“Il Comitato per la stabilizzazione dei tecnici per il sud intende richiamare all’attenzione del Ministro per la Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, la delicatissima posizione delle lavoratrici e dei lavoratori assunti dalla Pubblica amministrazione a seguito del superamento dei concorsi indetti dalla Agenzia di Coesione, comunemente intesi come ‘Coesione 1’ e ‘Coesione 2′”. E’ quanto riferisce una nota del neo costituito Comitato che annuncia di aver inviato sulla questione una lettera aperta al Ministro. “Tale categoria di lavoratori – è detto nella nota – è riconosciuta di primaria importanza per il rafforzamento delle competenze e della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni del sud Italia, oggi gravate di una nuova e straordinaria mole di lavoro per l’attuazione del Pnrr, cui non potrebbero far fronte con le già limitate risorse umane in organico, impegnate con l’attività ordinaria degli Uffici. Il delicato compito assegnato ai ‘Tecnici per il sud’ rischia di essere frustrato e con esso la stessa attuazione del Pnrr, occasione unica e immancabile per la realizzazione di importantissimi interventi che investono, capillarmente, l’intero sistema pubblico del nostro Paese dall’inquadramento previsto per i suddetti lavoratori, contrattualizzati a tempo determinato con scadenza a 36 mesi”. Per i componenti del Comitato “questa forma contrattuale precaria non risulta tale da garantire i lavoratori la loro permanenza in servizio per l’intera durata contrattuale, in un periodo storico in cui la stabilità pare invece l’unico strumento adatto a offrire un’adeguata tutela per i lavoratori stessi. La precarietà opera invece da chiaro deterrente rispetto al pieno, efficace ed efficiente coinvolgimento, pratico quanto emotivo, dei lavoratori rispetto alle mansioni loro assegnate e alla loro integrazione nei rispettivi uffici. Prova ne sia la copiosa e costante ‘fuga’ dalle posizioni lavorative in oggetto, tramite decine di dimissioni quotidiane, in favore di soluzioni magari meno desiderate o preferite, ma che giocoforza prevalgono perché prevedono un contratto a tempo indeterminato, viste anche le varie opportunità occupazionali create dalla grande stagione di concorsi che sta interessando il nostro Paese”. “Consapevole di tale gravosa situazione, al fine di incentivare e ‘blindare’ prospetticamente le attività del personale in argomento – è detto ancora nella nota – il Parlamento con l. 21 settembre 2022 n. 142, in sede di conversione con modifiche del d.l. 9 agosto 2022, n. 115 (c.d. ‘Aiuti-bis’), ha introdotto l’art. 35-bis che ‘Al fine di valorizzare la professionalità acquisita dal personale assunto con rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato […] le amministrazioni assegnatarie del suddetto personale possono procedere, con decorrenza non antecedente all’1 gennaio 2027, nei limiti dei posti disponibili della vigente dotazione organica, alla stabilizzazione nei propri ruoli del medesimo personale nella qualifica ricoperta alla scadenza del contratto a termine, previo colloquio e all’esito della valutazione positiva dell’attività lavorativa svolta’. Accogliamo con favore la suddetta previsione normativa, ma teniamo a sottolineare come essa riguardi esclusivamente (e inspiegabilmente) solo 500 unità di personale. Tali disposizioni dunque, se da un lato sono apprezzabili in quanto tracciano un percorso di stabilizzazione per i lavoratori, dall’altro lato introducono una inaccettabile e inammissibile disparità di trattamento tra lavoratori assunti con medesima ratio (il rafforzamento amministrativo della P.A. per l’attuazione del Pnrr) e medesime modalità di selezione. Le norme in questione fungano dunque da apripista per ampliare contestualmente il bacino di lavoratori interessati dalla stabilizzazione (come sta avvenendo, con altrettanta disparità nei confronti dei ‘Tecnici per il Sud’, per gli oltre 8 mila avoratori dell’Ufficio del Processo), senza indebite e ingiustificate distinzioni. Lo stesso DL Pnrr o il cosiddetto Milleproroghe appaiono le sedi elettive per attuare tempestivamente tale manovra anche allo scopo dei cosiddetti ‘risultati intermedi’ previsti dal Pnrr di garantire il raggiungimento , che altrimenti possono considerarsi a rischio”. (ANSA).
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