Sebastiano Plutino
Reggio: svolta tavolta rotonda con i legali, a sostegno dei 5 quesiti del Referendum
Si è svolta a Reggio Calabria una importante tavola rotonda promossa dal Sunia-Cgil Calabria con i legali che sostengono le ragioni dei 5 Sì ai referendum promossi dalla CGIL. L’8 e il 9 giugno 2025, infatti, le cittadine e cittadini saranno chiamati a votare per 5 Referendum. La Corte Costituzionale ha ritenuto ammissibili i 4 quesiti referendari sul lavoro, per i quali sono state raccolte oltre 4 milioni di firme, nonché il referendum sulla cittadinanza, depositato in Cassazione con 637 mila firme.
La tavola rotonda ha visto la presenza di esperti del settore legale che si sono confrontati con Francesco Alì, Segretario Generale Sunia-Cgil Calabria, per discutere le tematiche cruciali legate ai referendum.
Durante l’approfondimento, i partecipanti hanno analizzato nel dettaglio i contenuti dei referendum e le loro implicazioni per i diritti delle lavoratrici, dei lavoratori e delle cittadine e cittadini di origine straniera che nel nostro Paese nascono, crescono, abitano, studiano, lavorano e pagano le tasse. Sono stati esposti interventi significativi dal punto di vista politico, sociale e sul piano giuridico e si è aperto un dibattito costruttivo sulle sfide attuali nel mondo del lavoro e della cittadinanza e sulle implicazioni del referendum in caso di raggiungimento del quorum e di vittoria del Sì.
E’ stato sottolineato che “La vittoria dei Sì, permetterebbe di cancellare il contratto a tutele progressive introdotto con il Jobs Act il che significherebbe che 4 milioni di persone, quelle assunte a partire dal 2015 e tutte quelle che saranno assunte in futuro, non potranno essere licenziate ingiustamente e avranno il diritto al reintegro; alle persone che lavorano in imprese con meno di 15 dipendenti, quasi 4 milioni, di avere tutele che oggi non hanno. Se pensiamo poi al dramma delle morti sul lavoro, che riguarda prevalentemente lavoratori precari e operanti in aziende di subappalto, il referendum rimette in capo all’azienda madre la responsabilità in termini di salute e sicurezza sul lavoro; così come con il referendum possiamo dare un colpo al precariato eliminando alcune norme sull’utilizzo indiscriminato dei contratti a termine in luogo di quello a tempo indeterminato che dovrebbe essere la regola. Infine, la vittoria dei Sì e il raggiungimento del quorum consentirebbe a 2,5 milioni di persone – che lavorano e pagano le tasse in Italia – di avere i diritti di cittadinanza che oggi non hanno”.
L’incontro ha rappresentato un’occasione fondamentale volto a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla mobilitazione attorno ai referendum anche perché i temi del lavoro sicuro e stabile, della democrazia e dell’uguaglianza sono strettamente legati al tema del diritto alla casa. “È essenziale che i cittadini comprendano l’importanza di queste questioni per il futuro del Paese e quindi, è responsabilità nostra condurre una forte battaglia contro l’astensionismo”, hanno dichiarato i partecipanti.
“Il Parlamento ha fatto poco su questi temi – hanno concluso – peggiorando le condizioni di lavoratori e lavoratrici. Siamo consapevoli che per raggiungere il quorum bisogna convincere quelli che a votare non ci vanno, parlare con chi pensa che votare non serva a nulla e fare in modo che le persone utilizzino il diritto di voto perché il referendum è lo strumento che consente a ogni cittadino di cambiare le leggi sbagliate. Per questo i legali, già impegnati nella campagna di comunicazione sui referendum, lanciano ancora un appello a votare Sì ai 5 quesiti ”
A due anni dalla tragedia di Steccato di Cutro che sconvolse l’Italia e il mondo intero, la memoria delle 94 vittime del naufragio del 26 febbraio 2023 torna lì dove tutto è iniziato.
Sabato 7 giugno, alle 16, verrà inaugurata a Steccato di Cutro, nel salone parrocchiale della chiesa Cristo Risorto in piazza delle Saline, la mostra fotografica “I sogni attraversano il mare”.
Promossa dalla parrocchia Cristo Risorto guidata da don Pasquale Squillacioti nell’ambito delle celebrazioni per la festa di Sant’Antonio, l’esposizione è realizzata dal settimanale il Crotonese, con gli scatti del direttore Giuseppe Pipita, primo giornalista a documentare le drammatiche ore successive al naufragio.
La mostra si compone di 94 fotografie, una per ciascuna vittima, accompagnate da testi evocativi in un itinerario visivo e narrativo che intende restituire dignità e memoria a chi ha perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa, fuggendo da regimi oppressivi e inseguendo un futuro migliore.
Le immagini ritraggono i momenti più significativi della tragedia.
Reggio: il SUL denuncia la carenza di personale nel reparto Malattie Infettive e Cardiochirurgia del GOM
Nei giorni scorsi, a causa di un serio problema di salute, il nostro dirigente Antonello Errante è stato ricoverato agli Ospedali Riuniti di Reggio per oltre 20 giorni.
Risolto bene, seppur provvisoriamente e rientrato in buone condizioni di salute, ci ha spiegato la sua odissea partendo dal riconoscimento del grande e efficace lavoro che è stato svolto sia nel reparto Malattie Infettive che in Cardiochirurgia.
Abbiamo una buona struttura ospedaliera e validissimi primari, ottimi collaboratori medici, paramedici e ausiliari, persone che si prendono cura dei pazienti con competenza e attenzione. Il dott. Kunkar del reparto Malattie Infettive, i dottori Fratto e Bellieni della Cardiochirurgia, il caposala di quella struttura Paolo Pennestrì lo hanno risollevato dalle sue precarie condizioni e gli hanno ridato una vita attiva e più che dignitosa.
Rimane, però e si acuisce, l’incomprensione per la scandalosa carenza di personale che carica sulle spalle di pochi lavoro, responsabilità e tensioni, li costringe a tempi di intervento non compatibili con la necessità di dare a ogni paziente l’attenzione e il tempo che merita. Scarsità di personale significa anche che gli errori possono crescere in funzione dell’eccessivo carico di lavoro e stress; significa tempi ingestibili di attesa per persone che non possono permettersi di rivolgersi al privato; significa l’abbandono delle cure per i più disagiati economicamente. Mettiamoci anche che una delle forme di prevenzione più semplici, ma con grande tasso di efficacia come quella del tumore al seno, ha visto il finanziamento sostanzialmente cancellato nella ultima legge di bilancio.
Questo accade quando la sanità, anche pubblica, diventa business e non servizio sociale, si perdono le coordinate del servizio alla collettività, del fondamentale aiuto a chi ha di meno e non può permettersi di ammalarsi. Nel contempo, però, non si critica la spesa comprovatamente inutile di Commissari alla Sanità e di Dirigenti di strutture che sono responsabili di non aver alzato il livello e la quantità di prestazioni se non a scapito dell’immane lavoro dei dipendenti della sanità e di non aver intaccato per nulla l’enorme debito sanitario calabrese verso altre regioni pari a 300/350 milioni di euro per anno.
Abbiamo voluto segnalare un caso di sanità positiva, ce ne sono a decine ogni giorno, così come ci sono attese insopportabili per prestazioni necessarie. Ci auguriamo che si decida, sia a livello governativo centrale che calabrese, di intervenire per rimpolpare in maniera consistente il numero di addetti alla sanità e per dare migliori e più numerosi e tempestivi servizi a chi ne ha bisogno, come sarebbe dovere per chi governa comunità con persone in difficoltà.
Referendum 8-9 Giugno: Vaiti (Flai Cgil) sostiene la partecipazione al voto
“Ci sono numeri che raccontano una realtà che spesso si preferisce non guardare. Sono i numeri del lavoro delle donne in Italia, quelli che ogni giorno disegnano i contorni di un Paese che ha ancora enormi difficoltà a riconoscere il valore e la fatica del lavoro femminile”. È quanto afferma Caterina Vaiti Segretaria regionale Flai Cgil Calabria nell’appello al voto ai referendum di domenica.
“Nel 2024, il nostro Paese resta fermo al 111° posto su 146 per partecipazione femminile al lavoro (Global Gender Gap Report). Solo il 53,5% delle donne ha un impiego, contro il 70,9% degli uomini. E quando arrivano i figli, la situazione peggiora drasticamente: una donna su tre abbandona il lavoro dopo la maternità. Mancano i servizi, mancano le tutele, manca la possibilità di scegliere”, afferma Vaiti.
“Non si tratta solo di occupazione, ma di qualità dell’occupazione. Ancora oggi quasi la metà dei nuovi contratti per le donne è part-time, spesso involontario. Un tempo ridotto che diventa stipendio ridotto, carriera sacrificata, pensione povera: il gender pay gap reale tocca il 25% nel privato e cresce man mano che si sale nella carriera e nell’istruzione. Alla fine del percorso lavorativo, le donne percepiscono pensioni più basse del 36% rispetto agli uomini”, dice ancora la segretaria regionale della Flai Cgil Calabria.
“Ma c’è un’altra faccia di questa disuguaglianza: la sicurezza sul lavoro. Una sicurezza che per molte lavoratrici semplicemente non esiste. Nei settori dove la presenza femminile è maggiore – sanità, assistenza, cura, servizi alla persona – aumentano gli infortuni, i disturbi da stress lavoro-correlato, le aggressioni e le molestie. Solo nel 2023, oltre il 26% degli infortuni mortali in itinere ha riguardato donne. Quasi 2 milioni di lavoratrici, secondo l’Istat, hanno subito molestie sul posto di lavoro nell’arco della loro vita professionale. È un’emergenza che spesso viene sottovalutata o raccontata come fisiologica. Non lo è. Di fronte a tutto questo, troppo spesso il messaggio che arriva dalla politica — da chi sminuisce la portata del voto o invita addirittura a non votare — è quello di un silenzio pericoloso. Come se i problemi si potessero congelare o rinviare. Come se rinunciare al proprio diritto di voto fosse un gesto neutro. Non lo è”, rimarca.
“L’8 e 9 giugno, votare ai referendum sul lavoro non è solo esercitare un diritto: è un gesto di responsabilità e giustizia verso chi lavora ogni giorno in condizioni difficili, invisibili, precarie, esposte a rischi che spesso non vengono nemmeno nominati – si legge ancora nella nota -. Per questo, oggi più che mai, è necessario un vero cambio di rotta. Un lavoro buono, stabile, sicuro e libero da discriminazioni è il presupposto essenziale per garantire autonomia economica, dignità e diritti a tutte le lavoratrici. Servono scelte coraggiose a partire da misure concrete per garantire la sicurezza sul lavoro con un approccio che tenga conto delle differenze di genere nella valutazione dei rischi, dei dispositivi di protezione individuale, della prevenzione e del riconoscimento pieno delle malattie professionali e psicosociali”.
“L’8 e 9 giugno, con i referendum promossi dalla Cgil, abbiamo l’opportunità concreta di fermare questa deriva. Votare non è solo un diritto: è un atto di giustizia verso le tante donne che ogni giorno pagano sulla propria pelle il prezzo della precarietà e della mancanza di tutele”, conclude la segretaria Vaiti.
Consiglio Regionale: la Calabria è in linea con la media nazionale sul “Gioco d’azzardo patologico”
Sul contrasto al fenomeno del gioco d’azzardo patologico la Regione Calabria non è affatto all’anno “zero”. Lo dimostrano i dati e le azioni messe in campo in questi anni con interventi legislativi e azioni specifiche.
Nella “Giornata regionale contro i rischi del Gioco d’azzardo“, il presidente della Commissione regionale contro il fenomeno della ‘ndrangheta in Calabria, Pietro Molinaro, ha voluto fare il punto della situazione su quella che è ormai considerata una vera e propria emergenza sociale, assieme ad Asp e dipartimenti regionali.
“Con la legge regionale n. 53 del 2022 sono stati messi dei paletti veri per contrastare il fenomeno, con limiti di orario di apertura, e distanze minime dai luoghi di aggregazione” ha spiegato Molinaro che da tempo sollecita i comuni ad intensificare la vigilanza nei territori.
“Ma oggi – ha aggiunto – ci soffermiamo sui servizi e le azioni che le varie Asp della Regione hanno avviato sul territorio. Un dato che ci deve far riflettere è che il gioco d’azzardo in Italia è in crescita, e serve rivedere le norme nazionali. Ogni azienda sanitaria ha un proprio piano integrato per la riduzione del rischio da ludo-dipendenza, che sta dando buoni risultati. Ma serve fare di più – ha concluso Molinaro – se il gioco è in crescita la conseguenza è un impoverimento generale. Per questo auspichiamo una rivisitazione della normativa nazionale che sostenga quelle delle varie Regioni”.
Aprendo i lavori dell’incontro, svoltosi a palazzo Campanella, il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso ha sottolineato, nell’ambito di questo fenomeno sociale, “la presenza di un grande sommerso, rappresentato dal gioco on line. È un problema – ha aggiunto – che riguarda soprattutto i giovani, e non basta regolamentare l’accesso alle sale gioco. C’è bisogno di una vera e propria rivoluzione culturale. Sono sempre insufficienti tutte le iniziative che facciamo, però oltre alle azioni messe in campo in questi ultimi anni, ne parliamo e affrontando il problema allarghiamo l’opera di sensibilizzazione sociale su questo tema”.
Molti i dati e le indicazioni fornite dai responsabili dei dipartimenti regionali, che hanno illustrato la programmazione e le attività svolte nella Regione Calabria nell’ambito dei fondi Gap Gioco d’Azzardo Patologico 2017-2021, e delle 5 aziende sanitarie della Calabria, che con i Serd (Servizi per le dipendenze patologiche), hanno in cura centinaia di pazienti.
“Ma è molto importante la prevenzione – ha detto Antonella Sette, funzionaria del dipartimento Transizione digitale e attività strategiche della Regione Calabria – L’arrivo di un paziente al Serd rappresenta un punto di non ritorno. Serve invece fare ‘rete’ nella formazione e nell’informazione coinvolgendo anche le associazioni attive nel territorio”.
E sulle iniziative realizzate dalle associazioni e delle organizzazioni impegnate nel contrasto del gioco d’azzardo si è soffermato Roberto Gatto, portavoce regionale della campagna nazionale “Mettiamoci in gioco”.
Il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, è al quarto posto dei governatore italiano più graditi con il 52% dei consensi.
Al primo si posiziona Luca Zaia, presidente del Veneto, che è il più gradito, seguito da Massimiliano Fedriga del Friuli-Venezia Giulia. E’ quanto emerge da un sondaggio di Swg i cui risultati sono pubblicati in esclusiva dall’ANSA. Zaia ottiene il 70% del gradimento e Fedriga il 64%.
Segue la new entry dell’Umbria Stefania Proietti al 53%. Al quarto posto troviamo appunto, proprio il forzista Roberto Occhiuto (Calabria) al 52%, quinto il governatore della Campania Vincenzo De Luca anche lui al 52% ma in calo di 4 punti rispetto al 2024. Tra i primi cinque governatori, dunque, ce ne sono tre – Zaia, De Luca e Fedriga – che sono già al secondo mandato e che quindi, a regole vigenti, non potranno ricandidarsi.
Omicidio Giudice Scopelliti: disposti accertamenti sull’autoradio del Magistrato
Sono stati affidati gli accertamenti tecnici irripetibili di tipo biologico disposti dalla Dda di Reggio Calabria nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio del giudice Antonino Scopelliti. In particolare, gli accertamenti riguardano l’autoradio della Bmw sulla quale viaggiava il magistrato di Cassazione quando è stato assassinato.
È quanto emerso durante il conferimento dell’incarico alla polizia scientifica di Reggio Calabria da parte del procuratore Giuseppe Lombardo e del sostituto della Dda Sara Parezzan che stanno coordinando le indagini sul delitto consumato 34 anni fa, il 9 agosto 1991 a Piale, una frazione di Villa San Giovanni.
Al perito nominato dalla Procura è stato chiesto di “verificare – si legge nel quesito – la presenza di eventuali tracce biologiche e procedere ai conseguenti ed eventuali rilievi sulle tracce presenti sull’autoradio in sequestro, utili sia per la determinazione del profilo del Dna e ai fini balistici, per ricostruire la direzione dei colpi esplosi”. L’accertamento sull’autoradio inizierà materialmente oggi.
Quando la polizia scientifica completerà le operazione e depositerà l’informativa con i risultati, la Direzione distrettuale antimafia li dovrà confrontare “con gli ulteriori accertamenti in corso – scrivono i pm – al fine di effettuare una ricostruzione tridimensionale della scena del crimine, determinare la dinamica dell’azione omicidiaria e ricostruire la traiettoria dei proiettili esplosi”.
Nell’avviso notificato nei giorni scorsi agli avvocati è emerso che gli indagati inizialmente erano 24 ma negli ultimi anni tre di loro sono morti, il boss di Castelvetrano Matteo Messina Denaro, il boss di Archi Giovanni Tegano e Francesco Romeo, cognato di uno dei capi di Cosa nostra, Benedetto Santapaola detto “Nitto”.
Nei confronti di quest’ultimo, però, non si può procedere perché, per l’omicidio Scopelliti, è stato assolto in un precedente processo. Suo figlio, Vincenzo Salvatore Santapaola, compare tra i 20 soggetti indagati assieme ai vertici di Cosa nostra catanese e al gotha della ‘ndrangheta.
Stando alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Maurizio Avola, proprio Vincenzo Salvatore Santapaola avrebbe ucciso il magistrato con un fucile che il pentito avrebbe poi seppellito a Belpasso, in provincia di Catania.
Polistena: l’Associazione “Arte che parla” organizza la mostra “Polistena: Arte e Identità”
L’associazione di promozione sociale “Arte che Parla”, con il patrocinio del Comune di Polistena (R.C.), organizza la mostra pittorica e fotografica “Polistena: Arte e Identità”.
L’esposizione avrà lo scopo, attraverso fotografie e opere pittoriche di artisti del territorio, di raccontare il volto autentico di Polistena, restituendo scorci, storie ed emozioni che parlano di identità, appartenenza e bellezza locale.
Parteciperanno alla mostra i seguenti artisti: Borgese Vincenzo, il prof. Cammareri Antonio, la prof.ssa Colella Angela Maria, Furfaro Carlos, Guerrisi Caterina, Guerrisi Emma, Longo Francesca, Macbeth Roberto, Mondello Loredana, Papasidero Amalia, Policriti Antonio, Pontari Celia.
In esclusiva saranno anche esposti gli acquerelli dell’artista polistenese Francesco Megna.
La mostra si terrà a Polistena, cittadina della Piana di Gioia Tauro in provincia di Reggio Calabria, presso il Museo Casa Natale dei Jerace, in via Domenicani, secondo i seguenti orari di apertura: domenica 8 giugno, dalle ore 18:00 alle ore 20:00; lunedì 9 giugno, dalle ore 9:00 alle ore 13:00; martedì 10 giugno, dalle ore 18:30 alle ore 20:00; mercoledì 11 giugno dalle ore 9:00 alle ore 13:00. L’ingresso è libero.
Arte che Parla APS si presenta come una realtà dinamica e in evoluzione costante. Sin dalla sua fondazione nel 2019, l’associazione ha saputo coniugare attività formative, mostre ed eventi di sensibilizzazione, contribuendo a valorizzare il territorio di Polistena e dintorni, a promuovere l’arte come strumento di inclusione e crescita sociale. Le campagne contro il bullismo e il cyberbullismo, le rassegne letterarie e il concorso annuale “Arte al Femminile” testimoniano l’impegno multidisciplinare e il costante aggiornamento verso le sfide educative e culturali della comunità.
Vi aspettiamo, dunque, giorno 8 giugno, per riscoprire insieme il valore dell’arte che nasce dai luoghi in cui viviamo ogni giorno.