Negli ultimi anni, gran parte degli agricoltori e delle associazioni agricole hanno espresso preoccupazione riguardo al mancato indennizzo per i danni subiti a causa della crescente presenza ed invasione di cinghiali. Questa situazione non è solo frustrante, ma mette in evidenza l’inefficienza delle istituzioni pubbliche nel gestire le richieste in maniera adeguata. Il mancato indennizzo non è solo un problema di giustizia, ma ha anche ripercussioni economiche significative con conseguenze che si riflettono non solo sulle aziende, ma anche sull’intera comunità agricola. Tale procedura di risarcimento è sancita dal primo comma dell’art. 26 della Legge 157/1992 che intitolato (Risarcimento dei danni prodotti dalla fauna selvatica e dall’attività venatoria), sancisce espressamente che: “per far fronte ai danni non altrimenti risarcibili arrecati alla produzione agricola e alle opere approntate sui terreni coltivati e a pascolo della fauna selvatica, in particolare da quella protetta, e dall’attività venatoria, è costituito a cura di ogni regione un fondo destinato alla prevenzione e ai risarcimenti, al quale affluisce anche una percentuale dei proventi di cui all’articolo 23”.
Preme sottolineare, a chiarimento ed a conoscenza di tutti gli agricoltori e relative associazioni agricole, che il ruolo degli ATC si limita esclusivamente nel fornire supporto tecnico in merito alla procedura di accertamento dei danni arrecati da fauna selvatica, tramite l’ausilio di appositi tecnici (periti), senza alcuna competenza in merito ai predetti pagamenti che rimangono esclusivamente di competenza degli Enti pubblici preposti come da predetta normativa nazionale. Tuttavia ATC RC1 nell’inerzia delle Istituzioni e nei limiti della propria capacità economica, ha anticipato per gli anni 2014 e 2015 i predetti risarcimenti gli agricoltori senza mai ricevere la restituzione, da parte degli Enti, delle corrispondenti somme. Alla luce di tale situazione, che purtroppo si protrae ormai da anni, recentemente lo scrivente ATC RC1 ha ritenuto opportuno adottare provvedimenti drastici come la decisione di sospendere l’attività di accertamento danni.