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Comune Rc: il Consigliere Milia vota contro l’approvazione del Bilancio
Il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, Federico Milia, nel corso dell’odierna seduta nell’aula consiliare di Palazzo San Giorgio, interviene per spiegare i motivi del suo voto contrario e rincara : “Il bilancio potrà anche essere considerato perfetto, ma a Reggio nessuno se ne è accorto”.
“I cittadini sono esausti. Strozzati dalle tasse. Mi auguro che questa uscita dal piano di riequilibrio possa finalmente allentare la pressione fiscale e la pressione sanzionatoria che grava sui cittadini, per esempio l’ultima trovata del raddoppio del costo dei parcheggi” prosegue il capogruppo nel suo intervento.
“Hanno ragione i colleghi a dire che questo bilancio non proietta la città verso il futuro. Nessun indirizzo di questa amministrazione proietta questa città verso il futuro: infatti ancora non è ben chiaro quale sia l’idea di città che, da 10 anni a questa parte, si sta portando avanti” dichiara Milia.
“Penso anche a un futuro più prossimo: l’agenda per la stagione estiva, già in giro estremo ritardo, una stagione di eventi che rischia di diventare come quella degli scorsi anni, approssimativa.
Penso ai chioschi sul lungomare, penso a un progetto di città in versione estiva che ad oggi non c’è” – afferma Milia nel suo intervento, concludendo – Un bilancio è perfetto se migliora la vita dei cittadini, se disegna un modello di città che quest’ Amministrazione, in dieci anni, non è riuscita a palesare. E allora, lavoreremo già nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, per presentare delle alternative per evitare a tutti i costi che si ripeta lo scenario tristissimo delle scorse stagioni estive”.
Il sindaco Giuseppe Falcomatà è intervenuto durante il Corso di formazione per presidenti di seggio elettorale promosso dalla Prefettura di Reggio Calabria in collaborazione con il Comune, la Corte d’Appello e l’Università “Mediterranea”. Nella sala “Quistelli” della facoltà di Architettura, insieme al primo cittadino, erano presenti anche il prefetto Clara Vaccaro, il presidente della Corte d’Appello, Olga Tarzia, ed il rettore dell’UniRc, Giuseppe Zimbalatti.
Nel ringraziare il prefetto Vaccaro e, più in generale, il Viminale, il sindaco Falcomatà ha sottolineato «il lavoro della dirigente di Palazzo San Giorgio, Iolanda Mauro, e di tutto il personale del settore Risorse Umane perché, dall’ufficio elettorale del Comune, quando ci si appresta ai vari appuntamenti elettorali, riescono a fornire, con professionalità e sacrificio, ogni risposta alle istanze dell’utenza in un momento fondamentale per la comunità».
«Questo corso – ha affermato Falcomatà – non è un semplice insieme di lezioni, ma la presa di coscienza di quanto non si possa tralasciare nulla e si possa fare di più e meglio anche in questo settore. Credo, oltretutto, che questa iniziativa possa rappresentare un’occasione per chiedere una riflessione, in ambito nazionale, rispetto alla necessità di riforma delle attività propedeutiche ad ogni elezione ed a tutto ciò che ruota intorno alla formazione dei seggi considerato che, ancora oggi, l’ambito risponde spesso ad alcune normative che risalgono a regi decreti di tantissimi anni fa. Evidentemente, considerate l’evoluzione dei tempi e delle elezioni stesse, queste leggi andrebbero aggiornate».
Rivolgendosi, poi, direttamente ai partecipanti al corso, il sindaco ha aggiunto: «Avete avuto la possibilità di acquisire alcune nozioni giuridiche rispetto ai compiti e le funzioni dei presidenti di seggio, ma quello che, secondo me, è stato fondamentale riguarda l’aspetto che, fra i compiti dei formatori e del protocollo d’intesa, c’è il consolidamento della consapevolezza del ruolo di chi dirige le operazioni di voto, spesso in condizioni estreme e sotto la costante, asfittica e svilente presenza di chi partecipa e riempie il seggio. Quindi, è quanto mai decisivo restituire autorevolezza ai presidenti e, allo stesso tempo, rafforzare la convinzione che, in quel momento, il presidente di seggio rappresenta lo Stato ed è garante della trasparenza e della legalità delle operazioni di voto e, quindi, della democrazia e del suo esercizio».
«L’auspicio – ha concluso il sindaco Giuseppe Falcomatà – è che questo corso possa essere solo un punto di partenza e che, da qui in avanti, si continui a perfezionare ogni aspetto che interessa il processo democratico per eccellenza. Ringrazio, quindi, la signora prefetto Vaccaro, la presidente Tarzia ed il rettore Zimbalatti per questo nuovo e importante esempio di sinergia istituzionale».
Il Prefetto Vaccaro ha, quindi, «constatato e apprezzato la presenza di molto giovani fra i corsisti», ricordando quanto sia fondamentale «conoscere le regole che consentono di lavorare meglio e rendere più facile il lavoro di chi è incaricato a guidare un seggio elettorale». «Siamo contenti – ha affermato – che il corso abbia preso avvio e, in una fase successiva, non escludiamo la possibilità di poter organizzare una giornata dedicata ad una vera e propria simulazione delle operazioni di allestimento e conduzione di un seggio. Penso possa essere un esperimento importante». La presidente della Corte d’Appello, Olga Tarzia, ha così promosso «un’idea che nasce, principalmente, dalla volontà del Prefetto e che tutti noi abbiamo colto con piacere e interesse». «Le adesioni al corso – ha ricordato – sono state superiori alle attese con circa 150 partecipanti che hanno inteso approfondire un’attività molto complessa e delicata qual è quella del presidente seggio, figura decisamente importante che assume a sé tutti gli oneri, compresi quelli di carattere penale. Questo corso avrà dato sicuramente dei risultati». Infine, il Rettore della “Mediterranea”, Giuseppe Zimbalatti, si è soffermato «sulla qualità e la bontà di un’iniziativa che risponde appieno alle missioni ed ai compiti propri dell’università».
Sanità Calabria: nasce gruppo di lavoro per pareri su segnalazioni a supporto della garante
Dopo l’istituzione del tavolo tecnico su “Oncologia, prevenzione e ricerca”, promosso dall’Ufficio del Garante della Salute della Regione Calabria, che vede tra i componenti Gianfranco Filippelli, coordinatore della rete oncologica della regione Calabria e direttore U.O.C. di Oncologia P.O. di Paola; il prof. Vincenzo Adamo, ordinario di Oncologia Medica all’Università degli Studi di Messina, nonché coordinatore della rete oncologica della regione Sicilia; il dr. Giovanni Tripepi, dirigente di ricerca dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Reggio Calabria, nonché componente della rete oncologica e del Molecular Tumor Board della regione Calabria; il direttore del Dipartimento di Prevenzione Asp Reggio Calabria, Sandro Giuffrida; il prof. Pierosandro Tagliaferri, direttore U.O. Oncologia Medica A.O.U. Dulbecco di Catanzaro – presidio Germaneto; il prof. Pierfrancesco Tassone, direttore U.O. Oncologia medica traslazionale A.O.U. Dulbecco Catanzaro presidio Germaneto; il dr. Vito Barbieri, direttore U.O. Oncologia Medica A.O.U. Dulbecco Catanzaro presidio De Lellis; il dr. Antonio Caputo, direttore U.O. Oncologia P.O. di San Giovanni in Fiore; il dr. Said Al Sayaad, direttore U.O. Radioterapia e capo dipartimento Oncoematologico Gom, la dr.ssa Maria Concetta Galati, direttore U.O. Ematologia e Oncologia Pediatrica A.O.U. Dulbecco presidio De Lellis, la dr.ssa Mandaglio, direttore Oncoematologia Pediatrica Gom, il dr. Antonino Iaria, direttore U.O. Oncologia P.O. Melito Porto Salvo, la dr.ssa Maria Grazia Arena, responsabile U.O. Oncologia P.O. Tropea, la dr.ssa Paola Serranò, responsabile Cure Palliative Asp Reggio Calabria, il dr. Roberto Squillace, responsabile Cure Palliative A.O. Catanzaro; il dr. Luciano Gerardis, già presidente della Corte d’Appello di Reggio Calabria, nonché numerose associazioni di pazienti oncologici, nasce il gruppo di lavoro per la per la redazione di pareri su specifiche segnalazioni di elevata complessità a supporto del Garante regionale della Salute, Anna Maria Stanganelli, per rispondere alle istanze, anomalie e disservizi rappresentate dai cittadini all’Ufficio e che richiedono valutazioni articolate.
A coordinare i lavori del gruppo che collaborerà con il Garante Stanganelli a titolo completamente gratuito, il dr. Santo Caridi, già direttore sanitario dell’Asp di Reggio Calabria, che avrà il compito di redigere pareri su specifiche segnalazioni di elevata complessità in materia socio-sanitaria e nelle relative branche disciplinari e con compiti di raccordo con le Istituzioni; toccherà invece ad Angelo D’Ascola, già dirigente della Polizia di Stato e componente di numerose Commissioni di accesso presso enti locali, comunità montane e aziende sanitarie, esprimere pareri su segnalazioni in materia di sicurezza degli operatori sanitari e con compiti di supporto in materia di vigilanza nell’adeguata erogazione delle prestazioni all’interno del servizio sanitario, a tutela del diritto di accesso alle cure del cittadino. Il dr. Rosario Ortuso, già Primario di Cardiologia, avrà invece il compito di redigere pareri nel settore della Cardiologia e con compiti di supporto nella promozione della cultura del primo soccorso e in materia di sensibilizzazione e prevenzione delle patologie cardiovascolari; tra l’altro, in quest’ambito la Garante, conta anche del supporto del dr. Roberto Ceravolo, direttore U.O. di Cardiologia di Lamezia Terme e Chairperson dell’Area Epidemiologia Clinica dell’Associazione Medici Cardiologi Ospedalieri; sarà invece il dr. Said Al Sayaad, Direttore U.O. Radioterapia e Capo Dipartimento Oncoematologico Gom, ad esprimere pareri nel settore della Radiologia e della Radioterapia Oncologica e nelle relative branche disciplinari. A collaborare con l’Ufficio del Garante anche la prof.ssa Daniela Concolino, direttore U.O. Pediatria A.O.U. Dulbecco di Catanzaro e presidente regionale della Società Italiana di Pediatria, che si occuperà di supportare la Garante nella redazione di pareri su specifiche segnalazioni di elevata complessità nel settore della Pediatria e delle malattie rare; il dr. Giovanni Tripepi, dirigente di ricerca del CNR, già componente del tavolo tecnico sulle patologie oncologiche, si occuperà invece della redazione di pareri su specifiche segnalazioni di elevata complessità nel settore delle tematiche Epidemiologia e relative Branche disciplinari; infine Luca Garofalo, il giovane di Cotronei, affetto da una grave malattia degenerativa e che si batte per i diritti dei ragazzi diversamente speciali, che si farà portavoce delle istanze provenienti da parte del territorio, in materia di disabilità, inclusione e pari opportunità.
Unindustria Calabria plaude a nomina di Natale Mazzuca nuovo vicepresidente nazionale Confindustria
Unindustria Calabria, in una nota, esprime un “plauso” per la nomina di Natale Mazzuca a vicepresidente nazionale di Confindustria, con delega alle Politiche strategiche per il Mezzogiorno.
“È un grandissimo successo per tutta la Calabria”, affermano, in una nota congiunta, Aldo Ferrara, presidente degli industriali calabresi; Giovan Battista Perciaccante, presidente di Ance Calabria e di Confindustria Cosenza; Rocco Colacchio, Mario Spanò e Domenico Vecchio, presidenti, rispettivamente, delle sezioni Confindustria di Vibo Valentia, Crotone e Reggio Calabria; Daniele Diano, presidente del Comitato Piccola industria di Unindustria Calabria, e Umberto Barreca, presidente del Gruppo Giovani imprenditori di Unindustria Calabria.
“Natale Mazzuca – é detto ancora nel comunicato – ha maturato grandissima esperienza nel contesto associativo, ricoprendo incarichi di prestigio. Questa nomina certifica le sue capacità e rende onore al lavoro fatto da Unindustria Calabria in questi anni. Ed è un riconoscimento importante proprio per Unindustria Calabria che, sin dalla prima ora, ha sostenuto il percorso del neopresidente di Confindustria, Emanuele Orsini, nella consapevolezza che fosse la scelta più giusta per restituire al Mezzogiorno produttivo, e alla Calabria, un ruolo di primo piano nello sviluppo del Paese. A Orsini, Mazzuca ed a tutta la nuova squadra di governo di Confindustria va quindi il più sentito augurio di buon lavoro da parte di Unindustria Calabria”.
“Penso di sì, giustamente le tante osservazioni del Mase sul progetto bisognerà raffrontarle alle oltre 5.000 tavole che compongono il progetto, che è molto grande, sofisticato e all’avanguardia”. Così Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild, risponde alla domanda se sia ancora possibile che i primi cantieri per il ponte sullo Stretto di Messina partano entro l’estate.
“È una follia non farlo”, ha detto Salini riferendosi alle polemiche sull’opportunità di un progetto “difficile, complesso” una sfida dalla quale, come società, “probabilmente rimetteremo dei denari”.
Sindaco Villa S.Giovanni, sul Ponte fondamentale approfondimento
“È fondamentale per noi un approfondimento rispetto a tutte le problematiche del progetto”. Lo afferma il sindaco di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti, in un documento sottoscritto insieme alla Giunta in relazione al progetto per la realizzazione del Ponte sullo Stretto.
“Dobbiamo continuare a ricordare – aggiunge il primo cittadino – che Villa San Giovanni è la città dell’impatto del ponte sul versante calabrese dello Stretto. Per cui il livello di approfondimento di cui noi abbiamo bisogno come città è massimo. Villa San Giovanni è una città che si sviluppa su una costa meravigliosa, area a vocazione turistica in cui un chilometro e mezzo è occupato dal porto storico e dagli approdi in uso alle società private di traghettamento. Una città che già solo dall’apertura del cantiere verrebbe tagliata in due. Continuiamo a sostenere, quindi, che è prioritaria la risoluzione delle interferenze perché la città non può assolutamente sopportare il cantiere. Siamo più preoccupati forse dalla cantierizzazione dell’opera che dall’opera stessa.
Per noi risoluzione delle interferenze vuol dire affrontare in maniera sistematica, innanzitutto, il problema della rete viaria, la viabilità alternativa. Già noi sopportiamo milioni di mezzi ogni anno e non possiamo anche sopportare il peso del ‘cantiere Ponte’. La nostra città rischia di scomparire sotto questo cantiere. Al netto di quelle che sono le valutazioni che abbiamo letto nelle 42 pagine di richieste di integrazione documentale dagli esperti della commissione Via del ministero dell’Ambiente, non può esserci detto: ‘stiamo valutando e stiamo approfondendo’. Noi, probabilmente perché quelle osservazioni le avevamo presentate, quelle richieste le abbiamo lette, invece, molto velocemente e dobbiamo dire che ci sono le nostre perplessità proprio sulla carenza documentale e degli studi e sullo scarso approfondimento del progetto rispetto ad uno standard definitivo”.
“Ci aspettiamo – dice ancora il sindaco Caminiti – che vengano risolte tutte le problematiche che sono state avanzate e che la conferenza istruttoria non sia solo finalizzata ad esprimere un parere in 60 giorni, ma sia veramente un luogo di approfondimento delle questioni tecniche legate a questo progetto”.
Reggio: denunciato rappresentante legale di una Cooperativa per sfruttamento dipendenti
I militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Reggio Calabria, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta dal Dott. Giovanni Bombardieri, hanno dato esecuzione a un provvedimento, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale, che dispone l’applicazione della misura cautelare della presentazione alla Polizia Giudiziaria nei confronti della legale rappresentante di una Società Cooperativa, accreditata presso il Comune anche per l’assistenza domiciliare, e il sequestro di liquidità e beni immobili – per un importo di circa 230.000 euro – di proprietà dei quattro soci del citato ente, tutti ritenuti responsabili dello sfruttamento, estorsione e minaccia nei confronti delle lavoratrici addette all’assistenza degli anziani ospitati all’interno di una nota struttura di questa città.
Il provvedimento, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura, trae origine da un’attività investigativa delegata ai militari del N.I.L. di Reggio Calabria a seguito delle denunce di diverse lavoratrici che stanche delle condizioni di lavoro insostenibili cui erano sottoposte da parte dei soci della citata cooperativa, che si approfittavano del loro stato di bisogno, si sono rivolte ai militari del N.I.L. confidando nelle istituzioni.
Le indagini consentivano di accertare a carico degli indagati concreti elementi circa lo sfruttamento lavorativo cui erano sottoposti, in particolare la:
- reiterata corresponsione di retribuzioni in modo palesemente difforme dal CCNL di riferimento e comunque sproporzionato rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato, consistente nel pagamento di un compenso orario pari a poco più di € 3,50 per ora;
- violazione della normativa relativa ai riposi settimanali e alle ferie, consistente nella mancata retribuzione dei giorni di riposo e/o di ferie spettanti alle lavoratrici;
- violazione delle norme in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro e degli obblighi del datore del lavoro consistenti nell’accertamento dell’idoneità delle lavoratrici e l’omessa informazione e formazione sui rischi connessi alla loro attività.
È stato denunciato all’Autorità Giudiziaria anche il legale rappresentante di un ente di formazione, accreditato presso la Regione Calabria, che aveva falsamente attestato la frequenza delle lavoratrici a corsi di formazione in materia di salute e sicurezza in realtà mai effettuati.
L’attività di servizio in rassegna testimonia, ancora una volta, la costante azione del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro, specialità dell’Arma dei Carabinieri che opera alle dipendenze funzionali dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, rivolta all’individuazione dei fenomeni di sfruttamento dei lavoratori e del lavoro sommerso, che danneggia i lavoratori, ai quali vengono negati i diritti assistenziali e previdenziali, e le aziende che rispettano le regole costrette a fronteggiare la concorrenza sleale degli operatori che intendono abbattere illegalmente i costi di gestione del personale.
Il procedimento è attualmente pendente in fase di indagini e l’effettiva responsabilità delle persone destinatarie della misura cautelare, in uno con la fondatezza delle ipotesi d’accusa mosse a loro carico, saranno vagliate nel corso del successivo processo. Non si escludono ulteriori sviluppi investigativi e probatori, anche in favore delle persone sottoposte ad indagini.
Condofuri: divieto d’avvicinamento ad un 55enne per maltrattamenti a moglie e figlia
I Carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo hanno dato esecuzione all’ordinanza applicativa della misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Condofuri e del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalle persone offese emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo reggino nei confronti di un 55enne di nazionalità indiana, indagato per il reato di maltrattamenti in famiglia.
La vicenda trae origine da una richiesta d’intervento fatta dalla figlia dell’uomo, 20enne, il 09 marzo scorso poiché vittima di violenze verbali da parte di quest’ultimo. Sul posto la ragazza evidenziava ai militari intervenuti il fatto che da diverso tempo il padre assumeva comportamenti violenti, sia di natura fisica che psicologica, nei confronti dell’intero nucleo familiare – tra cui anche le due sorelle minorenni e la madre – e che tali episodi erano dovuti a questioni di natura economica in quanto lo stesso non esercitava alcuna attività lavorativa e non partecipava alle spese necessarie al sostentamento del nucleo familiare.
Tale versione dei fatti è stata poco dopo confermata anche dalla moglie dell’interessato, anch’essa presente sul posto in forte stato di agitazione e di nazionalità indiana. Entrambe, temendo per la propria incolumità e dopo l’ennesima aggressione subìta nonché al culmine dell’esasperazione, si sono rivolte ai militari dell’Arma per chiedere aiuto, denunciando le condotte violente poste in essere dall’uomo nei loro confronti e descrivendo una drammatica situazione familiare che le vedeva vittime delle prevaricazioni dell’indagato, il quale, oltre a riservare loro quotidianamente aggressioni di natura verbale, le sottoponeva a significative limitazioni della propria libertà personale vietando loro di lasciare l’abitazione per cercare un lavoro o per svolgere le più semplici faccende della vita quotidiana e minacciandole di morte laddove queste non avessero rispettato i divieti da lui imposti. La complessa situazione familiare veniva resa ancor più opprimente dal ricorso alla violenza fisica che l’uomo aveva adoperato in diverse occasioni non astenendosi dal porre in essere tali condotte neppure in presenza delle due figlie minori, sempre presenti in occasione delle suddette azioni vessatorie. La condizione di vita cui le donne sottostavano era divenuta così penosa e mortificante dall’indurle a chiedere all’uomo di abbandonare l’abitazione e trasferirsi nel vicino garage, soluzione che di fatto non ha impedito all’indagato di continuare ad esercitare il proprio controllo nei confronti dei familiari.
In seguito agli eventi denunciati dalle vittime, i Carabinieri della Stazione di Condofuri San Carlo, dopo aver ascoltato attentamente le persone offese nonché quelle informate sui fatti raccogliendo ogni elemento utile a circostanziare nel dettaglio i fatti esposti, hanno inviato la comunicazione di notizia di reato alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria che, sulla scorta di un grave compendio indiziario a carico dell’uomo, ha richiesto al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Reggio Calabria l’emissione di adeguata misura cautelare.
L’uomo, oltre al divieto di dimora nel comune di Condofuri e di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle persone offese, dovrà mantenere da quest’ultime una distanza non inferiore a 500 metri, astenendosi dal comunicare con queste con qualsiasi mezzo.
Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e per l’indagato vale il principio di non colpevolezza sino alla sentenza definitiva.
Autonomia: approvato in Consiglio Regionale dalla Maggioranza di Centrodestra il documento
“Serve una preventiva analisi d’impatto anche sulle materie escluse dalla determinazione dei Lep. Senza questo indispensabile approfondimento nessuna intesa Stato-Regioni potrà essere formalizzata sull’Autonomia differenziata”.
È quanto afferma il Consiglio regionale della Calabria in un documento proposto dalla maggioranza di centrodestra (Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Azzurri, insieme ad Azione) ed approvato con i voti di quest’ultima a conclusione del dibattito sull’autonomia differenziata. La minoranza di centrosinistra ha votato contro.
“Il Consiglio regionale della Calabria – si afferma nel documento – ritiene che sia necessario attivarsi, per quanto di competenza, e a vigilare con estrema attenzione, affinché i diritti sociali e civili siano garantiti a tutti i cittadini su tutto il territorio nazionale, assicurando la possibilità di fare intese, ai sensi dell’articolo 116 della Costituzione, solo a seguito del preventivo finanziamento integrale di tutti i livelli essenziali delle prestazioni in tutte le regioni”.
“É necessario, inoltre – si aggiunge – impegnarsi per proporre i passaggi necessari con governo e Parlamento affinché l’attribuzione di funzioni relative alle ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia sulle materie escluse dalla determinazione dei Lep sia consentita solo a seguito della discussione e dell’approvazione di un’analisi d’impatto delle ipotesi di intervento normativo e regolamentare regionale ricadenti sulle attività dei cittadini e delle imprese e sull’organizzazione e sul funzionamento delle pubbliche amministrazioni, per assicurare, anche in questi ulteriori ambiti, il corretto funzionamento concorrenziale del mercato, la tutela delle libertà individuali e la tenuta dei principi generali dell’ordinamento”.
Autonomia, Mancuso: “Condivisibile l’obiettivo di rafforzare le prerogative delle autonomie, ampliandone i poteri e le competenze”
Avverto il dovere di ringraziare tutti voi, sia per la qualità degli interventi che per il senso di responsabilità con cui quest’Aula si sta misurando con una questione di grande importanza.
Quest’Aula si è sempre approcciata alla riforma, anche nella discussione tenuta a marzo 2023, con una chiara visione unitaria e il dovere imprescindibile di tutela degli interessi della Calabria e del Sud.
La mia opinione è che dell’autonomia differenziata è condivisibile l’obiettivo di rafforzare le prerogative delle autonomie, ampliandone i poteri e le competenze, per ridare nuovo protagonismo alle Regioni che debbono assumersi il compito di governare efficientemente la spesa pubblica.
Così come sono condivisibili il superamento dell’iniquo metodo della ‘spesa storica’ che penalizza il Mezzogiorno, l’individuazione dei ‘Lep’e il loro contestuale finanziamento, nonché gli altri accorgimenti per garantire ai cittadini, ovunque risiedano, pari diritti civili e sociali e analoghi servizi.
In questo senso, la riforma può essere un’opportunità per il Paese e per il Sud, che registra da decenni gravi divari di cittadinanza col resto del Paese.
Un’opportunità, purché si diano al Mezzogiorno le rassicurazioni richieste, inclusa l’attenzione da riservare alle materie non rientranti nei Lep che, se fossero devolute alle Regioni prim’ancora che la riforma sia attuata nella sua complessità, penalizzerebbero le Regioni meridionali.
Avverto anch’io, come tutti voi, la responsabilità che tocca assumersi rispetto a una scelta che deve consolidare l’unità nazionale.
Da Presidente del Consiglio ho sempre auspicato, e mi pare che così sia stato, che il dibattito puntasse al confronto nel merito delle questioni.
Ognuno di noi ha legami politici che lo indurrebbero a ribadire in quest’Aula le posizioni dei rispettivi leader nazionali, ma al contempo ognuno di noi è anche parte di una regione che ha accumulato problemi e ritardi di sviluppo che ci impongono di anteporre a tutto il resto gli interessi delle nostre comunità.
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Autonomia, Consiglieri Regionali Pd Calabria: “Minoranza ha fatto di tutto per fermare il Ddl”.
E’ questo il giudizio espresso dai consiglieri del gruppo del Pd alla Regione Calabria al termine del dibattito sull’autonomia differenziata in Consiglio regionale.
Dibattito concluso con un documento votato dalla sola maggioranza di centrodestra.
“La seduta del Consiglio regionale di oggi – affermano gli esponenti dem – è servita a fare chiarezza sulle posizioni dei partiti in ordine al Ddl di Calderoli e della Lega sull’autonomia differenziata. Il centrodestra, obbedendo al suo governatore, ha votato un documento miope in pieno sostegno al percorso già avviato in Parlamento per l’approvazione della ‘secessione dei ricchi’, così come è stata definita dai Vescovi della Calabria. Le opposizioni hanno provato, invano, a chiedere una presa di posizione chiara e contraria alla riforma, ma il loro documento unitario è stato bocciato. Un documento che invitava a esprimere biasimo per le parole espresse dal ministro Calderoli nei confronti dei meridionali, a dare impulso a un’iniziativa legislativa volta a un regionalismo solidale e a diffidare il governo nazionale dall’approvare l’autonomia differenziata”.
“Non abbiamo mai visto così in difficoltà il presidente Occhiuto – affermano i consiglieri dem – che si è limitato a dire ‘non sono un Masaniello’ per difendere la sua posizione di ambiguità totale su una riforma che cancella il futuro della Calabria. Dietro al solito slogan ‘no money no party’ Occhiuto, con la sponda della sua maggioranza, ha provato a tenersi in bilico con la speranza che la riforma non venga mai applicata proprio per l’impossibilità di finanziare i Lep. Si tratta evidentemente di irresponsabilità pura. La Calabria non può permettersi di correre un rischio simile soltanto per interessi elettorali e per l’accordo raggiunto a Roma per tenere insieme la riforma del premierato, dell’autonomia e della giustizia, così come ha evidenziato Ernesto Alecci nel corso del suo intervento”.
“Il Consiglio regionale – concludono i dem – ha perso un’occasione importante sacrificando la possibilità di difendere i diritti fondamentali dei calabresi, dalla sanità all’istruzione, soltanto per regalare uno spot elettorale a Salvini. E Occhiuto ha dimostrato in pieno il suo atteggiamento pilatesco convinto che i calabresi abbiano l’anello al naso e non capiscano quanto stia succedendo, così come aveva preannunciato nel corso del suo intervento il vicepresidente Iacucci”.
Reggio: inaugurata Agenzia Beni Confiscati. Presente il Ministro Piantedosi
“È una giornata densa di significato per il valore concreto dell’iniziativa ma anche di quello simbolico perché la sede di Reggio Calabria, che è stata la prima storica dell’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati, viene collocata in un bene che fu sottratto alle organizzazioni criminali. Questo consentirà anche la continuazione e il miglioramento delle attività e delle performance dell’Agenzia. Oggi è veramente una bella giornata”. A dirlo il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, oggi a Reggio Calabria per l’inaugurazione della nuova sede dell’Ansbc in un immobile che è stato confiscato a don Rocco Musolino, ritenuto un boss dalla magistratura ma deceduto alcuni anni fa senza essere mai condannato per mafia.
Nel corso del suo intervento il ministro Piantedosi ha spiegato che “da quando è stata costituita fino ad adesso, l’Agenzia ha destinato in tutta Italia 23.710 beni immobili e 2.223 aziende. E questo l’ha fatto conferendole ad enti istituzionali per il tramite degli enti locali ad associazioni, sia per lo svolgimento di attività propria istituzionale o per attività sociali. Solo qui in Calabria sono stati 8.344 i beni che sono stati in qualche modo riassegnati e 608 sono state le aziende. Ma mi piace citare anche il dato che riguarda l’attività del nostro Governo perché da quando siamo in carica questa performance, grazie soprattutto agli attori istituzionali, si è particolarmente intensificata perché abbiamo assegnato 6.612 beni di cui 4.515 beni immobili per un valore complessivo di 304 milioni di euro”.
A proposito della gestione delle aziende mafiose oggi gestite dallo Stato, secondo Piantedosi “dobbiamo scongiurare nella maniera più assoluta che possa passare il messaggio che ciò che riesce a fare la criminalità organizzata non riesce a farlo lo Stato. È un messaggio che noi dobbiamo scongiurare. Lo dobbiamo fare qui ma lo dobbiamo fare altrove. Lo dobbiamo fare per i calabresi ma lo dobbiamo fare per il nostro splendido Paese”.
Inaugurazione Agenzia Beni Confiscati a Reggio, Presidente Occhiuto: “Affidare alla Regione le aziende confiscate”
“Costituire una società composta dal capitale della Regione e da una lista di imprenditori che possano prendere in gestione le aziende confiscate alla ‘ndrangheta”. E’ la proposta lanciata dal presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto nel corso della cerimonia di inaugurazione della nuova sede di Reggio Calabria dell’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati, diretta dal prefetto Bruno Corda.
Il riferimento non è a tutte le aziende confiscate: “Perché alcune di queste – ha sottolineato Occhiuto – purtroppo sono state costituite soltanto per riciclare. Ma si potrebbe verificare quali aziende meritano di essere fuse e il patrimonio monetizzato a vantaggio dei cittadini e quali invece possono essere gestite per produrre ricchezza. Ne ho parlato col ministro oggi e ne ho parlato con la sottosegretaria Ferro qualche volta. La Regione è chiaramente disponibile. Bisogna dimostrare ai cittadini che lo Stato è più forte della ‘ndrangheta”.
La proposta di Occhiuto è stata accolta dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, presente all’inaugurazione, che, durante il suo intervento, ha affermato: “So che ci state già lavorando. È un tema che si sta affrontando per vedere, a legislazione invariata e a risorse invariate quello che si può fare di più e di meglio per aiutare le aziende che vengono confiscate a permanere sul mercato. È bene dire che molte di queste imprese arrivano nella disponibilità istituzionale in condizioni già precarie. Accolgo ben volentieri qualche cosa che si possa fare ed eventualmente noi sottoscriviamo protocolli”.
“Oggi – ha detto la sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro – si inaugura un patrimonio non soltanto per Reggio Calabria o per la Regione Calabria, ma le quattro sedi italiane vedono in questa, ovviamente, un punto di prestigio per l’assegnazione dei beni confiscati che nell’ultimo anno è salita di oltre il 55%, sia per quanto riguarda i presidi di polizia piuttosto che tutta la parte dell’utilizzo a fini sociali. È una giornata importante ma anche un simbolo altrettanto importante di chi vuole esportare da qui, da Reggio Calabria, l’antimafia, da chi dice ovviamente alla mafia che lo Stato c’è, è presente, non arretra”.
All’inaugurazione della sede dell’Anbsc ha partecipato anche il sindaco Giuseppe Falcomatà secondo cui “l’investimento dello Stato nella città di Reggio Calabria si consolida, si rafforza, si rinnova e si innova. Siamo convinti che questo sia un ulteriore punto di ripartenza per l’Agenzia dei beni confiscati che consenta alle istituzioni di continuare a lavorare per trasformare il triste primato di essere una delle città con il maggior numero di beni confiscati alla criminalità organizzata in un primato positivo e cioè quello di essere la città che restituisce ai cittadini alle associazioni i beni che sono frutto di attività criminali. Questo è il messaggio più importante che si può dare a un cittadino”.
