“ Nonostante il poco tempo a disposizione per intervenire sul provvedimento prima del Cdm, già la scorsa settimana – aggiunge Cannizzaro – siamo riusciti ad agire sia sulla responsabilità solidale degli istituti di credito, che d’ora in poi saranno chiamati a rispondere solo per il loro eventuale dolo e non anche per quello di chi ha effettuato i lavori, sia riducendo il numero dei documenti da presentare per dimostrare la regolarità degli interventi effettuati. Ci faremo carico delle legittime preoccupazioni delle imprese, dei lavoratori e dei cittadini coinvolti. In tal senso – conclude il parlamentare calabrese – Forza Italia ha richiesto anche l’istituzione di un tavolo di confronto con i capigruppo di maggioranza prima che il provvedimento arrivi alla discussione parlamentare”.
superbonus 110
FenealUil Calabria: Maria Elena Senese analizza le mosse del Governo sul Superbonus 110
“Il Governo produce l’ennesimo restyling del Superbonus, mentre cresce una forte speculazione sulla cessione crediti e la domanda nasce spontanea: quale sarà il destino del 110? In questo quadro, il destino del Superbonus 110 è incerto, ma di sicuro la misura non è nata sotto una buona stella per via della sequela di aggiustamenti normativi che hanno causato inerzie e dubbi applicativi”.
Lo afferma Maria Elena Senese, segretario generale FenealUil Calabria. “Il patrimonio edilizio italiano, però – prosegue – è obsoleto. Il 72% degli edifici ha più di 40 anni, non è sismicamente adeguato ed ha un basso tasso di rinnovamento (0.85% all’anno). Circa il 60 % delle abitazioni si trova in classe energetica G o F. Le abitazioni generano il 45% dei consumi energetici ed il 18% delle emissioni di Co2. Per questi motivi, riteniamo che il Superbonus 110 debba essere una delle priorità dell’azione di Governo. In un momento così difficile, per congiuntura europea e quella nazionale, reso ancora più difficile da affrontare a causa della crisi energetica incombente, appare importante che misure come il Superbonus, capaci di generare benefici da tutti i punti di vista e a tutto il sistema economico, trovino il massimo sostegno, senza alcun tentennamento. Ha dell’assurdo il fatto che una misura nata per migliorare la resa energetica degli edifici nel nostro Paese e per rilanciare il settore edile sia, ad oggi, diventata un suicidio per migliaia di imprenditori la cui unica colpa è stata quella di fidarsi dello Stato. Imprese che hanno avviato lavori, hanno preso commesse, hanno fatto assunzioni, hanno acquistato materie prime, fidandosi dello Stato che, ad un certo punto, decide di ribaltare tutto. Può definirsi civile un Paese che truffa gli imprenditori? Soprattutto le piccole e medie imprese del settore? E che mette a rischio il futuro di lavoratrici e lavoratori, che mette a repentaglio la tenuta economica delle fasce più deboli della nostra Nazione? Tutta questa ingombrante evoluzione normativa dei bonus edilizi è molto più complessa di come la continuano a dipingere i nostri politici. Un provvedimento cardine come quello dei bonus, infatti, si sta velocemente tramutando in un gigantesco flop a danno dell’economia e del settore edilizio e, conseguentemente, in truffa legalizzata a danno degli onesti ovvero di tutta la parte sana dell’economia del settore. Che lo stato Italiano non sia stato in grado di normare adeguatamente, sin dall’origine, i Bonus edilizi oramai è sotto gli occhi di tutti. Quello Stato che poi, per non smentirsi nelle sue infinite incapacità, ha scorrettamente modificato in corsa le regole del gioco. Un gioco reso ancora più difficile, complicato e rischioso dal blocco della cessione dei crediti. Una scelta, quest’ultima, che crea grande incertezza tra i beneficiari e le imprese, nonché presuppone il rischio certo su possibili fallimenti. Il blocco dell’acquisto dei crediti da parte di Cdp, Poste e di tutte le partecipate, sta creando non poca confusione e rischia, seriamente, di proiettare riflessi assai negativi sulle maestranze impiegate nel settore edile”.
“Per questo – conclude Senese – lo Stato deve procedere, con celerità, allo sblocco dell’acquisto dei crediti da parte di Cassa depositi e prestiti e di Poste, non solo per dare un segnale di fiducia, per rimettere in moto il mercato, per non frenare improvvisamente la necessaria riqualificazione energetica del patrimonio edilizio ma, soprattutto, per evitare il doloroso crac di uno dei settori trainanti dell’economia nazionale che lascerebbe sul terreno un numero inaccettabile di nuovi disoccupati”. (ANSA)
Superbonus 110%: Lo Schiavo presenta mozione per sblocco dei crediti
«Impegnare la Giunta regionale a promuovere opportune iniziative verso il ministero dell’Economia affinché adotti misure utili allo sblocco della cessione dei crediti introducendo una norma ad hoc nel “Decreto Aiuti” necessaria a garantire la liquidità alle imprese, scongiurando così una grave e devastante crisi nel settore edilizio».
È questo l’obiettivo della mozione presentata nei giorni scorsi dal consigliere regionale Antonio Lo Schiavo e finalizzata ad impegnare la Giunta regionale della Calabria a farsi promotrice di azioni indirizzate al governo nazionale e al ministero dell’Economia che favoriscano lo sblocco dei crediti maturati nell’ambito dei bonus per le ristrutturazioni edilizie e, in particolare, del cosiddetto Superbonus 110%.
Lo Schiavo, ricordando in premessa che «i crediti legati ai bonusedilizi (Superbonus, ecobonus, ristrutturazione, bonus facciate), secondo la Cgia, assommano già a 46 miliardi» e che «nelle ultime settimane il sistema finanziario, dalle banche alle Poste alla Cdp, ha bloccato la cessione dei crediti fiscali per un ammontare superiore a 5 miliardi di euro, di cui 4 si riferiscono a cessioni e sconti in fattura», avverte che «a causa di questo meccanismo, le imprese non sono più in grado di fare gli sconti in fattura e con crediti fiscali già acquisiti e non cedibili le aziende si trovano in crisi di liquidità con il rischio di sospendere i cantieri, non poter pagare i fornitori e addirittura fallire; secondo un’analisi della Cna se non riparte il meccanismo della cessione dei crediti, 33mila imprese artigiane nella filiera delle costruzioni rischiano di fallire e 150mila lavoratori di perdere il posto».
Ancora il consigliere regionale fa presente che «in Calabria il settore edilizio, dopo anni di crisi, si è particolarmente ripreso grazie a questa norma fiscale che ha rilanciato gli investimenti e le ristrutturazioni nel settore, generando significativi fatturati anche nell’indotto, con una forte azione di contrasto all’evasione e al lavoro nero nel settore delle costruzioni e della manutenzione».
Pertanto, a parere di Antonio Lo Schiavo, «è essenziale, in questa fase, creare un quadro di certezze: per i beneficiari e per le famiglie che avendo programmato la ristrutturazione delle case, investendo gran parte del risparmio accumulato, rischiano di vanificare il proprio investimento; per i lavoratori, che hanno bisogno di un mercato delle ristrutturazioni e delle riqualificazioni in stabile crescita sostenuto da incentivi che spingono all’«emersione» del lavoro nero e alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro; per le imprese, che per i contratti in essere sono penalizzate e rischiano a causa del blocco della cessione dei crediti squilibri di cassa con potenziali conseguenze devastanti in termini di sopravvivenza. Il quadro molto preoccupante – conclude Lo Schiavo – deve sollecitare un intervento straordinario da parte dello Stato per scongiurare una gravissima crisi economica e sociale».