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Catanzaro: danno erariale, sequestro beni a 2 dirigenti dell’ospedale

Helga Rizzo e Vittorio Prejanò i nomi dei dirigenti medici destinatari del sequestro della Gdf di beni per oltre 5 milioni di euro

di Sebastiano Plutino

La Guardia di finanza ha eseguito un sequestro conservativo di beni per un valore di oltre 5 milioni di euro nei confronti di due dirigenti dell’ex azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro in relazione ad un presunto danno erariale per un importo corrispondente all’importo del sequestro.

I dirigenti a carico dei quali è stato eseguito il sequestro sono Helga Rizzo, di 53 anni, ex Direttore generale dell’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” ed attuale dirigente dell’area legale dell’azienda ospedaliera-universitaria “Dulbecco”, e Vittorio Prejanò, di 67, ex Direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio”, oggi in pensione.
Il sequestro dei beni é stato fatto in esecuzione di un decreto emesso dalla Sezione giurisdizionale della Corte dei conti per la Calabria su richiesta della Procura regionale, presieduta da Romeo Ermenegildo Palma. I fatti contestati ai due dirigenti, sui quali ha proceduto il sostituto procuratore generale Gianpiero Madeo, risalgono ad una decina di anni fa e riguardano un rilevante danno erariale contestato ai due dirigenti derivante dal mancato introito di ingenti somme nelle casse dell’allora Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” a causa di un anomalo accordo transattivo stipulato con la casa di cura privata “Villa Sant’Anna” in relazione ai crediti vantati dall’Azienda nei confronti della clinica per la cessione di sangue e prodotti emoderivati.

Dalle indagini che hanno portato al sequestro, condotte dal Nucleo di polizia Economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, è emerso che l’ex Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio”, in relazione ai crediti vantati nei confronti di “Villa Sant’Anna”, aveva avviato due distinte procedure esecutive, ottenendo i relativi decreti ingiuntivi, ai quali però la casa di cura si era opposta, con l’instaurazione di due paralleli contenziosi civili.

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