Sbarcato in Calabria ieri, in un incontro partecipato, a Largo Colombo, il Leader di Azione Carlo Calenda. All’incontro dal titolo “Calabria, sul serio”, presenti molte personalità politiche: il senatore Marco Lombardo (scelto per guidare il partito in Calabria), Francesca Scarpato (segretario provinciale partenopeo), i sindaci ff della Città Metropolitana e del Comune di Reggio Carmelo Versace e Paolo Brunetti, i consiglieri regionali Francesco De Nisi e Giuseppe Graziano.e il segretario regionale del Partito democratico Nicola Irto.
Queste le parole di Calenda: “Il problema è la capacità di realizzare le infrastrutture in Italia e si pensa che il problema siano i soldi. Il problema non sono mai i soldi. È l’incapacità di spendere, perché se vi andate a vedere il cv delle persone che fanno politica, nel 90% dei casi non hanno mai lavorato fuori dalla politica, quindi non sanno gestire niente. […] Oggi la politica italiana si è così estremizzata che si parla di tutto tranne che delle cose da fare”.
Poi, riguardo il sindaco ff della Città Metropolitana, Calenda ha dichiarato: “Carmelo Versace è una persona molto concreta. Quando vengo qua, mi spiega che avete 22 bandi del Pnrr, che di questi 22 bandi ce ne sono in avanzata progettazione, che due verranno fatti… Spesso incontro amministratori che non sanno dare tutte queste informazioni, quindi lo ritengo una persona decisamente valida”.
Calenda ha poi parlato della proposta avanzata riguardo la proposta di salario minimo: “Noi abbiamo fatto una proposta di salario minimo di 9 euro l’ora, ovvero 1200 € netti al mese, che è il minimo per cui una persona dovrebbe lavorare in Italia. Così allo stesso tempo quello che diciamo è che bisogna togliere l’abuso di ufficio: non possiamo fare 155 000 bandi e contemporaneamente mandare in galera o indagare gente che poi nell’oltre 90% dei casi viene assolta”.
Durante l’intervista, spazio anche al progetto Ponte sullo Stretto. “può essere un’opportunità, come tutte le infrastrutture però se nel frattempo tu hai i soldi ma non rimetti a posto le ferrovie, l’impianto idrico che in questa città per esempio è vecchissimo, cioè tutte le cose che sono di base come si insegna (io vengo dalle aziende) prima metti a posto le cose che sono nel tuo core business, ovvero nella tua attività più importante, che è far viaggiare le persone in treno, far funzionare i bacini idrici ecc., avere un piano smaltimento rifiuti… poi dopo fai anche il ponte. Io non sono contrario però vedrete che alla fine non si farà il ponte e non riusciranno a spendere questi soldi sulle cose ordinarie. Perché? Perché non hanno mai lavorato un giorno in vita loro fuori dalla politica e gli diamo da gestire cose che sono multimiliardarie pensando che come per magia si trasformino tutti in Marchionne. Non sono Marchionne, quello è Salvini, per cui non le fa le cose”.
Infine, sull’Autonomia differenziata: “Per come stata impostata è una follia e non solo per il sud. Anche per il Nord: per le competenze che ci sono in Autonomia, noi dovremmo avere ogni regione con la sua società elettrica, ogni regione con la sua società di distribuzione del gas, ogni regione che può mettere un veto, cioè bocciare gli accordi commerciali fatti dall’Unione Europea, per cui non devono essere approvati solo in parlamento… Diventano Signorie… diventa l’Italia divisa in Signorie”.
Francesco Denisi, Consigliere regionale di Azione, ha dichiarato in merito all’incontro: “Il Messaggio di Calenda per questa città e per questo regione è quello di un segnale di vicinanza, di attenzione per questa terra, di vicinanza al gruppo dirigente, perché vuole aiutare la Calabria e aiutare il gruppo di Azione a crescere e radicarsi in questo territorio. Radicarsi con l’individuazione di azioni di buona politica, di buona amministrazione, di buon governo, e lui (Calenda, ndr) da persona concreta, tiene tantissimo a proporre quelle che sono le sue soluzioni, quelle che sono le sue ricette… che abbiamo scoperto, nel periodo in cui è stato ministro, essere delle ricette vincenti. Mi riferisco ai programmi nel campo dell’industria aziendale, nel senso che è un ministro che ha lasciato il segno. Tant’è che parte della Confindustria Italia si auspica che veramente ci sia la sua mano anche per i futuri governi, e che sotto questo aspetto delle misure siano riprese anche questo Governo Meloni in carica”.