Prestigioso riconoscimento per Natalino Gallo Presidente della OP Agricor di Corigliano-Rossano tra i premiati alla IX edizione del prestigioso Premio d’Eccellenza “100 Eccellenze Italiane”, che si è svolto a Roma nella Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, sede della Camera dei Deputati. Tra i cento migliori protagonisti dell’Italia che si sono contraddistinti nell’annata che sta per terminare nei vari ambiti professionali che spaziano, dalla medicina, al sociale, magistratura, cinema, sport, giornalismo, ambiente, agroalimentare e altro. Cento personalità di alto profilo, importanti enti e aziende di successo, che si sono distinti non per un’unica azione meritoria, ma per la loro intera storia da protagonisti di primo piano della vita del Paese. “Ancora una volta la Calabria è in prima fila e si distingue per capacità imprenditoriale – commenta con soddisfazione il presidente di Coldiretti Calabria Franco Aceto. A Natalino Gallo che guida una rilevante realtà agroalimentare della piana di Sibari che immette sul mercato un prodotto fresco di qualità garantita attraverso pratiche colturali rispettose dell’ambiente vanno i miei personali complimenti e di tutta la Coldiretti Calabria. Essere premiato tra i 100 protagonisti della migliore Italia, in virtù del prezioso contributo recato alla crescita del nostro paese non è cosa da poco! Dopotutto – aggiunge Aceto – il sistema di lavorazione della OP Agricor risponde alle esigenze della moderna distribuzione sempre più attenta alla domanda del cittadino- consumatore. Ambiente, salute, territorio, sistema di qualità, centralità del consumatore, sono alcuni degli indicatori l’azienda mette in atto durante tutto il processo produttivo che gli permettono di raggiungere standard qualitativi che consentono di far arrivare sulle tavole del consumatore un prodotto sano e gustoso ad un giusto prezzo. Sono certo, – conclude Aceto –che questo illustre riconoscimento non è un traguardo ma un premio a ciò che è stato fatto , nella convinzione che insieme agli agricoltori e a suoi collaboratori continuerà a lavorare con grinta e determinazione, mantenendo i piedi per terra come ha sempre fatto”.
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Il Comitato Ponte Subito: “vergognosa censura su Facebook, intervengano le Istituzioni. Bene Mef nella Società”
“Quello che è successo ieri, con la rimozione della pagina facebook Ponte sullo Stretto di Messina che aveva smascherato le bufale di Report contro il Ponte, è gravissimo: le Istituzioni italiane ed europee intervengano per ripristinare la libertà sul noto social network di Mark Zuckerberg”. Con una nota, il Comitato Ponte Subito sottolinea la gravità dell’episodio di ieri. “Successivamente – prosegue il comitato che da 15 anni si batte per la realizzazione del Ponte – la pagina è stata ripristinata ma i post in cui c’erano tutti i dati scientifici che smentivano le fake news di Report sono stati rimossi. Lo stesso Report, sul sito ufficiale, ha chiesto scusa per le infamanti accuse ai gestori della pagina, due ragazzi siciliani e calabresi, di essere legati a Webuild riconoscendo come la pagina sia autonoma, indipendente e libera. A Gianfranco e Alessandro tutta la nostra solidarietà e l’invito a proseguire con forza, orgoglio, passione e coraggio una battaglia di scienza e libertà, prima che di sviluppo per il nostro territorio”.
“Quella di ieri – prosegue il Comitato Ponte Subito – è stata una giornata importante per l’aumento di capitale della Società Stretto di Messina SpA sancito con l’ingresso del Mef nella compagine societaria come socio di maggioranza. Apprezziamo molto quest’ulteriore passaggio che inietta liquidità, credibilità e autorevolezza al progetto confermando quanto già documentato dal governo Meloni: si fa sul serio, l’inizio dei lavori è sempre più vicino e il nervosismo degli oppositori che – come abbiamo visto con Report – hanno alzato il tiro delle polemiche cavalcando luoghi comuni e leggende metropolitane, hanno paura davvero. Prima dicevano che non c’era il progetto, poi che non c’erano i soldi: adesso che ci sono sia i soldi che il progetto decidono di scendere in piazza e divulgare menzogne, provando a bloccare tutto come hanno già fatto con la TAV e con la TAP imbrogliando i cittadini in modo strumentale. E sono destinati a fallire, ancora una volta”.
La Cittadella universitaria ha accolto circa tremila studenti delle scuole superiori che hanno riempito aule, terrazze e laboratori dell’Università Mediterranea, i cui viali brulicavano di giovani entusiasti e curiosi di scoprire i luoghi in cui si svolge la vita accademica.
I ragazzi, insieme ai loro docenti, hanno potuto visitare l’Ateneo e acquisire informazioni più dettagliate e dirette sugli oltre 50 percorsi formativi delle nostre diverse Aree disciplinari: Agraria, Architettura, Design, Economia, Giurisprudenza, Ingegneria, Scienze Infermieristiche, Scienze Sportive, Scienze Umane.
Il Rettore, prof. Giuseppe Zimbalatti, si è detto profondamente soddisfatto per gli esiti di questa giornata e sul punto si è espresso con queste parole: “non solo si è registrata una grandissima partecipazione da parte degli studenti delle scuole di Reggio Calabria e della provincia, ma soprattutto è stato compreso il significato che l’Università Mediterranea ha inteso dare all’Open Day, che è quello di promuovere un orientamento consapevole. Con questo fine i Dipartimenti e le Strutture dell’Ateneo hanno offerto informazioni sui corsi di studio, sui servizi, sulle modalità di iscrizione e sulle opportunità previste dal diritto allo studio.”
Ha poi proseguito la prof.ssa Rossella Marzullo, Delegata Orientamento di Ateneo: “L’Open Day dell’Università Mediterranea è stato strutturato in modo tale da favorire massimamente il confronto, la riflessione, il dialogo e l’ascolto delle ragazze e dei ragazzi nella delicata fase del passaggio dalla scuola secondaria di secondo grado agli studi superiori. Tutto è avvenuto all’insegna della convivialità e dell’interazione, anche grazie alla presenza di Luca Abete che ha scelto la Mediterranea per il suo tour motivazionale #NonCiFermaNessuno. Il messaggio lanciato da Abete, che ha incoraggiato i giovani a non arrendersi mai di fronte alle sfide che la vita presenta, è perfettamente in linea con la missione sociale ed etica dell’Università: fornire gli strumenti per affrontare il futuro, formare le coscienze, le competenze e le capacità dei giovani che del domani saranno gli artefici.”
Gli studenti, i docenti e anche i genitori interessati hanno potuto visitare gli stand dei dipartimenti, gli spazi che l’Università Mediterranea di Reggio Calabria mette a disposizione dei ragazzi e che affacciano sulla splendida vista dello Stretto, le terrazze, i punti ristoro, la palestra e i numerosi laboratori presenti nella Cittadella. D’altra parte, l’adeguata conoscenza dell’ambiente di studio è fondamentale per stimolare nei ragazzi, sin dall’inizio del loro percorso, una partecipazione attiva che li renda protagonisti della loro scelta.
L’Ateneo reggino, sia sotto il profilo informativo che sotto quello espositivo, si è posto al fianco degli studenti per guidarli nella scelta del percorso di studi, fornendo loro anche notizie importanti sugli attuali sbocchi occupazionali e sui servizi offerti. L’Open Day di oggi ha voluto infondere nei giovani e nelle loro famiglie speranza e fiducia nel futuro. Un futuro possibile anche nella propria terra, un futuro che inizia nell’Università Mediterranea.
Piccolo, dalle dita troppo corte per suonare il piano, lontano da ogni stereotipo di perfezione. Eppure un genio che ha lasciato un’impronta eterna nella musica d’autore italiana. Parliamo di Lucio Dalla, che stasera (1 dicembre 2023 alle ore 21:00) lo spettacolo prodotto da Scena Verticale, “Aspettiamo senza avere paura, domani – Canzoni e disquisizioni su Lucio D.” tributerà all’Auditorium De Gasperi di Reggio Calabria, nell’ambito del festival Balenando in burrasca. Uno spettacolo di e con Sasà Calabrese, Daniele Moraca e Dario De Luca, una delle voci più iconiche del teatro calabrese, colui che ha portato il teatro contemporaneo in Calabria decidendo tenacemente e follemente di restare e con cui abbiamo fatto una piacevole chiacchierata … aspettando senza avere paura, stasera.
Dario De Luca, il tuo percorso si identifica con quello di Scena Verticale fondata a Castrovillari ormai più di 30 anni fa insieme a Saverio La Ruina. Qual è l’impegno della compagnia?
“Volevamo provare a rimanere in Calabria e partendo dalla nostra Calabria invadere l’Italia! Tenere come luogo privilegiato, anche di ricerca, il nostro territorio e la nostra lingua, e, con i nostri strumenti e con queste armi provare a raccontare un angolo di società e un angolo di terra poco conosciuta e poco battuta a livello teatrale. Infatti, molti lavori di Scena Verticale hanno utilizzato il dialetto anche in tempi non sospetti dagli anni ’90 in poi e tante volte abbiamo provato a dire la nostra su tematiche importanti partendo dai nostri luoghi d’origine. Ad esempio, abbiamo fatto spettacoli sulla transessualità (dove c’erano transessuali calabresi) negli anni ’90, io ho fatto un lavoro sull’Alzheimer e uno sul fine vita, Saverio ha lavorato anche su tematiche di violenza sulle donne, da “Dissonorata” a “Polvere” a La Borto. Tra l’altro, sempre, mi permetto di dirlo, un attimo prima che la società la vivesse poi come urgenza. In un momento in cui ci ponevamo delle questioni, senza mai pensare alla tematica ma sentendo il bisogno di costruire delle storie intorno a delle dinamiche che noi sentivamo urgenti”.
Cosa significa fare teatro in Calabria? L’hai definita “una terra ostile”, eppure sei rimasto e la racconti… E’ un modo per combattere e vincere quest’ostilità?
“A distanza di tanti anni ribadisco che è una terra ostile, anche senza mezzi termini, senza rabbia. È una terra madre che non ama, che non aiuta i suoi figli. Ma la volontà e il bisogno di restare nascono da tante motivazioni, dalla speranza che qualcosa succeda, che ci sia un’attenzione maggiore. Insomma, un modo per combattere quanto meno quest’ostilità più che vincerla. Non so mai, infatti, chi è più coraggioso (o vigliacco), tra chi è andato via e chi è rimasto. Però se sei rimasto devi fare qualcosa per provare a cambiare questa terra, sennò è meglio andare fuori e dimenticartela. D’altra parte è una terra che ti dà tanto, in termini di “sguardo”. Aveva ragione Cassano quando teorizzava il “pensiero meridiano”, io penso che il nostro sguardo sia diverso, uno sguardo che parte dai borghi e guarda verso il centro e chi ce l’ha penso sia più illuminato degli altri, vede delle cose che gli altri non vedono”.
Una “follia” quella di restare che vi ha portato ad ideare nel 1999 anche un festival, “Primavera dei teatri”, peraltro insignito del premio speciale Ubu. Cosa c’è dietro quest’impresa?
“In realtà, c’è la stessa volontà di fare nella nostra terra. Il teatro contemporaneo non arrivava in Calabria e noi abbiamo provato a dare un luogo alla Calabria dove potesse arrivare l’ultima generazione teatrale, la nuova drammaturgia, i linguaggi teatrali che utilizza il contemporaneo. Il festival coinvolge compagnie da tutta Italia e da qualche anno abbiamo iniziato ad avere uno sguardo sull’internazionale, proprio per dare la possibilità a tutti, compresi i nostri figli, di avere le stesse opportunità di visione che hanno i giovani a Bologna piuttosto che a Milano o a Parigi”.
Nella tua carriera hai fatto anche cinema, tra cui “La vera leggenda di Tony Vilar” e “Boris”. Cosa hanno rappresentato queste esperienze per te?
“Il cinema è ancora un terreno abbastanza fertile per me. Mi è capitato di stare in produzioni importanti, di nicchia ma che hanno un valore, alcune produzioni particolari che il cinema italiano ha messo in campo. Sono state delle belle esperienze assolutamente che continuerei a fare. Il cinema ha un’altra modalità di produzione e anche l’essere attore ha due modalità diverse, l’attore teatrale ha un modo di stare nel qui e ora visto che va in scena tutte le sere che l’attore di cinema non ha. Ma è una modalità che mi interesserebbe continuare. Tra l’altro, sono convinto che in alcuni progetti, non in tutti ovviamente, gli attori di teatro prestati al cinema siano straordinari. Hanno un modo eccezionale di gestire i sentimenti dei personaggi perché vengono appunto da una gavetta di palcoscenico che gli attori che hanno fatto solo cinema non hanno. Ritengo che quando gli attori teatrali approdano al cinema ci lasciano sempre delle pietre miliari”.
Fai tante attività anche nel campo del sociale per soggetti svantaggiati e ragazzi con disabilità. Me ne parli?
“Lavoro con l’associazione Famiglie Disabili (FD) a Castrovillari. È un lavoro che porto avanti dal 1999, per cui sono tantissimi anni. Si tratta di laboratori di teatro e di espressività teatrale che continuo a portare avanti perché pur non essendo un terapeuta, il lavoro che faccio con il teatro per loro è terapeutico. Soprattutto dopo la pandemia, pur avendo fermato un po’ gli altri percorsi laboratoriali, nelle carceri (a Rossano e a Castrovillari) e nelle scuole, ho voluto proseguire coi laboratori con la disabilità perché ne sentivo il bisogno, perché dopo la pandemia loro sono stati i soggetti più danneggiati, sono più fragili e avevo voglia di farli tornare fuori di casa e fargli fare un’attività che potesse piacergli”.
Passiamo ai progetti di teatro-canzone che ormai porti avanti da molti anni, in cosa consistono?
“La musica è uno strumento che utilizzo molto spesso per andare in scena, vengo dalla prosa ma mi piace che la musica sia presente, sia parte espressiva del mio stare sul palco. Con Giuseppe Vincenzi ho fatto un percorso di teatro-canzone, intendendo la modalità inventata da Gaber e da Luporini, di utilizzare la forma canzone e i monologhi per raccontare delle cose. Così con Giuseppe che è autore di canzoni abbiamo fatto degli spettacoli di teatro-canzone intorno alla società, uno, ad esempio, racconta del bisogno che la nostra società ha di mantenere giovani tutti per non dargli mai posti di potere, e si intitola “Morir sì giovane e in andropausa”, l’altro è un ragionamento sul nostro rapporto con i social, col lavoro interinale, che si intitola “Va pensiero che io ti copro le spalle”. Ora abbiamo in mente di fare un terzo progetto per chiudere la trilogia sul lavoro”.
Anche lo spettacolo di stasera “Aspettiamo senza avere paura domani” si innesta nel teatro-canzone…
“Esatto. Con altri fratelli musicisti, Sasà Calabrese e Daniele Moraca, durante la pandemia c’era venuta voglia di ragionare intorno al mondo poetico di Lucio Dalla. E abbiamo iniziato a lavorare a questo spettacolo che si intitola “Aspettiamo senza avere paura domani”. Un titolo prepandemico, perché abbiamo iniziato a lavorarci prima della pandemia, ma che è stato profetico. Dovevamo debuttare infatti il 7 o l’8 marzo del 2020 e poi ci hanno chiuso, quindi è diventato premonitore ma anche un titolo di speranza nel momento in cui tutti siamo usciti anche questo spettacolo è stato proposto al pubblico. Si tratta di un percorso molto musicale, si suona e si canta tanto intorno a Lucio Dalla, con monologhi che raccontano il suo percorso poetico e di vita, ci sono anche dei video poco conosciuti che accompagnano tutto lo spettacolo. L’atteggiamento, nel momento in cui ci siamo messi a fare questo spettacolo, è quello di tre autori (due compositori/cantautori e un autore di prosa) che guardano all’autorialità di questo grande maestro che è stato Lucio Dalla”.
“Leggo le ultime dichiarazioni del sig. Mario Tozzi, geologo e conduttore Tv, sul Ponte sullo Stretto, e rabbrividisco di fronte alle sciocchezze che ha avuto l’ardire di pronunciare, facendo un’opera di disinformazione colossale e terrorizzando inutilmente e irresponsabilmente i cittadini. Forse la sua notorietà gli ha preso la mano, senza farlo riflettere su quanto stava dicendo”.
La Senatrice della Lega, Tilde Minasi, interviene a commento delle parole del geologo Tozzi, che critica pesantemente il Ponte sullo Stretto, definendolo “sciagura che va evitata in ogni modo”, che in caso di forte sisma unirebbe “due cimiteri” e “opera che non ha niente di pratico e niente di utile”.
“Parto da quanto Tozzi afferma circa l’utilità dell’opera”, dice la Senatrice. “E’ evidente che parla dal suo pulpito dei salotti Tv o della comoda poltrona di casa sua o del suo ufficio, senza minimamente conoscere il territorio su cui il Ponte verrà realizzato. Mi viene da pensare che non sia nemmeno mai stato sullo Stretto o che ci sia stato solo per ragioni turistiche. E’ chiaro che Tozzi – prosegue Minasi – non sa quali e quanti disagi affrontino quotidianamente non i turisti come lui, che una tantum scelgono di visitare Calabria e Sicilia, ma le migliaia di pendolari, costretti a spostarsi per portare un tozzo di pane a casa e che, ogni giorno, sono appesi agli orari del traghettamento o alle condizioni meteo del mare o, ancora, per chi deve attraversare in macchina, alle file di ore e ore che si formano agli imbarchi in determinati momenti dell’anno o, talvolta, della giornata. E’, anzi, davvero sciocco e arrogante da parte sua fare ragionamenti così infantili, miopi e totalmente scollati dalla realtà, una realtà che, appunto, disconosce completamente. Inoltre – continua Minasi – unire la Sicilia e il Sud Italia all’Europa non significa che “una persona di Berlino che volesse andare a Palermo in macchina va ricoverata”, come lui stupidamente dice, pensando forse di essere simpatico e ironico, ma significa creare un collegamento stabile, continuo e rapido innanzitutto per le merci, dando così un enorme impulso allo sviluppo di quei territori. Per quanto riguarda, poi, la pericolosità sismica e quella orribile frase sui due “cimiteri” che, con enorme cattivo gusto, ha pensato bene di usare, abituato evidentemente a fare show in tv ed evidentemente ritenendo, in questo caso, di essere intelligentemente sarcastico, forse nasce dalla sua invidia per non essere stato consultato da fior di scienziati e geologi che da decenni studiano a fondo il territorio e hanno confermato la fattibilità dell’opera? Certamente ritengo che qualunque professionista e studioso responsabile e competente non si sarebbe mai pronunciato, e con toni così violenti, senza conoscere in dettaglio dati, calcoli, rilievi effettuati. Chi quei dati li conosce e ha effettuato rilievi e calcoli, ha concluso che l’opera può essere costruita e l’ha progettata. A dispetto del geologo televisivo Mario Tozzi. Perché dovremmo fidarci di lui e non di chi se n’è occupato, con studi approfonditi, in prima persona? Il fatto di essere geologo e ricercatore al Cnr – dice ancora Minasi – non lo autorizza automaticamente a esprimersi con affermazioni così tranchant, che, come dicevo, hanno l’unico effetto di terrorizzare la gente, dimostrando inoltre una superficialità di approccio che poche volte ho riscontrato perfino nei più accaniti detrattori dell’opera. Mario Tozzi, dunque – conclude la Senatrice – si dedichi a fare il conduttore TV più che lo scienziato, e magari cambi anche genere televisivo, scelga l’intrattenimento leggero, lasciando ad altri la divulgazione scientifica, che è cosa molto molto seria”.
“Tutta colpa del Poliamore”: il nuovo spettacolo de “I Soldi Spicci” sull’evoluzione dell’Amore nelle coppie tradizionali
Arriva anche a Reggio Calabria, il 5 gennaio alle 21:00, al Teatro Cilea, “Tutta colpa del poliamore”, il nuovo spettacolo teatrale che il duo di attori siciliani “I Soldi Spicci” che ha registrato il debutto al Teatro Sollima di Marsala, il 19 ottobre scorso.
Spettacolo che abbraccia l’attuale tematica della coppia tradizionale, base di partenza, ma ormai soggetta sempre più alla fluidità di genere, poliamore e bisessualità e di apertura anche in amore, sentimento che sta cambiando ed evolvendo verso nuove forme. Spettacolo che vuole proprio che sia Anna la protagonista Anna, caratterialmente gelosa, a chiedere un’apertura di coppia al compagno Claudio, quello che, alla fine, si rivela più tradizionale.
Spettacolo che ha tutte le carte in regola per divertire e far riflettere anche il pubblico reggino, su come, insieme alla società, evolvono anche i suoi sentimenti e gli equilibri all’interno delle coppie
Biglietti acquistabili su Ticket One
Il IV° Congresso Regionale SINV, inizia oggi 1° dicembre 2023 presso l’University Club – UNICAL Arcavacata di Rende (CS), sarà incentrato sul tema dell’ictus giovanile. L’obiettivo del convegno è fornire una panoramica completa sulla patologia cerebrovascolare acuta nei pazienti giovani. In Italia, si stima che ogni anno circa 12.000 persone di età inferiore ai 55 anni siano colpite da questa malattia. Il rischio di ictus nella fascia di età più giovane è in aumento a causa della diffusione di condizioni predisponenti come ipertensione arteriosa, diabete, iperomocisteinemia, emicrania, obesità, sedentarietà, alimentazione scorretta e l’uso di sostanze d’abuso come alcol e droghe.
Il convegno sarà suddiviso in tre sessioni. La prima sessione si concentrerà sui fattori di rischio modificabili e non modificabili, inclusi i disturbi metabolici che possono causare la patologia cerebrovascolare. Nella seconda sessione si discuterà dell’importanza della neurosonologia, una tecnica di neuroimaging non invasiva che consente una diagnosi più accurata e rapida della malattia cerebrovascolare. L’ultima sessione si concentrerà sul ruolo della genetica e della terapia farmacologica nella prevenzione dell’ictus sin dalla giovane età, nonché sul trattamento delle complicanze post-ictus come depressione, insonnia e decadimento cognitivo. I contenuti del convegno saranno di interesse per gli studenti universitari dei corsi di studio biomedico-sanitari, come Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, Farmacia, Medicina e Chirurgia, Informazione Scientifica del Farmaco e dei Prodotti per la Salute, Assistenza Sanitaria, Infermieristica, ecc.
Il convegno è inoltre rivolto a medici di diverse specialità, infermieri, fisioterapisti e tecnici di neurofisiopatologia. Il congresso è organizzato dai responsabili scientifici Antonio Siniscalchi, neurologo, e Diana Amantea. Durante il convegno, interverranno diversi esperti nel campo dell’ictus giovanile. Tra i moderatori ci saranno Antonino Cervarolo, Andrea Corsonello e Maria Teresa Manes.
Gli interventi affronteranno vari argomenti legati all’ictus giovanile. Diana Amantea parlerà dei meccanismi patofisiologici del danno cerebrale nell’ictus, mentre Ermanno Pisani discuterà dei fattori di rischio. Bambina Russo parlerà della malattia di Fabry e del rischio di ictus, mentre Roberta Ambrosio parlerà delle mitocondropatie e dell’ictus. Maria Teresa Manes affronterà il tema dell’ictus cardioembolico, mentre Cristiano Azzini parlerà dell’ictus e della cocaina. Fortunata Tripodi parlerà della genetica e dell’ictus, mentre Antonella La Russa parlerà dei diversi fenotipi clinici, genotipi e strutture di alfa-galattosidasi mutante nella malattia di Fabry. Rosario Iannacchero parlerà delle correlazioni tra emicrania e ictus per una prevenzione efficace. Alberto Polimeni discuterà dei farmaci antipertensivi e antidislipidemici nella prevenzione dell’ictus, mentre Achiropita Curti parlerà del rischio metabolico e nutraceutico nella prevenzione. Andrea Corsonello affronterà il tema del declino cognitivo nel post-ictus giovanile e delle relative strategie di prevenzione e trattamento. Maria Cristina Cervarolo parlerà del trattamento della patologia steno-ostruttiva carotidea secondo le linee guida, mentre Sandra Paglionico discuterà della correlazione tra insonnia e ictus nella prevenzione.
Il convegno si concluderà con una sessione di discussione, durante la quale i partecipanti avranno l’opportunità di porre domande e approfondire gli argomenti trattati. In conclusione, il IV° Congresso Regionale SINV sul tema dell’ictus giovanile sarà un’importante occasione per approfondire le conoscenze sulla patologia cerebrovascolare acuta nei pazienti giovani e per discutere delle strategie di prevenzione e trattamento. Sarà un evento di grande interesse per gli studenti universitari e per i professionisti del settore sanitario.
Il 21 ottobre scorso sono stati celebrati i 50 anni della U.O.C. di Nefrologia a Reggio Calabria, reparto riconosciuto in ambito medico-scientifico, sia a livello nazionale che internazionale, per le sue importanti professionalità e per gli alti livelli di assistenza che offre.
La celebrazione è avvenuta nell’ambito di un Convegno scientifico promosso dall’attuale Direttrice della UOC di Nefrologia abilitata al trapianto, la prof.ssa Francesca Mallamaci. Al convegno hanno preso parte come relatori Nefrologi di rilievo internazionale.
L’intervento della prof.ssa Mallamaci si è concentrato sul racconto del presente del reparto. Della sua storia e delle sue vicende passate ha trattato, invece, l’emozionante relazione dal precedente Direttore, prof. Carmine Zoccali, protagonista dei primi anni della Nefrologia a Reggio Calabria e poi fino a metà degli anni 2000.
La Nefrologia di Reggio Calabria in tutti questi anni è stata ed è protagonista nello scenario scientifico mondiale con cariche istituzionali che vanno dalla Presidenza di Società Scientifiche internazionali alle Classifiche che individuano i maggiori esperti nel mondo e che sono stilate da prestigiose Università. Ricopre ruoli di primo piano nelle riviste scientifiche internazionali e negli Organismi di ricerca e educazionali.
“È doveroso aggiungere – ha affermato la Mallamaci – che una Unità Operativa deve essere non solo ricca di competenze professionali ma anche di umanità ed empatia verso chi con fiducia ci chiede di essere curato. Oltre i Medici, gli Infermieri, gli Operatori socio sanitari, per raggiungere e mantenere risultati ottimali è necessario anche altro. Questo valore aggiunto è dato dal Volontariato. I Volontari, in primo luogo gli Amici Della Nefrologia (la prima associazione di Volontari in Italia dedicata alla Nefrologia nata nei primi anni ’90) e poi l’AVO hanno contribuito e continuano a contribuire alla umanizzazione della Nefrologia a Reggio Calabria, con grande discrezione e spirito di sacrificio che sono lo spirito stesso del Volontariato”.
I saluti istituzionali sono stati dati dal Commissario Straordinario del G.O.M., dr. Gianluigi Scaffidi; dal Direttore Sanitario Aziendale, dr. Salvatore Maria Costarella; dal Direttore Amministrativo, dott. Francesco Araniti; dal Presidente Ordine dei Medici, dr. Pasquale Veneziano; e dall’Ing. Fantozzi, Sub Commissario al Piano di Rientro, già Dirigente Generale del Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria.
Il convegno è stato molto partecipato e decisamente emozionante grazie anche al ricordo di questi primi 50 anni di vita del reparto di Nefrologia, ricchi di nuove sfide e altrettanti successi.
Hey Joe il nuovo film di Claudio Giovannesi, interpretato dall’attore americano James Franco, arriva in Calabria per girare alcune scene nel nostro territorio. Il set sarà ospitato a Pizzo Calabro e a Villaggio Mancuso. In scena, dunque, le bellezze del mare calabrese nella sua declinazione tirrenica, gli iconici paesaggi di Villaggio Mancuso nella Sila catanzarese.
I luoghi e la natura della Calabria si confermano dunque perfetti set naturali per storie e ambientazioni del grande cinema e l’audiovisivo diviene modo efficace per realizzare azioni di promozione e marketing territoriale e per presentare luoghi e bellezze di una Regione incantevole. Le riprese si svolgeranno in Calabria per due settimane, fino al 10 dicembre. Hey Joe è una produzione Palomar con Rai Cinema e Vision Distribution con il supporto di Calabria Film Commission.
Sinossi
New Jersey, US, 1971. Dean Barry, un veterano americano che ha abbandonato una ragazza incinta a Napoli dopo la guerra, quando riceve un telegramma con la notizia che lei è morta, decide di tornare in Italia per conoscere il figlio. Dean crede sia possibile colmare venticinque anni di assenza, ma il figlio ormai è un uomo ed è cresciuto nella malavita.
Da venerdì 1 a domenica 3 dicembre la Città di Reggio Calabria ospiterà INCONTRI, la festa del volontariato reggino promossa dal Centro Servizi per il Volontariato dei Due Mari – Ets in collaborazione con oltre trenta associazioni e con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale cittadina.
INCONTRI è il titolo e il filo conduttore della manifestazione, pensata per celebrare la 38^ Giornata Internazionale del volontariato (GIV) che ricorre il 5 dicembre e che, come ricorda il presidente del Csv Ignazio Giuseppe Bognoni, quest’anno ha uno slogan particolarmente evocativo: “If everyone did, se lo facessimo tutti”, a sottolineare il potere che le azioni collettive e condivise hanno di generare cambiamenti significativi per il benessere delle comunità.
E proprio la comunità sarà al centro della festa reggina, una festa corale e inclusiva, spiega il direttore del Csv Giuseppe Pericone, frutto di un intenso e coinvolgente percorso creativo e partecipato, di relazione e di scambio, tra volontari di diverse realtà reggine: persone che per mesi hanno lavorato fianco a fianco, dedicando tempo, attenzione ed energie ad esplorare i significati di alcuni valori fondanti che si tradurranno, nei tre giorni della festa, in attività molto originali e coinvolgenti.
Il via venerdì 1 dicembre, alle 17:30, quando dalla scalinata del Teatro Cilea – dopo i saluti istituzionali alla presenza del Sindaco Giuseppe Falcomatà – i volontari daranno vita al reading “Valori in corso” e sveleranno le sei parole chiave scelte come temi portanti della festa.
Le stesse parole si trasformeranno nella giornata di sabato 2 dicembre, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 17:30 alle 20:00, in attività interattive a tema, che i volontari proporranno in un’agorà allestita sul Corso Garibaldi, nei pressi di Piazza Italia, coinvolgendo i passanti nella costruzione partecipata di significati e di installazioni simboliche.
Contemporaneamente, presso la Galleria di Palazzo San Giorgio, sarà aperta al pubblico la mostra fotografica “Scatti di valore”, che espone oltre trenta fotografie frutto dell’esplorazione creativa di tanti giovani studenti intorno ai valori del volontariato.
La stessa Galleria di Palazzo San Giorgio ospiterà due eventi speciali di grande rilievo: sabato alle 16:30 la proiezione del documentario “L’umanità dei luoghi. Storie di volontariato dall’Aspromonte al mare”, prodotto dal Csv dei Due Mari, realizzato da MedMedia e selezionato al Festival Internazionale del Cinema di Salerno 77^edizione; domenica alle 18:00, dopo i ringraziamenti e i saluti istituzionali, la rappresentazione di teatro civile “#IOSIAMO. Dall’io al noi” portata in scena dall’attrice Tiziana Di Masi.
L’ingresso agli eventi e la partecipazione alle attività della Festa sono gratuiti e aperti a tutti.
Insieme al CSV, le associazioni promotrici della festa sono: AIDO sez. comunale RC Odv, AIPD sez. RC Odv, AISM sez. prov. Aps, Agiduemila Odv, Ama e Cambia il Mondo Odv, Arci Reggio Calabria Aps, Ashiafatima Odv, Auser Solidarietà Odv, Avis Provinciale RC Odv, con Avis di Campo Calabro, Pellaro, Scilla e Villa San Giovanni, Banco Alimentare della Calabria Odv, Centro di solidarietà A. Marvelli Odv, Centro Reggino di Solidarietà – CERESO Odv, Club per l‘UNESCO Re Italo Odv, CSI Comitato Territoriale RC Aps, Diabaino Vip – Vip dello Stretto Odv, DonatoriNati Calabria Odv, Eureka Odv, Fintred Reggio Calabria Odv, InHoltre Odv, Istituto per la famiglia nazionale Odv e sez. 289 G. Perri Odv, KRONOS 1972 Odv, La compagnia delle stelle Odv, LILT Odv, Lo scrigno di Giada Odv, Moci Odv, Mondo in piazza Odv, New Deal Odv, Nuova Solidarietà Odv, Pagliacci Clandestini Aps, Soluzione lavoro Odv, Telefono Amico Odv, Tra noi Calabria Aps, Vides Germoglio Odv