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Morte Denis Bergamini, il legale dell’imputata: “Popolo l’ha già condannata”
“Quella che è stata dimenticata è la presunzione d’innocenza. Il popolo ha già condannato Isabella Internò. Il problema di questo processo, in cui peraltro non c’è nulla di concreto, è l’eco mediatica”. Lo ha affermato, nella sua arringa, l’avvocato Rossana Cribari, difensore di Isabella Internò, imputata di omicidio volontario nel processo in corso a Cosenzza, in Corte d’assise, per la morte dell’ex fidanzato, il calciatore del Cosenza Denis Bergamini, avvenuta nel 1989 a Roseto Capo Spulico.
La morte di Bergamini, il cui cadavere fu trovato sotto un camion lungo la statale 106 ionica, a Roseto Capo Spulico, fu attribuita in un primo tempo a suicidio. Le indagini hanno però consentito successivamente di accertare che in realtà Bergamini sarebbe stato soffocato e che il suicidio del calciatore, di cui Isabella Internò si era detta testimone, sarebbe stata soltanto una messinscena.
Secondo l’avvocato Cribari, “in tutti questi anni sulla morte di Denis Bergamini si è cercata una verità che non esiste, basata su teorie e suggestioni che non devono entrare in un’aula di giustizia. L’unica autopsia della quale bisogna tenere conto è quella del professore Abato, l’unico, nel 1990, che vide subito il cadavere. Già nel 2012 i periti Bolino e Tessi sostenevano l’impossibilità di eseguire, a distanza di tanti anni, esami immuno-estochimici finalizzati ad accertare la vitalità delle lesioni. Uno choc emorragico: é stata questa la causa della morte di Bergamini. Abato lo ha spiegato durante il processo anche in aula”.
La prossima udienza del processo é fissata per lunedì 30 ottobre, giorno in cui prenderà la parola l’altro legale dell’imputata, l’avvocato Angelo Pugliese.
Nella disparità sulla distribuzione del reddito il record negativo europeo va alla Calabria: il reddito del 20% dei più ricchi era 8,5 volte superiore al reddito del 20% dei più poveri.
Lo rileva Eurostat nell’Annuario sulle regioni europee.
L’ufficio di statistica europeo utilizza il rapporto tra quintili di reddito, ovvero il rapporto tra la quota di reddito percepita dal 20% della popolazione più ricca con il 20% della popolazione con il reddito minore. Alle spalle della Calabria i rapporti più alti sono stati osservati nella regione rumena di Sud-Vest Oltenia (7,4) e nella regione della capitale bulgara di Yugozapaden (7).
All’opposto, più equità si è vista nella regione della capitale slovacca di Bratislavskì kraj, dove la quota di reddito totale detenuta dal 20% della popolazione con i guadagni più alti era 2,7 volte superiore alla quota detenuta dal 20% della popolazione con i guadagni più bassi.
Villa S.G: tutto pronto per lo svelamento del mezzobusto dedicato al prof Trecoci
Si svolgerà lunedì 30 settembre, alle ore 11.00, nell’Auditorium “Emanuela Loi”, dell’IPALB TUR di Villa San Giovanni, la cerimonia di svelamento mezzobusto dedicato al prof. Giovanni Trecroci.
L’evento concluderà, un percorso iniziato un anno fa, con l’intitolazione della scuola al prof. Trecroci, vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici del Comune di Villa San Giovanni, barbaramente ucciso il 7 febbraio del 1990. All’evento prenderanno parte: il Sindaco Metropolitano, Giuseppe Falcomatà, il Sindaco di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti il Sottosegretario di Stato Ministero dell’Interno, On. Wanda Ferro, la Senatrice e componente della commissione Parlamentare Antimafia, On. Tilde Minasi, il prefetto, Clara Vaccaro, che insieme ai familiari svelerà il mezzo busto, realizzato e donato alla scuola dall’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria. Un lavoro durato un anno ma fortemente voluto dal direttore Piero Sacchetti, che già in occasione dell’intitolazione della scuola aveva promesso il mezzo busto alla dirigente Loiero. Ad allietare l’evento il conservatorio Francesco Cilea di Reggio Calabria, presente con l’”Hyle Saxophone Quartet”, composto dai maestri: Vincenzo Martorello, Martina Marafiori, Ruggero Capalbo e Orlando Russo. Una bella sinergia tra istituzioni del territorio, come sottolineato dal direttore del conservatorio Francesco Romano.
Reggio: ex dipendenti dell’ASP attendono da anni i buoni pasto arretrati
La nostra Organizzazione Sindacale denuncia pubblicamente l’ingiustificato ritardo dell’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Reggio Calabria nella liquidazione dei buoni pasto arretrati, spettanti agli ex dipendenti dell’ente a partire dal 1° maggio 2016.
Nonostante gli impegni sottoscritti dall’ASP con le organizzazioni sindacali, a oggi i pensionati dell’azienda non hanno ancora ricevuto quanto dovuto. Questa situazione, che si protrae da anni, rappresenta una grave violazione dei diritti acquisiti dai lavoratori in quiescenza e crea un forte disagio tra coloro che, dopo anni di servizio, vedono negato quanto di loro spettanza.
Il Responsabile Provinciale di Cosap Italia – Pensionati ha inviato una lettera formale ai vertici ASP per chiedere con determinazione un intervento immediato, affinché venga rispettato l’accordo e si proceda senza ulteriori ritardi alla liquidazione delle somme arretrate. Dopo oltre otto anni di attesa, i lavoratori non possono più tollerare l’inerzia dell’azienda. E’ stata inoltre esortata l’ASP a fornire un riscontro urgente e a chiarire tempi e modalità con cui intende procedere per risolvere definitivamente questa vicenda. “Confidiamo nella sensibilità delle autorità competenti, affinché non si renda necessario il ricorso a ulteriori azioni legali per ottenere ciò che spetta di diritto ai pensionati” – conclude Eugenio Valeri.
Nel corso di un controllo stradale di routine, i Carabinieri della Stazione di Gioia Tauro hanno denunciato un giovane di 22 anni per porto ingiustificato di arma impropria. Il ragazzo, fermato a bordo di un motociclo, ha subito manifestato segni di nervosismo, spingendo i militari a eseguire una perquisizione.
Durante il controllo, è stato trovato in suo possesso un coltello a serramanico lungo 22 cm, con lama a punta in ferro, un’arma impropria il cui possesso in pubblico è vietato se non per motivi specifici. Il giovane non ha fornito giustificazioni plausibili sulla sua presenza, facendo scattare la denuncia.
Inoltre, i successivi accertamenti hanno rivelato che il 22enne era privo di patente, mai conseguita, e che il motociclo su cui viaggiava era già sospeso dalla circolazione. I militari hanno quindi sequestrato sia il coltello che il veicolo.
L’Arma dei Carabinieri continua a impegnarsi attivamente nei controlli del territorio per garantire la sicurezza e il rispetto delle norme, operando con determinazione per prevenire comportamenti illeciti e tutelare i cittadini. Grazie a questo costante monitoraggio, si intendono rafforzare la legalità e la tranquillità sociale nella comunità di Gioia Tauro.
Si ricorda che il giovane è da considerarsi innocente fino a una condanna definitiva, essendo il procedimento ancora in fase di indagini preliminari.
Consiglio Regionale: l’Ufficio Rai dedicato al giornalista Bellantoni.
L’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Calabria, d’accordo con i vertici regionali e nazionali della Tgr Rai, ha deliberato di intitolare l’ufficio Rai ospitato a Palazzo Campanella a Pietro Bellantoni, giornalista della Tgr Rai Calabria, assunto tramite l’ultimo concorso nazionale e impegnato prima nella redazione centrale di Cosenza e poi a Reggio, prematuramente scomparso il 20 settembre 2023.
Ad avviso del presidente Filippo Mancuso, del direttore della Tgr Alessandro Casarin, del condirettore con delega per la Calabria Roberto Pacchetti e del caporedattore della Tgr Calabria Riccardo Giacoia: “Pietro Bellantoni è stato un giornalista di grande talento che si è fatto apprezzare per capacità professionali e doti umane. E’ stato autore di numerose inchieste sui principali fatti di cronaca della regione, esperto di temi politici, dopo una lunga carriera tra quotidiani, siti online e diversi uffici stampa istituzionali, era approdato in Rai. La decisione di intitolargli l’ufficio della Rai a Palazzo Campanella rappresenta non solo un tributo alla sua memoria, ma anche un riconoscimento del suo impegno nel raccontare la Calabria con passione e professionalità, lasciando un segno indelebile nel giornalismo regionale e nazionale.”
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Campo Calabro: scoperto cantiere irregolare. Lavori bloccati e titolare multato.
E’ proprio di mercoledì un’operazione congiunta condotta dai Carabinieri della Stazione di Campo Calabro e i colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Reggio Calabria che ha portato alla scoperta di gravi irregolarità in un cantiere edile locale. L’intervento, rientrante in un servizio mirato al contrasto del lavoro irregolare e alla tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro, ha permesso di rilevare numerose violazioni delle normative vigenti in materia di sicurezza.
Durante il controllo, sono state accertate diverse infrazioni che hanno evidenziato una preoccupante mancanza di misure di protezione per i lavoratori operanti nel cantiere. A seguito degli accertamenti, il titolare dell’impresa è stato deferito in stato di libertà. Le violazioni contestate hanno comportato sanzioni amministrative per un ammontare complessivo di circa 3.000 euro. Inoltre, è stata disposta l’immediata sospensione dei lavori fino alla regolarizzazione delle anomalie riscontrate.
L’operazione sottolinea l’importante ruolo dell’Arma dei Carabinieri nella salvaguardia della sicurezza sul lavoro e nella lotta al fenomeno del lavoro nero, piaga che continua a rappresentare un serio rischio per l’economia e la sicurezza dei lavoratori. L’incessante impegno dei Carabinieri e degli organi ispettivi si rivela cruciale per garantire il rispetto delle normative e la tutela dei diritti dei lavoratori.
Si precisa che, trattandosi di un provvedimento adottato nell’ambito di indagini preliminari, si attendono ulteriori sviluppi e valutazioni nelle fasi successive del procedimento giudiziario.
Il problema di questo processo, in cui peraltro non c’è nulla di concreto, è l’eco mediatica”.
Lo ha affermato, nella sua arringa, l’avvocato Rossana Cribari, difensore di Isabella Internò, imputata di omicidio volontario nel processo in corso a Cosenza, in Corte d’assise, per la morte dell’ex fidanzato, il calciatore del Cosenza Denis Bergamini, avvenuta nel 1989 a Roseto Capo Spulico.
La morte di Bergamini, il cui cadavere fu trovato sotto un camion lungo la statale 106 ionica, a Roseto Capo Spulico, fu attribuita in un primo tempo a suicidio. Le indagini hanno però consentito successivamente di accertare che in realtà Bergamini sarebbe stato soffocato e che il suicidio del calciatore, di cui Isabella Internò si era detta testimone, sarebbe stata soltanto una messinscena.
Secondo l’avvocato Cribari, “in tutti questi anni sulla morte di Denis Bergamini si è cercata una verità che non esiste, basata su teorie e suggestioni che non devono entrare in un’aula di giustizia. L’unica autopsia della quale bisogna tenere conto è quella del professore Abato, l’unico, nel 1990, che vide subito il cadavere. Già nel 2012 i periti Bolino e Tessi sostenevano l’impossibilità di eseguire, a distanza di tanti anni, esami immuno estochimici finalizzati ad accertare la vitalità delle lesioni. Uno choc emorragico: é stata questa la causa della morte di Bergamini. Abato lo ha spiegato durante il processo anche in aula”.
La prossima udienza del processo é fissata per lunedì 30 ottobre, giorno in cui prenderà la parola l’altro legale dell’imputata, l’avvocato Angelo Pugliese. (ANSA)
