Ignoti hanno rubato questa un furgone carico di sigarette.
Il furto è avvenuto nella contrada Spina di Rizziconi. Sul posto sono intervenuti i carabinieri che hanno avviato le ricerche del mezzo rubato.
Venerdì 5 luglio ore 18.00 presso Il Giardino di Eracle, Via Vicolo Vitetta 4 Reggio Calabria, Maurizio Martucci, giornalista investigativo, presenterà in esclusiva nella nostra città, “Tecno Uomo 2030”. L’evento verrà trasmesso in streaming sul canale Youtube “E20 Reggio Calabria”.
Un’inchiesta senza censure sul transumanesimo, il programma fortemente voluto da lobbie e governi mondiali, finalizzato all’ibridazione dell’essere umano con tecnologie Hi-Tech, che nel silenzio più assoluto sta procedendo incontrastato tra digitalizzazioni dell’identità e sperimentazioni tecnologiche finalizzate alla manipolazione ambientale.
Tecno Uomo 2030 è l’ultimo lavoro editoriale di Maurizio Martucci, giornalista investigativo, scrittore e conferenziere (tra le collaborazioni più famose quella con Il Fatto Quotidiano), ma soprattutto attivista sui temi di ambiente, salute, tecnologia, società, con particolare attenzione all’elettrosmog e pubblicando inchieste di rilievo che hanno messo a nudo i lati oscuri del futuro digitale che si sta preparando a livello mondiale. Nel mondo dell’attivismo, Maurizio Martucci si distingue per essere stato tra i primi a lanciare l’allarme sugli effetti negativi sulla salute umana del 5G, fondando il movimento “STOP 5G”.
Martucci conduce inoltre una trasmissione a carattere giornalistico, LA TECNOGABBIA, che tratta tematiche di frontiera (come ad esempio il transumanesimo) sviscerandone in modo analitico origini, ideologia, basi culturali, progetti, programmi e soprattutto i finanziamenti pubblici e privati.
Ed è proprio il Transumanesimo, uno dei temi principali trattati nell’inchiesta che Martucci presenterà il 5 luglio a Reggio Calabria. Questo movimento starebbe infatti per stravolgere l’umanità nella fusione del corpo umano mediante le nuove tecnologie. Secondo Martucci il recente innesto del microchip nel cervello da parte di un’azienda di Elon Musk è solo l’inizio: “il tramonto dell’umanità nell’alba dei cyborg, è ormai questione di pochi anni”.
L’inchiesta presentata nell’evento del 5 luglio, verte sulla volontà, profondamente documentata, di voler rimodulare l’essere umano, detrutturandolo al fine di realizzare altro, qualcosa di non umano, attraverso tecnologie convergenti e ibridazione dei corpi allo scopo di realizzare il più grande reset tecnologico mai visto, spacciato per ineludibile quanto inarrestabile progresso tecnologico ma che, invece, vorrebbe arrestare il corso dei millenni per catapultarci nell’ignoto tecnologico.
Tecno Uomo 2030, così si chiama l’inchiesta di Martucci, nasce da qui, da questo programma che attraverso l’ingegnerizzazione umana, passando dal cosiddetto “internet delle cose”, sta marciando rapidamente e inesorabilmente verso la sua più ampia concretizzazione.
Martucci ha già lanciato l’allarme al Comitato Economico e Sociale Europeo (EESC)Europeo (EESC), precisando che “la previsione dell’impatto sociale ed ecologico dell’ecosistema 5G è talmente ampia e radicale che ho dovuto farne un libro di inchiesta affrontando i lati oscuri del 5G da un punto di vista non solo sanitario e ambientale, ma anche in termini di privacy e controllo sociale, arrivando a denunciare nell’Internet delle cose la corsa verso l’Internet dei corpi, cioè del 6G, di quel transumanesimo come fusione del mondo fisico, biologico e digitale professato da organismi sovranazionali come il Forum Economico Mondiale”.
Da qui l’importanza di informare, di condividere, di creare una consapevolezza di fronte a questo progetto che incide profondamente l’umanità intera e che non è stato da questa voluto, anzi neppure pensato. Scrive Martucci nella prefazione di TECNO UOMO 2030:
“Nella misura in cui le piazze finalmente cominciano a riempirsi per protestare contro gli obblighi vaccinali per rivendicare la libertà di scelta e denunciare nel green pass uno strumento di controllo sociale, in realtà dovremmo aprire a 360° lo scenario e guardare la luna senza fermarci al dito. Dico questo perché il punto d’arrivo di questo profondo cambiamento ha nella società cibernetica il punto d’arrivo. La transizione non è digitale né ecologica, ma umana. Il vero scopo è il transumanesimo”Il tutto si sta consumando sotto la totale indifferenza di istituzioni e popolazioni all’oscuro di tutto ciò. Da qui l’impellente esigenza di smettere di guardare il dito che punta alla luna, ovvero le motivazioni ufficiali, le scuse intorno alle quali impongono 5G, cambiamenti climatici, micro chip, identità e monete digitali, e iniziare a prendere coscienza di ciò che veramente sta cambiando intorno a noi prima che il cambiamento entri, senza il nostro consenso, in noi stessi.
Conclude Martucci la sua prefazione di TECNO UOMO 2030 con queste parole: “Il Tecno-Uomo 2030 inizia adesso, dove finisce l’indifferenza verso la riprogrammazione del genere umano per far spazio a un grande risveglio spirituale. Per restare umani, in sincronicità olistica tra corpo, anima, mente e spirito, serve un sussulto d’orgoglio collettivo. Perché il fattore umano è il vero nemico dei suoi de-costruttori, l’argine imprevedibile allo strapotere tecnocratico.”
Ore 22.00 serata inaugurale del Mediterraneo Festival Corto
Conduce Francesca Magurno
Piazza Spinelli – Scalea
Ore 23.45 Dopofestival
Live music: Royale Duet
Chiostro Palazzo dei Principi Spinelli – Scalea
Chiostro di Palazzo Spinelli – Scalea
Ore 20.00 Apericinema presso La Rondinella Osteria Pop, Piazza Spinelli – Scalea
Ore 22.00 Mediterraneo Festival Corto
Conduce Caterina Bruno
Piazza Spinelli – Scalea
Ore 23.45 Dopofestival
Live music: Words in Music
Chiostro Palazzo dei Principi Spinelli – Scalea
Sabato 6 Luglio
Ore 10.30 Convegno “Con le donne”
Modera Maria Francesca Amodeo
Sala Convegni del Grand Hotel De Rose-Scalea
Ore 18.00 Incontri Letterari
“Davanti al mare” di Teresa Marino
Chiostro di Palazzo Spinelli – Scalea
Ore 20.00 Apericinema presso La Rondinella Osteria Pop, Piazza Spinelli – Scalea
Ore 22.00 Mediterraneo Festival Corto
Conduce Rossella Pagano
Piazza Spinelli – Scalea
Ore 23.45 Dopofestival
Live music: More Less Duo
Chiostro Palazzo dei Principi Spinelli – Scalea
Riparte il 3 luglio dal Parco della Conoscenza e del Benessere del Centro ACE di Pellaro – Reggio Calabria l’edizione 2024 del Festival Rapsodie Agresti / Calabriae Opera Musica Festival : il festival di musica lirica e sinfonica promosso e realizzato da TRAIECTORIAE ATS e sostenuto dal FUS del Ministero della Cultura, dalla Regione Calabria e realizzato con la collaborazione di diversi soggetti culturali della regione e della Amministrazioni locali dei territori coinvolti : Reggio, Locri, Casignana e Stignano per la provincia di Reggio Calabria; Pizzo e Vibo per la provincia di Vibo Valentia; Strongoli e Crotone per la provincia di Crotone.
Ben diciassette appuntamenti musicali e teatrali nel solo mese di luglio a cui seguiranno altri eventi in agosto.
Due le linee costanti che caratterizzano il Festival : il focus sulla Scuola di Musica Napoletana e sulla cultura partenopea e la multidisciplinarietà: il dialogo e l’interazione fra la musica, la letteratura, il teatro e il cinema.
E proprio la letteratura e la musica saranno le protagoniste dello spettacolo Visioni di Napoli: la prima proposta del Festival . Nello spettacolo/concerto si intrecceranno le parole tratte dai testi di Anna Maria Ortese ( Il mare non bagna Napoli, Il porto di Toledo ) recitati da una eccellente interprete come Beatrice Visibelli e le musiche barocche e contemporanee di un originale musicista e compositore calabrese: Alessandro Santacaterina. Parole dense, descrizioni della città di Napoli lucide e inquiete, riflessioni delicate e dolorose, visioni barocche della Ortese e suoni, accordi e contasti armonici della chitarra battente e dei suoni elettronici .
Beatrice Visibelli si è formata con Vittorio Gassman e, fra gli altri, con Jeanne Moreau. E’ stata coprotagonista in diversi spettacoli con Piera Degli Esposti e Isa Danieli. Da anni è fondatrice e attrice principale della Compagnia Teatri d’Imbarco di Firenze.
Alessandro Santacaterina ad oggi viene riconosciuto dalla critica come uno dei principali esponenti e virtuosi della chitarra battente a cinque ordini: il musicologo e docente dell’università di Firenze Maurizio Agamennone lo ha definito “uno dei migliori chitarristi battenti attualmente attivi’’, il cantautore Eugenio Bennato come “la prima chitarra battente della nuova generazione”.
Vanta concerti ed esibizioni presso festival, televisioni, eventi e teatri nazionali ed internazionali, è uno dei musicisti italiani ad aver preso parte alla prima mondiale di Crossopera Otherness Fear and Discovery presso il Teatro Pavarotti e successive première presso Il Serbian National Teathre di Novi Sad (Serbia) ed il Landestheater di Linz (Austria).
Visioni di Napoli verrà proposto mercoledì 3 luglio alle ore 21 al Parco della Conoscenze e del Benessere di Pellaro, Giovedì 4 luglio alle ore 19 a Palazzo Nieddu del Rio di Locri e Venerdì 5 luglio al Giardino di Hera del Museo Archeologico di Capo Colonna.
Il Festival Rapsodie Agresti proseguirà fino al 30 agosto proponendo altri venticinque eventi in luoghi di grande pregio e interesse artistico culturale.
Una donna di 30 anni è morta alcuni giorni dopo avere partorito nell’ospedale di Lamezia Terme il suo terzo figlio.
La Procura della Repubblica lametina ha aperto un fascicolo per accertare le cause del decesso.
La donna, secondo quanto si è appreso, ha partorito a metà giugno.
Rientrata a casa ha iniziato ad avvertire dei malesseri per cui è tornata in ospedale dove è stata sottoposta a vari esami per accertare il perché.
Ieri era in attesa di un intervento chirurgico all’addome quando le sue condizioni sono improvvisamente peggiorate ed è morta.
Dopo il decesso, in ospedale si sono vissuti momenti di forte tensione tra i familiari della donna, di etnia rom, ed il personale sanitario. Sul posto si è reso necessario l’intervento della polizia per riportare la calma.
I familiari si sarebbero quindi rivolti ad un legale mentre il corpo è stato sequestrato ed è a disposizione dell’autorità giudiziaria.
La Procura di Vibo Valentia ha aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, sulla vicenda della morte del 54enne romano, Fabio Cisotto, deceduto al pronto soccorso dell’ospedale di Tropea dove si era recato a causa di una crisi respiratoria che si è aggravata ulteriormente subito dopo il suo arrivo.
Non è escluso che dopo l’esito dell’autopsia disposta dal pm Corrado Caputo e prevista per oggi al Policlinico di Catanzaro, qualche nome possa spuntare nel registro degli indagati.
La Procura ha nominato il professore Pierantonio Ricci insieme al medico-legale Giovanni Gallotta, specialista di medicina interna, mentre l’avvocato Francesco Rombolà, patrono parte civile – in rappresentanza della vedova – ha nominato l’anatomopatologa Katiuscia Bisogni.
Saranno comunque necessari almeno 75 giorni per ricevere gli esiti dell’esame istologico che verrà fatto sul corpo del turista romano deceduto il 27 giugno.
L’uomo si trovava a Tropea insieme alla moglie e ai figli per trascorrere un periodo di vacanza. Nel primo pomeriggio, per via di un forte e persistente mal di gola lamentato dal marito fin dal giorno prima, la donna si era rivolta ai sanitari del 118 che però, stando al suo racconto, l’avevano rassicurata. Alle 15.30, però il trasferimento al pronto soccorso. L’uomo era vigile ma aveva riferito all’operatore di sentirsi la gola chiusa, al punto da non riuscire quasi a respirare, aggiungendo di aver assunto in precedenza un paio di compresse di un noto farmaco antinfiammatorio, che però non avevano sortito effetto.
Dopo la presa in carico dai sanitari per gli esami, le condizioni del paziente sono precipitate con la gola che gli si era completamente serrata per via di uno shock anafilattico che ne ha causato il decesso. Non si può escludere che l’evento fatale possa essere stato scatenato proprio dall’antifiammatorio, al quale probabilmente l’uomo era allergico senza saperlo. La moglie, da parte sua, sembra ipotizzare che possa esserci stata una sottovalutazione del problema da parte dei sanitari. Ora l’autopsia dovrà chiarire le cause della morte e le eventuali responsabilità.
I finanzieri di Catanzaro, coordinati dalla Procura, hanno notificato un’ordinanza del gip a 15 soggetti indagati, a vario titolo, per corruzione, concussione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, turbata libertà degli incanti, truffa aggravata ai danni dello Stato, falso ideologico, abusiva introduzione in sistema informatico ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Due imprenditori e un dirigente medico-docente universitario dell’Azienda “Dulbecco” sono stati messi ai domiciliari mentre 13 dipendenti di strutture sanitarie sono stati sospesi.
Indagato un consigliere di un Comune della provincia.
I finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro, in particolare, hanno eseguito la misura della sospensione dai pubblici uffici nei confronti di tredici pubblici ufficiali – fra cui il medico-docente posto ai domiciliari, dipendenti, rispettivamente dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, dell’Azienda ospedaliera universitaria “Dulbecco” di Catanzaro, dell’Asp di Crotone, dell’Asp di Cosenza, del Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi Melacrino
Morelli” di Reggio Calabria e dell’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro.
I provvedimenti scaturiscono da una complessa indagine svolta dal Nucleo di polizia economica-finanziaria/Gruppo tutela spesa pubblica della Guardia di finanza di Catanzaro finalizzata al contrasto delle più sofisticate forme di illecita gestione delle risorse erariali e delle frodi ai danni dello Stato.
Ai domiciliari sono stati posti Giuseppe Lucio Cascini, professore ordinario di diagnostica per immagini, destinatario anche dell’interdizione; Pasquale Bove, rappresentante della Medicalray s.r.l. e dalla Teknos S.r.l e Ciro Oliviero, agente commerciale della Siemens Healthcare Sri.
La misura interdittiva è emessa nei confronti di Gennarina Arabia, componente della commissione giudicatrice; Antonio Nicola Arena, responsabile tecnico di laboratorio dell’A.0. “Pugliese Ciaccio” e membro della commissione tecnica di gara; Antonio Armentano, all’epoca dei fatti direttore del reparto di Neuroradiologia del Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi Melacrino Morelli” di Reggio Calabria, in qualità di componente del Tavolo Tecnico della Sua Calabria; Vittoria Celi, dottoressa inquadrata all’interno dell’equipe medica di Patologia clinica dell’azienda Mater Domini; Pietro Gangemi, direttore f.f. del laboratorio di Chimica clinica dell’A.O. “Pugliese Ciaccio; Michelina Graziano, all’epoca dei fatti responsabile Fisica sanitaria Aziendale dell’Asp di Cosenza; Vincenzo Militano, dirigente medico facente parte dell’equipe medica del dottor Paolo Puntieri, S.O.C. Medicina nucleare dell’Azienda ospedaliera “Pugliese Ciaccio”; Pasquale Minchella, direttore f.f. del laboratorio di Virologia e Microbiologia dell’A.0. “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro; Pasquale Santaguida, addetto alla Struttura provveditorato -Economato e Gestione Logistica e di Rup; Rita Carlotta Santoro, responsabile f.f. della struttura complessa Centro emofilia emostasi e trombosi del dipartimento di Ematologia oncologia dell’A.O. “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro; Adolfo Siciliani, all’epoca dei fatti direttore dell’Uoc Radiologia dell’A.S.P. di Crotone.
Le indagini che hanno portato stamani alla notifica di 15 misure cautelari di medici, docenti universitari e imprenditori impegnati nel settore della sanità, avrebbero consentito di delineare la turbata regolarità di 9 appalti pubblici del valore complessivo di oltre 33 milioni di euro, banditi dalla Stazione unica appaltante della Regione Calabria, dall’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, nonché dall’A.o.
“Pugliese – Ciaccio” e dall’Aou “Mater Domini”, ora confluite nell’Aou “Dulbecco”. Rispetto a queste gare, gli investigatori hanno ipotizzato illeciti legami tra alcuni pubblici ufficiali, preposti alla gestione delle gare stesse, e gli agenti/rappresentanti delle società che forniscono materiali o servizi sanitari, anche mediante la turbata libertà del procedimento di scelta del contraente con bandi e capitolati redatti in modo da orientare l’aggiudicazione a soggetti predeterminati, in violazione della concorrenza e a discapito dell’economicità e della trasparenza dell’azione amministrativa. In alcuni casi sono state ipotizzate condotte corruttive, con utilità (promesse o erogate) ai pubblici ufficiali coinvolti, intese quale remunerazione delle condotte illecite che sarebbero state perpetrate in favore degli operatori economici interessati alle procedure. Sono stati ipotizzati anche reati di falso ed altro nello svolgimento di concorsi indetti da alcuni degli enti pubblici, per il reclutamento di personale, e di truffa, in relazione alla ripartizione del fondo incentivi per le funzioni tecniche, a beneficio di dipendenti dell’ex Azienda ospedaliera “Pugliese – Ciaccio”, in assenza dei presupposti previsti
E’ stato ipotizzato anche il reato di truffa in relazione alla percezione, da parte di un dirigente medico dell’ex Azienda ospedaliera universitaria “Mater Domini” e all’Università “Magna Graecia”, legato da un contratto di lavoro a tempo pieno ed esclusivo, delle relative indennità economiche di esclusività, sebbene lavorasse, occultamente, in due due cliniche private accreditate con il Servizio sanitario nazionale aventi sede nelle province di Crotone e Napoli, e ciò mediante l’utilizzo di 2 società prive di reale consistenza giuridico-economica, che avrebbero emesso sistematicamente fatture per operazioni inesistenti, con successiva corresponsione di somme in contanti al pubblico ufficiale.
Contestualmente è stato eseguito il sequestro disposto d’urgenza dal Pm nei confronti di 2 soggetti e di una società per un valore complessivo di circa 530.000 euro.
Lungo la strada statale 280 ‘Dei Due Mari'”, l‘Anas avvierà da oggi la prima fase dei lavori di ammodernamento della galleria ‘Sansinato’, nel territorio di Catanzaro.
Lo riferisce un comunicato dell’azienda.
“Il rilevante intervento di ammodernamento, per un investimento complessivo di 12 milioni di euro – prosegue la nota – restituirà l’importante opera di accesso alla città capoluogo completamente risanata e riqualificata in termini sia strutturali che impiantistici, migliorando la sicurezza della circolazione e il comfort di guida. Per consentire l’esecuzione della prima fase dei lavori si rende necessaria la chiusura parziale della sola corsia di sorpasso di entrambe le carreggiate. In questa fase saranno attuate le modifiche dell’area di svincolo Sansinato, condivise con gli enti territoriali competenti, per potenziare funzionalmente le manovre di accesso e di uscita dalla città di Catanzaro e garantire pertanto massima fluidità al traffico durante le fasi del cantiere. La fase successiva renderà necessaria la chiusura della carreggiata in direzione Catanzaro, con traffico consentito a doppio senso di marcia in carreggiata opposta, garantendo pertanto sempre una corsia per il flusso degli autoveicoli”.
“Le modalità di cantierizzazione definitiva – conclude il comunicato dell’Anas – saranno condivise con gli enti territoriali competenti nella Prefettura di Catanzaro per la determinazione della viabilità alternativa e delle procedure di emergenza da adottare”.
Ergastolo per entrambi gli imputati.
Questa la richiesta avanzata alla Corte d’assise dalla pm della Dda di Catanzaro Veronica Calcagno al termine della sua requisitoria nel processo per l’omicidio di Filippo Piccione, avvenuto il 21 febbraio del 1993 in pieno centro a Vibo Valentia.
Delitto per il quale sono imputati Salvatore Lo Bianco, di 51 anni, alias “U gniccu”, difeso dagli avvocati Vincenzo Gennaro, Raffaele Manduca e Giuseppe Orecchio, e Rosario Lo Bianco (55), genero del defunto boss Carmelo Lo Bianco, difeso dall’avvocato Patrizio Cuppari. Parti civili si sono costituiti i familiari della vittima con gli avvocati Francesco Gambardella e Danilo Iannello che hanno concluso ieri mentre l’11 luglio sarà la volta delle difese che precederanno la camera di consiglio e la sentenza.
Un intervento, quello della pm, durato circa due ore nel corso del quale sono state ricostruite le fasi investigative della vicenda sulla scorta dell’indagine condotta dai carabinieri del Ros e del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Vibo Valentia, nata da uno stralcio del procedimento Rinascita-Scott.
Piccione, professionista noto in città, fu ucciso nei pressi della centrale piazza Municipio il giorno di carnevale da due persone col volto travisato da una maschera. Secondo l’accusa, l’omicidio sarebbe stato deciso dai vertici della cosca Lo Bianco, attiva nella città di Vibo Valentia, che vollero vendicare la morte del loro congiunto Leoluca Lo Bianco, ucciso, nelle campagne di Vibo Valentia, l’1 febbraio 1992. Dalle investigazioni era emerso che i colpi di fucile che causarono la morte di quest’ultimo erano stati esplosi dall’interno di una proprietà di Piccione. Tale circostanza, secondo gli inquirenti, avrebbe ingenerato all’interno della cosca Lo Bianco, il sospetto di un coinvolgimento dell’imprenditore vibonese.
Un’ipotesi ricostruita anche attraverso l’esame delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Un’indagine che i carabinieri del Nucleo investigativo di Vibo e del Ros di Catanzaro, coordinati dalla Dda del capoluogo di regione, hanno ripreso attingendo non solo ai collaboratori di giustizia ma effettuando riscontri sulle numerose informazioni testimoniali raccolte in quel periodo e negli ultimi due anni, rianalizzandole attentamente, riuscendo così a far emergere discrasie che in un primo momento non erano state notate.
Piccione, prima di essere ucciso, aveva segnalato nel corso del tempo, con tanto di denunce, agli investigatori una serie di danneggiamenti che avrebbe imputato proprio alla persona che l’anno prima della sua morte venne uccisa e la cui relativa indagine, ad un certo punto, non approdando a nulla, era stata archiviata per poi essere riaperta nel 2018. Nell’udienza dell’ottobre 2023, il collaboratore di giustizia Andrea Mantella, il quale, allora 21enne, era stato incaricato di attentare alla vita del geologo, aveva parlato di quest’ultimo come “vittima innocente di mafia” evidenziando che non era stato lui ad uccidere Lo Bianco, eliminando in tal modo ogni sua responsabilità nell’avviare la concatenazione di eventi che avrebbero poi portato alla sua morte.