Un capannone industriale, usato deposito incontrollato di rifiuti speciali e pericolosi, è stato posto sotto sequestro a Vibo Valentia dalla Capitaneria di Porto e dalla Polizia locale nell’ambito delle attività coordinate dalla Procura e mirate al controllo e monitoraggio dell’ambiente e dei fenomeni inquinanti. Il titolare dell’attività, operante nel settore del commercio e della lavorazione di marmi, è stato denunciato per violazioni in materia ambientale. In particolare, nel corso di un sopralluogo i militari e gli agenti impegnati nei controlli, oltre ad accertare l’assenza del titolo autorizzativo ambientale in grado di legittimare l’attività di impresa hanno scoperto, in mancanza della prevista autorizzazione, la presenza di una discarica di rifiuti riconducibili agli scarti di lavorazione dell’azienda. Il sequestro preventivo ha riguardato il capannone industriale e le aree a questo pertinenti per una superficie totale di oltre 1.000 metri quadri. (ANSA).
Capitaneria di porto di Vibo Valentia Marina
Sono iniziate stamattina alle 7 e si protrarranno almeno fino a mezzogiorno operazioni di rimozione e brillamento degli ordigni bellici scoperti in mare nelle acque antistanti il centro abitato di Nicotera Marina, in provincia di Vibo Valentia. La Capitaneria di porto di Vibo Valentia Marina, in concomitanza con lo svolgimento delle operazioni, ha emanato un’ordinanza con cui dispone – per la zona interessata – il divieto di navigare, ancorare e sostare con qualsiasi unità sia da diporto che ad uso professionale; effettuare attività di immersione con qualunque tecnica; svolgere attività di pesca di qualunque natura; effettuare la balneazione. Il provvedimento prevede un raggio di 0,5 miglia nautiche dal punto in mare interessato. Ad eseguire le operazioni di rimozione e brillamento sarà il Nucleo Sdai (Sminamento difesa antimezzi insidiosi) di Augusta. Il ritrovamento del materiale bellico era avvenuto a fine gennaio: già allora la Capitaneria di porto di Vibo Valentia Marina aveva emanato un’ordinanza con cui vietava navigazione, pesca e balneazione fino all’avvenuta bonifica del sito. (ANSA).