti nuovi questi scenari di difficile interpretazione. Non è certamente possibile voltarsi dall’altra parte. Al riguardo ho presentato una proposta di legge in Consiglio Regionale per l’Istituzione del Servizio di Psicologia Scolastica. Attualmente in Italia, a differenza di numerosi Stati europei, il supporto psicologico è collegato al sistema scolastico, ma non inserito in esso. Alcune regioni hanno recentemente legiferato in materia, ma spesso l’attivazione di questo servizio è lasciata per lo più alla sensibilità e disponibilità dei dirigenti scolastici che possono finanziarlo attraverso progetti e iniziative con i vari fondi disponibili.
La mia iniziativa legislativa prevede, invece, l’istituzionalizzazione in tutte le scuole calabresi della figura dello psicologo, con un adeguamento del servizio scolastico calabrese agli standard europei. Il servizio psicologico, seguendo i dettami del codice etico della professione, potrà essere messo a disposizione dell’intera comunità scolastica, compresi i genitori e i docenti. E’ tuttavia chiaro che i beneficiari principali sono gli studenti, che verrebbero adeguatamente supportati in diverse situazioni a rischio: diagnosi precoce dell’insorgenza di patologie psichiatriche/psicologiche e di disturbi del comportamento, diagnosi precoce di casi di abuso, diagnosi e contrasto di tendenze alle dipendenze patologiche, individuazione delle cause della scarsa partecipazione e della dispersione scolastica, contrasto del bullismo e del cyber bullismo. Per un bambino o un adolescente, sapere di poter contare su una figura adeguatamente formata e consapevole delle dinamiche di un determinato ambiente scolastico potrebbe essere fondamentale nella scelta di aprirsi e superare alcune difficoltà. La proposta di legge non ha certo la pretesa di essere esaustiva, però può rappresentare un testo fondamentale per indirizzare una discussione tra tutti gli attori e i destinatari del nuovo servizio. Un primo passo importante di fronte all’insorgere di un’esigenza nuova e attualissima, che merita l’attenzione dell’intera classe politica.
“Sinceramente, non me la sento di unirmi ai cori di quanti innalzano inni alla gioia in occasione della riapertura delle lezioni scolastiche, perché la realtà è molto diversa da quanto ci viene propinato dagli slogan ad effetto”: è quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria.
“Le prove Invalsi 2023 – continua Marziale – ci consegnano una situazione assai preoccupante, in termini di scarsa efficacia della preparazione educativa, formativa e culturale degli alunni. Il peggioramento della preparazione scolastica rispetto al 2019, anno precedente all’avvio della pandemia, è esponenziale. Secondo quanto emerso, il 45% degli studenti non raggiunge il livello base. Tra le cause vi è la formazione delle cosiddette “classi pollaio”, con più alunni di quanti dovrebbero essercene. Ma non è da sottovalutare l’infornata emergenziale di docenti selezionati con i quiz a crocetta, che certamente non è il metodo migliore per discernere quel merito, che pure accompagna finanche la denominazione del ministero”.
“E il futuro non lascia spazi ad immaginazione, destinato com’è a generare ulteriori danneggiamenti ad un barcone già annaspante – evidenzia il Garante – perché nel nome del contenimento della spesa, voluto dall’Unione Europea, prenderà corpo un drastico ridimensionamento, che farà della scuola un agglomerato aziendale ingestibile”.
“La scuola, presidio di istruzione e legalità anche neri paeselli più sperduti, avrebbe potuto affrancare la Calabria dalle tentazioni esercitate dalla mafia sulle masse minorili. Il radicamento della scuola anche nelle zone impervie avrebbe potuto contenere lo spopolamento demografico. Eppure – continua il sociologo – anche la Calabria, come le altre regioni, deve fare i conti con il ridimensionamento, che farà della scuola un elefantiaco agglomerato a macchia di leopardo, per accontentare l’UE che ci chiede il contenimento della spesa”.
La riflessione del Garante si sposta, infine, sulla sua regione: “Ho vivamente raccomandato all’ANCI – l’associazione dei sindaci – di fornire sin dal primo giorno i servizi dovuti agli studenti e, però, alla vigilia dell’inizio dell’anno scolastico mi ritrovo sommerso da segnalazioni-denuncia per il mancato avvio – per esempio – dei trasporti, tema cruciale in un territorio strutturalmente deficitario. Così come registro disservizi sul piano dell’assistenza ai piccolini disabili. Gli strumenti per la risoluzione dei problemi ci sono, ci sia anche la buona volontà”.
Si sono conclusi i lavori per la ristrutturazione e la messa in sicurezza della scuola media “Francesco Jerace” di Lazzaro. Finanziato dal Ministero dell’Interno con un contributo pari a 1,5 milioni di euro e oggetto di un appalto integrato di progettazione ed esecuzione lavori, l’intervento realizzato restituisce alla collettività un immobile comunale totalmente rinnovato e pronto a soddisfare le esigenze degli studenti, delle loro famiglie, del corpo docente e del personale amministrativo. Lunedì 11 settembre, alle ore 18, il sindaco Giovanni Verduci e il vicepresidente della Regione Calabria Giusi Princi, presenti gli amministratori comunali, i tecnici, la ditta incaricata dei lavori e la dirigente scolastica Margherita Sergi, inaugureranno i nuovi locali scolastici siti a Lazzaro in via Gianni Versace. Dopo la benedizione impartita dal parroco don Domenico Rodà, gli studenti e le loro famiglie potranno visitare le aule in vista dell’imminente inizio dell’anno scolastico.
Calabria: Antonio Lo Schiavo commenta il Piano di dimensionamento
“Il Piano di dimensionamento scolastico previsto dall’ultima Legge di bilancio, che secondo l’analisi de Il Sole 24 ore colpisce per il 70 per cento le regioni meridionali, rischia di avere conseguenze devastanti in Calabria. Come già ho chiarito in Consiglio regionale, nel corso della discussione sulle Linee guida predisposte dall’assessorato all’Istruzione, mi sarei aspettato che la Giunta regionale impugnasse la stessa Legge di bilancio su tale materia, come pure altre Regioni hanno fatto. Questo perché si tratta, a mio avviso, di null’altro che di tagli lineari alla Scuola pubblica, che rischiano di trasformarsi in un colpo di grazia nelle regioni dove il sistema è più debole che altrove”. Lo afferma, in un comunicato stampa, il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, presidente del Gruppo misto – Liberamente progressisti, commentando il Piano di dimensionamento scolastico licenziato dalla Giunta regionale della Calabria.
“Il problema – prosegue Lo Schiavo – non riguarda solo la soppressione delle dirigenze bensì investe direttamente la vita degli studenti e delle loro famiglie, determinando inoltre un impoverimento per tante piccole realtà in cui la presenza di una scuola oggi rappresenta un vero e proprio fulcro sul piano sociale, culturale ed economico. Dato che si tocca con mano, ad esempio, in tanti piccoli centri della provincia di Vibo Valentia che rischiano ora di pagare a caro prezzo i tagli previsti dal prossimo dimensionamento. Oltre alle 11 autonomie che si perderanno, il rischio è che, per effetto dei cali demografici e della carenza di iscrizioni, le istituzioni scolastiche scompaiano definitivamente. Emblematico il caso dell’Istituto comprensivo di Vallelonga, che oggi accorpa plessi di ben nove comuni, e che per effetto del nuovo Piano verrà sembrato, vedendo quei plessi “dirottati” verso altri quattro istituti siti in comuni diversi. E bene fanno i sindaci dei paesi interessati a chiedere che si riveda tale scelta. Anche per casi come questo ho chiesto all’assessore al ramo di riconsiderare i parametri che definiscono l’assegnazione dei Punti di erogazione del servizio, estendendo le deroghe previste per i comuni montani a tutti quei piccoli centri che, altrimenti, vedranno la propria sede scolastica sparire definitivamente. Considerando le difficoltà oggettive che caratterizzano la viabilità e i collegamenti, talvolta anche tra comuni territorialmente limitrofi, e l’assenza pressoché totale di trasporti pubblici dedicati, l’accorpamento dei plessi scolastici potrebbe avere conseguenze inimmaginabili per le famiglie, con inevitabili riflessi anche sulla dispersione scolastica. Fenomeno già oggi molto presente. Ma senza una scuola sarebbero le comunità locali nel loro insieme a subire un irreversibile arretramento. Diventa dunque decisivo garantire la presenza delle classi anche nei comuni più piccoli e svantaggiati. Comprendo le difficoltà e la rigidità dei parametri di spesa – conclude Lo Schiavo -, ma mi auguro che si faccia ancora in modo di estendere le deroghe anche ai comuni non montani per non sottrarre loro un baluardo educativo di primaria importanza».
Nucera: “Sul bonus per il materiale didattico la Calabria maglia nera in Italia, applica una soglia isee di appena 6mila euro”
“Il caro scuola sempre più grave e le istituzioni regionali purtroppo sempre più inadeguate a programmare il necessario supporto alle famiglie che si apprestano ad avviare il nuovo anno scolastico. Recenti comparazioni pubblicate da organi di stampa regionali indicano la Calabria come la regione che applica la soglia isee più bassa per l’erogazione del bonus per l’acquisto di materiale per la scuola. Nella nostra regione potranno accedere al bonus, attraverso il bando in scadenza il prossimo 9 settembre, esclusivamente le famiglie che non raggiungono i 6mila euro di isee, mentre in altre regioni la soglia isee varia dai 10mila ai 15mila euro. Una circostanza quindi molto limitante ed oggettivamente inspiegabile per una regione come la nostra dove è alta la soglia del bisogno e le famiglie vanno incontro in queste settimane a veri e propri salassi per l’acquisto del materiale didattico”. Cosi in una nota l’Assessora alla Pubblica Istruzione del Comune di Reggio Calabria Lucia Nucera.
“Non capiamo quindi la ratio che sta dietro una soglia isee così bassa, che di fatto costituisce un ingiustificato sbarramento per migliaia di famiglie calabresi, che in questo modo non avranno facoltà di accesso al bonus per l’acquisto di materiale didattico. A fronte di un aumento complessivo del 4% per l’acquisto dei libri di testo, che va di pari passo con un generale aumento dei costi per tutto il materiale scolastico, la Calabria è tra le poche regioni, se non l’unica, ad andare addirittura indietro, negando di fatto a tante famiglie in difficoltà, con redditi superiori ai 6mila euro, di accedere al bonus ministeriale. Cosa che non avviene in regioni come Lazio, Toscana, Campania o Sicilia, dove la soglia per l’accesso al bonus è in alcuni casi quasi il triplo di quella calabrese”.
“E se la politica regionale alla guida della Cittadella non sembra accorgersi di quest’assurda circostanza, a segnalare l’illogicità del parametro ci stanno pensando in queste ore tante famiglie che fanno notare l’esiguità della soglia. Il Governatore Occhiuto e la Vicepresidente Princi si ravvedano e modifichino il grossolano errore commesso. Le famiglie calabresi meritano gli stessi diritti di quelle delle altre regioni. Altrimenti – conclude Nucera – dovremmo pensare che i vertici della Cittadella stiano già applicando nei fatti, almeno nel campo della scuola, quel regionalismo differenziato che sarebbe un colpo mortale all’intero tessuto sociale calabrese e che lo stesso Occhiuto ha avallato non più di qualche mese fa”.
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Calabria, Mancuso sul ruolo fondamentale della scuola: “Contribuire alla valorizzazione dell’immenso patrimonio materiale e immateriale”
“Apprezzando la programmazione e il lavoro fin qui compiuto dall’UGL per una scuola all’altezza delle sfide globali e condividendo l’obiettivo di porre al centro di ogni azione tutte le componenti del mondo della scuola”, il presidente Filippo Manuso ha espresso “la disponibilità del Consiglio regionale della Calabria a contribuire alla valorizzazione dell’immenso patrimonio materiale e immateriale di cui disponiamo, per fare in modo che la scuola sia sempre più aderente alla propria originale funzione di formazione delle nuove generazioni e costruzione del futuro del Paese”.
Intervenendo a Reggio in apertura dei lavori del V Congresso nazionale UGL – scuola (a cui ha partecipato in collegamento il ministro Valditara), Mancuso ha aggiunto: “Sappiamo che vi sono, nella scuola italiana tanti aspetti che debbono essere migliorati, ma oggi non mancano le risorse – pensiamo al Pnrr che destina alla scuola oltre 11 miliardi di euro – né la ferma volontà politica del Governo di centrodestra di dare corso, tanto per fare qualche esempio, alla ristrutturazione degli edifici scolastici e all’integrazione degli strumenti digitali per ottimizzare le forme di didattica web nella realtà quotidiana degli studenti e avvicinarli alle professioni del futuro. C’è tuttavia da non sottovalutare mai le criticità derivanti dall’ormai insopportabile divario Nord-Sud che si evince da ogni autorevole indagine statistiche e che tutti assieme dobbiamo affrontare e risolvere. Ricordo – ha sottolineato Mancuso – che nel Sud (tante per fare qualche esempio) circa 650mila alunni delle primarie statali (pari al 79 per cento) non beneficiano della mensa, in Calabria sono 60mila, mentre nel Centronord la percentuale è del 46 per cento e che gli allievi della primaria del Mezzogiorno frequentano mediamente 4 ore di scuola in meno a settimana rispetto a quelli del Centronord”.
Infine, il Presidente del Consiglio regionale ha detto di essere “convinto che la scuola ha, nonostante le criticità ereditate da anni di gestioni dissennate, una grande compito nella formazione e costruzione del domani. Naturalmente, per concretizzare questo obiettivo è necessario che tutte le figure professionali del ‘mondo scuola’ abbiano la possibilità di lavorare al meglio, con strumenti e mezzi adeguati e con il giusto riconoscimento del proprio impegno”.
Reggio Calabria: Lucia Anita Nucera augura in bocca al lupo agli studenti
“Rivolgo i complimenti a tutti gli studenti che in questi giorni hanno completato il loro percorso scolastico e faccio un altrettanto grande in bocca al lupo ai maturandi che si apprestano a sostenere gli esami di Stato“. Lo dichiara Lucia Anita Nucera assessore all’Istruzione del Comune di Reggio Calabria. “L’anno scolastico che si è appena concluso ha dettato un ritorno alla piena normalità consentendo agli studenti di riprendere appieno le attività educative e didattiche. Voglio rivolgere un plauso anche ai dirigenti scolastici, ai docenti e a tutto il personale che ogni giorno si prodiga per la crescita di ogni studente lavorando con zelo e passione”. “Agli studenti – aggiunge Nucera – dico di continuare a impegnarsi perché solo attraverso la cultura potranno raggiungere i traguardi che desiderano e realizzarsi come persone e come cittadini all’interno della comunità. A coloro che invece devono sostenere la maturità intendo rivolgere i migliori auguri affinché possano superare brillantemente anche questo traguardo che rappresenta una prima prova importante delle tante che affronteranno nella vita, ma che servirà loro per maturare e continuare a seguire i propri obiettivi”.