Un sedicenne, Giuseppe Pugliese, è morto a Castrovillari dopo essersi schiantato contro un palo della luce a bordo della sua moto. Il ragazzo, ieri sera, mentre transitava su via del Cerviero, nelle vicinanze del Tribunale, per cause in corso d’accertamento, ha perso il controllo della moto 125 sulla quale era in sella ed ha sbandato finendo contro un palo della luce. Sul posto sono giunti i sanitari del 118 che gli hanno prestato le prime cure poi, visto le gravissime condizioni in cui versava, è intervenuto anche l’elisoccorso. Soccorsi purtroppo risultati vani. Il sedicenne, a causa della lesioni riportate nell’impatto, non ce l’ha fatta. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti anche i carabinieri della compagnia di Castrovillari. (ANSA).
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Sprovvisti di licenza e senza autorizzazioni, ma presenti su internet per intercettare da tutto il mondo le prenotazioni on-line per un soggiorno nella “perla del Tirreno”. I finanzieri della Tenenza di Tropea in collaborazione con la Polizia locale, nelle ultime settimane hanno eseguito una serie di controlli nei confronti degli esercizi di Bed and Breakfast, scovando 38 strutture completamente abusive. I finanzieri hanno individuato le strutture ricettive on line e dopo avere riscontrato la loro presenza sul territorio anche a seguito di sopralluoghi nelle adiacenze delle strutture reclamizzate. Quindi hanno proseguito l’attività di analisi incrociando i dati presenti nelle banche dati in uso al Corpo con le informazioni rilevate su siti internet e social network, acquisendo informazioni sul numero di stanze, i prezzi praticati, le recensioni e i feedback ricevuti dai clienti, e svolgendo una azione di osservazione e controllo, a conferma dell’esercizio abusivo dell’attività ricettiva. Al termine degli accertamenti, i 38 Bed and Breakfast, pur essendo sistematicamente pubblicizzati sui siti internet specializzati, sono risultati non in regola con il fisco. Inoltre non hanno mai dato corso alla denuncia di inizio attività agli uffici comunali, omettendo, di conseguenza, il pagamento dei tributi locali, Imu, Tari e imposta di soggiorno. Ai titolari delle strutture abusive sono state contestate sanzionati amministrative fino a 38.000 euro, per l’esercizio dell’attività ricettiva in assenza delle prescritte autorizzazioni. (ANSA).
È durata 24 ore la fuga di Francesco Sapone, il 42enne che nella notte tra mercoledì e giovedì, a Reggio Calabria, ha investito volontariamente con la sua auto due persone, uccidendo un ragazzo di 27 anni, Moussine El Rhannaoui di nazionalità marocchina. La tragedia si è consumata nel piazzale della stazione di servizio Q8 sulla statale 106. L’uomo, già noto alle forze dell’ordine, si nascondeva a Motta San Giovanni dove già ieri, nei pressi dell’abitazione del suocero, la polizia aveva trovato la sua auto utilizzata per investire la vittima e un altro cittadino italiano che è rimasto ferito. Sapone è stato sorpreso da una pattuglia delle Volanti mentre si trovava per strada, intento a rinfrescarsi da una fontanella pubblica. Non ha opposto alcuna resistenza ed è stato, quindi, arrestato dalla squadra mobile, diretta da Alfonso Iadevaia e coordinata dal procuratore Giovanni Bombardieri e dal pm Lucia Spirito che hanno ricostruito la dinamica dell’omicidio indirizzando sin da subito le indagini sulla cattura nella zona di Motta San Giovanni. L’uomo è stato sottoposto a fermo per omicidio ed è stato accompagnato al carcere di Arghillà in attesa della convalida del gip. L’indagato è noto alle forze dell’ordine perché ritenuto vicino alle cosche della zona di Pellaro. Da precedenti indagini, infatti, era emerso che il ricercato era solito frequentare la stazione di servizio dove, nella notte tra mercoledì e giovedì, ha incrociato Moussine El Rhannaoui e la seconda vittima. Grazie alle telecamere presenti sul posto, la squadra mobile ha ricostruito la dinamica dei fatti. In sostanza, probabilmente sotto l’effetto dell’alcool, per futili motivi l’arrestato ha provocato la lite che si è conclusa con lui che ha preso la propria auto e ha travolto i due ragazzi nel piazzale, prima di darsi alla fuga. (ANSA).
“Orizzonte meridionale”, il nuovo brano del cantautore cosentino Vinci Ferrer
Vinci Ferrer, nome d’arte scelto da Vincenzo Gatto, è un cantautore cosentino classe ’89, che esce il 21 luglio con il suo nuovo brano dal titolo “Orizzonte meridionale”.
Il cantautore cosentino vanta, nella sua carriera, oltre alla pubblicazione di altri inediti, la partecipazione a numerosi stage, eventi canori e concorsi.
Finalista nel 2011 del Festival di Avezzano e nel 2015 dell’8° Concorso Canoro Interpreti Musica Italiana durante il quale ha duettato con il frontman degli Studio 3. E’ stato, inoltre, finalista al Premio Eleonora Lavore nel 2022 e nel 2023.
Scritto a quattro mani con l’artista e produttore calabrese Joe Santelli, che di “Orizzonte meridionale” compone e suona interamente le musiche, questo brano è un inno alla bellezza della vita vissuta appieno.
In un mondo complesso, nel quale il rischio è di sentirsi incompleti, alla perenne e ossessiva ricerca della felicità, attraverso questo pezzo, Vinci Ferrer ci invita ad uno sguardo sulle cose fatto di leggerezza, spensieratezza e condivisione.
Come i protagonisti di un film, basta premere Rec, buttarsi nelle situazioni e vivere quello che è il set della nostra vita.
Il sound del brano è pop-dance, con richiami estivi e vestiti di un suono elettronico moderno.
È ben riconoscibile nel brano la ricerca operata da Joe Santelli perché la musica – con i suoni ed i synth utilizzati – fosse capace di trasmettere i sapori mediterranei: il risultato è il viaggio di una intera estate dentro una canzone e ci trasmette la bellezza e la malinconia di una stagione che nasce con la sua leggerezza ma che dovrà, comunque, finire.
Il video porta la firma dei registi Francesca Leale e Jacopo Sica (Fb e Insta Le Phoblime).
In allegato il brano in formato mp3 e la sua copertina oltre ad una foto di Vinci Ferrer.
Ѐ stato un percorso difficile ed entusiasmante. Difficile per il coraggio che ha comportato rimettersi in gioco per raggiungere un obiettivo che ha il sapore della libertà e del riscatto. Entusiasmante per la passione e l’impegno, il combinato disposto che ha consentito a nove donne di riconquistare uno spazio di autonomia. Un percorso durato 12 mesi – mille ore di formazione, 550 ore in aula e 450 di tirocinio presso i servizi socio-sanitari – nel corso del quale hanno trovato il sostegno e i sorrisi dei docenti e degli operatori del Centro calabrese di solidarietà che hanno realizzato il progetto Pa.O.La, acronimo di “Pari opportunità lavoro”, finanziato dal Fondo beneficenza Intesa San Paolo.
Il progetto è stato realizzato in coerenza con l’agenda 2030 delle Nazioni Unite per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile: ha voluto incidere sulla situazione delle donne calabresi, in particolar modo, inglobando due obiettivi dell’Agenda: l’Obiettivo 4 (che prevede di garantire un’istruzione di qualità inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento continuo per tutti) e l’Obiettivo 5 (che si pone l’intento raggiungere l’uguaglianza di genere e l’autodeterminazione di tutte le donne e ragazze).
Nove donne che hanno studiato e si sono impegnate, nelle migliori condizioni possibili tanto che mentre seguivano il corso, i propri bambini giocavano tranquilli nelle stanze appositamente adibite nella sede del Centro calabrese di solidarietà con operatori ad hoc che li hanno seguiti in questo nido speciale.
Anche quando hanno dovuto svolgere il tirocinio in tre strutture: Karol Betania Strutture Sanitarie Srl; Fondazione Betania Onlus; Fondazione Oasi Padre Pio (che ha ospitato una sola tirocinante per il solo ambito sociale).
L’esame finale per il conseguimento dell’attestato di qualifica di Operatore Socio-Sanitario si è articolato su due giorni, gli scorsi 17 e 18 luglio scorsi, ed è stato costituito da una prova orale sulle materie oggetto della formazione teorica da una prova pratica consistente in una simulazione di un processo assistenziale di competenza.
Tutte e nove le allieve sono risultate idonee. Un ringraziamento particolare la responsabile del Centro studi del centro Calabrese e responsabile del progetto, Katia Vitale, lo ha voluto rivolgere membri della commissione: Giuseppe Varacalli (presidente) in qualità di rappresentante del Dipartimento regionale Tutela della Salute e Politiche Sanitarie; Roberto Attanasio in qualità di rappresentante del Dipartimento regionale Politiche Sociali, Lavoro, Formazione professionale; Gianfranco Merando in qualità di direttore del corso; Giacomo Rotella in qualità di docente; e Giuseppina Iervasi in qualità di docente.
L’Osservatorio regionale sulla Violenza di Genere incontra il Presidente Mancuso
“Va apprezzato il metodo di lavoro dell’Osservatorio contro la violenza di genere, teso a fronteggiare la gravità della problematica con un approccio concreto e propositivo, in stretta sinergia con le linee programmatiche della Regione”.
L’ha detto il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, nel corso di un incontro con l’avv. Giusy Pino, coordinatrice dell’Osservatorio sulla violenza di genere (istituito con legge regionale nel 2016) e al quale hanno partecipato anche le altre componenti e gli esperti dell’Osservatorio: la dott.ssa Isolina Mantelli, l’avv. Lucia Lipari, il dott. Luca Lanzino, il dott. Pasquale Ciurleo, la dott.ssa Francesca Mallamaci, la dott.ssa Anna De Gaio, il dott. Antonio Gioiello, l’avv. Annamaria Curia.
L’avv. Pino ha esposto al presidente Mancuso le iniziative su cui l’Osservatorio sta intensamente lavorando. Tra cui un evento di carattere nazionale (gli Stati generali contro la violenza di genere) che si terrà per la prima volta a Reggio Calabria, a ridosso della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, e che sarà illustrato alla stampa dopo l’estate.
Oggetto del confronto anche l’esigenza di garantire un’adeguata autonomia abitativa ed economica alle donne vittime di violenza.
Dal costante confronto con le donne e con i centri e reti antiviolenza emerge, infatti, che la questione alloggiativa rientri tra i nodi da sciogliere per consentire la fuoriuscita delle donne, e delle madri con figli minori, dal nucleo familiare viziato e dalla spirale del partner maltrattante. Fondamentale, in tal senso, appaiono gli strumenti di welfare che le accompagnino nei percorsi di libertà e autonomia. “Avere un sostegno immediato e concreto, è essenziale – ha sottolineato l’avv. Pino – per le vittime di violenza domestica prive di risorse economiche, poiché le aiuta a maturare la decisione di allontanarsi dal contesto familiare abusante e di intraprendere un percorso di emancipazione e ricostruzione di una vita libera dalla violenza. Dunque, l’affrancamento delle donne dall’esperienza di violenza va sostenuto con forza e deve prevedere soluzioni abitative adeguate. Fondamentale è pertanto la sinergia e la collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti nell’assistenza alle donne vittime di violenza, soggetti istituzionali e sociali, e di cui l’Osservatorio si propone di essere anello di congiunzione, con l’obbiettivo di ottenere tutele crescenti per le donne, partendo dall’esigenza alloggiativa”.
A tal proposito, il presidente Mancuso ha immediatamente fissato a una delegazione dell’Osservatorio un appuntamento col commissario dell’Aterp Paolo Petrolo, per mercoledì prossimo, “al fine di discutere delle modalità operative attraverso cui potere offrire interventi logistici sicuri che prevedano la programmatica sistematizzazione delle donne e dei minori e il recupero di una quotidianità scevra da abusi”.
Ha concluso il Presidente del Consiglio regionale: “In Calabria, dove i numeri sulla violenza alle donne sono allarmanti, è necessario adoperarsi concretamente per sostenere la cultura della legalità, realizzando un sistema di protezione radicato nei territori. Dal potenziamento della rete dei centri antiviolenza, all’aumento delle case rifugio, all’attivazione in tutti gli ospedali dei percorsi rosa per le donne vittime di violenza”.
Polo museale di Crotone-Capo Colonna, nel prossimo Consiglio Regionale la mozione per il riconoscimento dell’Autonomia speciale
Attraverso tale mozione i promotori chiedono alla massima assemblea regionale di impegnare formalmente la Giunta regionale a promuovere l’assegnazione di “Autonomia speciale al Museo archeologico nazionale di Crotone ed al Museo e Parco archeologico nazionale di Capo Colonna”, attraverso una richiesta rivolta alla Direzione regionale musei e quindi al ministero della Cultura.
Nel testo del documento si cita anche il possibile accorpamento del Parco archeologico di Capo Colonna a quello di Sibari, cui potrebbe seguire la soppressione della Soprintendenza Abap di Catanzaro e Crotone.
Entrambe eventualità da scongiurare a parere di Lo Schiavo e Talerico che, altresì, evidenziano l’importanza del Polo museale crotonese chiedendone, appunto, il riconoscimento dell’Autonomia speciale sostenendo così l’analoga iniziativa assunta dal Consiglio comunale pitagorico.
Alla base della richiesta vi sono anche, ricordano i due esponenti di Palazzo Campanella, le gravi criticità gestionali che “evidenziano la situazione di degrado in cui versa in particolare il Parco di Capo Colonna, caratterizzata dalla proliferazione a dir poco invasiva della vegetazione; la stessa circostanza – aggiungono – si registra nell’area spettacoli (teatro), localizzata dietro il museo, e nel Giardino di Hera, interno alla struttura museale, impraticabili per la presenza di vegetazione esageratamente alta”.
Quindi, si fa presente che “l’inquadramento amministrativo dei musei pitagorici determina una competenza diretta per quanto attiene interventi di manutenzione, anche ordinaria, alla Direzione regionale musei Calabria; questo status di dipendenza organizzativa mal si concilia con le esigenze di tutela del patrimonio archeologico di uno dei siti più importanti del Meridione ed è pertanto necessario adoperarsi per porre rimedio alle carenze organizzative dei musei e di manutenzione del Parco archeologico”.
Per Lo Schiavo e Talerico: “scenari positivi, viceversa, potrebbero realizzarsi con il conferimento dell’autonomia, pienamente crotonese, per il Parco e i Musei e le strutture già annesse come la Fortezza di Le Castella, anche in considerazione degli sforzi di natura finanziaria e progettuale che attualmente sono in itinere”.
I componenti del Gruppo misto ricordano, infine, che “ai sensi dell’articolo 14, comma 2, del Decreto legge 31 maggio 2014, n. 83, convertito con modificazioni dalla legge 29 luglio 2014, n. 106, ‘gli istituti e luoghi della cultura statali e gli uffici competenti su complessi di beni distinti da eccezionale valore archeologico, storico, artistico o architettonico, possono essere trasformati in soprintendenze dotate di autonomia scientifica, finanziaria, organizzativa, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica e nel rispetto delle dotazioni organiche’. Il Museo archeologico nazionale di Crotone ed il Museo e Parco archeologico nazionale di Capo Colonna – concludono – rientrano senza dubbio tra i luoghi della cultura indicati dalla norma”.
“I luoghi di Cassiodoro in Calabria. Per una ricostruzione topografica della diocesi di Scolacium nella Tarda Antichità” sarà il tema della conversazione promossa dall’Associazione Culturale Anassilaos, che il Prof. Domenico Benoci , Docente di Archeologia Cristiana presso l’Università Pontificia Regina Apostolorum e Dottore di Ricerca e collaboratore presso il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, terrà sabato 22 luglio con inizio alle ore 19,00 presso lo Spazio Open nell’ambito nell’ ambito delle manifestazioni dell’Estate Reggina 2023 realizzate dal Comune di Reggio Calabria. Premio Anassilaos Giovani il Prof. Benoci partecipa attivamente a progetti di ricerca archeologica, valorizzazione e fruizione dei beni culturali con diverse istituzioni, quali la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, l’Istituto Superiore di Scienze del Patrimonio Culturale del CNR, le Università La Sapienza e Roma Tre. Il suo campo di studi comprende l’archeologia tardoantica e cristiana, con particolare attenzione all’epigrafia. La conversazione che egli terrà consentirà di approfondire la figura di una delle personalità più eminenti della tarda antichità, quel Flavio Magno Aurelio Cassiodoro, uomo politico e letterato la cui esistenza è strettamente alla terra di Calabria dove nacque intorno al 490 d.C. e dove morì intorno al 580. La sua vita pubblica è collegata alla figura di Teodorico di cui fu nel 507 questore, nel 514 console, e nel 523 magister officiorum, impegnato in una politica volta a conciliare, se non fondere, Romani e Goti. Le vicende successive della storia dei Giti in terra italiana lo videro vicino ad Atalarico, consigliere di Amalasunta, di Teodato e Vitige. La riconquista dell’Italia da parte di Giustiniano con il grande generale Belisario mise fine agli ideali di conciliazione tra romanità e germanesimo. Si ritirò dunque a Squillace, nei cui dintorni, a Vivario, fondò quel monastero che grazie alla raccolta di codici e allo scriptorium costituì una delle poche luci della cultura tardo medievale.
Ci sono anche due ex sindaci di Scilla tra le 19 persone rinviate a giudizio dal Gup distrettuale di Reggio Calabria nell’ambito dell’inchiesta denominata “Nuova linea” sulla cosca Nasone-Gaietti della ‘ndrangheta basata sulle indagini dei carabinieri.
I due ex primi cittadini a giudizio sono i fratelli Gaetano e Pasqualino Ciccone, imputati il primo di traffico di influenze illecite, reato aggravato dal favoreggiamento alla ‘ndrangheta, e il secondo di scambio elettorale politico-mafioso.
Pasqualino Ciccone, in particolare, è accusato di essere stato sostenuto dalla ‘ndrangheta nelle elezioni del 2020, quando è stato eletto sindaco per la seconda volta con il 97,84% dei voti.
Secondo i pm, Ciccone, quale candidato a sindaco, avrebbe accettato da Giuseppe Fulco, ritenuto il boss della cosca Nasone-Gaietti, e dagli altri affiliati del gruppo criminale, secondo quanto é detto nel capo d’imputazione a suo carico, “la promessa di procurare voti, grazie alle capacità d’infiltrazione nel tessuto sociale in cambio della promessa di utilità consistenti, tra l’altro, nel garantire il rilascio di concessioni di beni pubblici o di assicurare altre indebite agevolazioni negli uffici dell’Amministrazione comunale, e, più in generale, della disponibilità a soddisfare interessi ed esigenze dell’anzidetta associazione”.
Il Gup distrettuale, Valerio Trovato, nel disporre il rinvio a giudizio, ha accolto la richiesta del Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri e dei sostituti della Dda Walter Ignazitto, Nicola De Caria e Diego Capece Minutolo.