La settima frazione del Giro d’Italia partirà da Diamante per raggiungere Potenza e sarà tosta a causa dei 196 km. Tappa molto impegnativa attraverso l’appennino lucano. L’avvio lungo il mare costituisce l’unica parte pianeggiante. Dopo Maratea la sequenza di asperità, più o meno impegnative, è ininterrotta. Si scala il passo della Colla che porta a Lauria dove si affronta il Monte Sirino. Lungo raccordo con Viggiano dove si scala la breve e impegnativa Montagna Grande di Viggiano. Ultima salita Sellata per raggiungere Potenza. L’intero tracciato affronta strade in diverso stato manutentivo, mediamente ristrette con innumerevoli curve a seguire i fianchi della montagne. Gli ultimi chilometri saranno interamente in città. Si sale dentro il centro anche con pendenze elevate per ridiscendere lungo viali ampi e ben pavimentati. A 2 km dall’arrivo una breve galleria porta ai viali che conducono all’arrivo. Ultimi 350 m all’8% con punta massima del 13%. Arrivo sull’asfalto.
Filippo Francesco Idone
Giro d’Italia, Demare vince al fotofinish la tappa calabrese Palmi-Scalea
La tappa numero 6 del Giro d’Italia non è stata molto impegnativa per i suoi partecipanti: partiti da Palmi per giungere a Scalea, i corridori hanno avuto come asperità di giornata la lunga salita che da Mileto li ha portati all’Aeroporto Razza di Vibo Valentia. La carovana in rosa ha risalito la Calabria e ha dato il suo massimo lungo le strade, grazie anche al sostegno dei tifosi. Palmi ha accolto il Giro d’Italia in tutta la sua bellezza: tantissimi tifosi sulle strade, sul palco e persino sui bordi dei marciapiedi. La carovana in rosa è stata sostenuta sin dalle primissime ore: le case e le piazze si sono tinte di rosa e ovunque per le vie della città si respirava aria di sport.

Hanno fatto capolino personaggi di spicco come Mauro Vegni, direttore del Giro d’Italia e delle altre classiche di RCS Sport, o Cordiano Dagnoni, Presidente della Federazione Ciclismo Italiana, che ai microfoni di Radio Touring ha commentato: “Noi come FCI dobbiamo solo dire grazie al Giro d’Italia qui in Calabria. La vetrina del Giro è una promozione su tutto il territorio. Quando anche i ragazzini vedono sfrecciare i nostri campioni, poi si appassionano e hanno voglia di pedalare. Il Giro d’Italia è un evento importante per la nostra produzione giovanile”.

La piazza principale di Palmi, piena di gente già diverse ore prima della partenza, ha saputo incitare tutti: dal primo all’ultimo corridore, con applausi e grida di gioia. Il Giro d’Italia ha portato un bel vento positivo in un territorio che ha bisogno di ottimismo e di speranza, oltre che di prospettive per il futuro.

La frazione del Giro d’Italia è stata vinta da Demare della Groupama FDJ battendo Ewan in volata. Juan Pedro López della Trek Segafredo è ancora il leader della classifica.
La tappa è stata caratterizzata dall’attacco solitario di Diego Rosa della Eolo–Kometa. Il corridore azzurro ha voluto testare le sue gambe in vista delle prossime tappe di montagna. Con questo attacco il ciclista della Eolo–Kometa ha vinto il traguardo volante, Filippo Tagliani e Eduardo Sepulveda della Drone Hopper-Androni Giocattoli. Proprio ai microfoni di Radio Touring, Gianni Savio, il patron della squadra italiana prima della partenza della tappa ci ha rilasciato un’intervista: “abbiamo attaccato tutti giorni. Siamo stati in fuga sempre e abbiamo come obiettivo la classifica dei chilometri fatti in fuga e dei traguardi voltanti”.

Diego Rosa ciclista della Eolo–Kometa ha vinto i due traguardi volanti di giornata. Nel primo il ciclista ha battuto Filippo Tagliani e Eduardo Sepulveda della Drone Hopper-Androni Giocattoli, nel secondo Tagliani e Lennard Kämna della Bora-hansgrohe. Il corridore azzurro ha vinto anche il GPM dell’Aeroporto di Vibo Valentia battendo Lennard Kämna della Bora-hansgrohe e Thomas De Gendt della Lotto Soudal. Diego Rosa è stato poi ripreso ai meno 30 chilometri dal gruppo dei migliori.
Ordine d’arrivo sesta tappa
1. Arnaud Démare (Groupama-FDJ)
2. Caleb Ewan (Lotto Soudal)
3. Mark Cavendish (Quick-Step Alpha Vinyl)
4. Biniam Girmay (Intermarché-Wanty-Gobert)
5. Giacomo Nizzolo (Israel-PremierTech)
6. Phil Bauhaus (Bahrain-Victorious)
7. Andrea Vendrame (AG2R Citroën)
8. Simone Consonni (Cofidis)
9. Vincenzo Albanese (Eolo-Kometa)
10. Edward Theuns (Trek-Segafredo)
La quinta tappa del Giro d’Italia è stata vinta da Arnaud Démare in volta. Battuto Gaviria
La quinta tappa del Giro d’Italia è stata molto rapida grazie all’elevata velocità dei corridori. Partiti da Catania per raggiungere Messina, la carovana in rosa ha viaggiato ad oltre 60 km\h raggiungendo picchi anche di 65 km\h. Arnaud Démare, grazie ad una grande volata, ha battuto Fernando Gaviria della UAE Team Emirates e Giacomo Nizzolo della Israel-PremierTech in velocità. Il francese è riuscito a staccare le ruote dei suoi avversari e si è involato verso il traguardo di Messina alzando le mani al cielo come segno di giubilo. Una bella vittoria del corridore della Groupama-FDJ che grazie a questo trionfo è salito a quota 6 vittorie al Giro d’Italia. La fuga di giornata è partita dopo un paio di chilometri e ha vinsto un drappello di corridori composto da: Filippo Tagliani, Mattia Bais della Drone Hopper-Androni Giocattoli, Alessandro Tonelli della Bardiani-CSF-Faizanè, Jaakko Hänninen dell’AG2R Citroën, Mirco Maestri dell’Eolo-Kometa.
Il traguardo intermedio di Villafranca Tirrena è stato conquistato da Filippo Tagliani della Drone Hopper-Androni Giocattoli ha battuto Jaakko Hanninen dell’AG2R Citroen e Mattia Bais della Drone Hopper-Androni Giocattoli, mentre quello di Villafranca Tirrena è stato vinto da Ben Swift dell’Ineos Grenadiers davanti a Joao Almeida dell’UAE Team Emirates e Diego Ulissi dell’UAE Team Emirates.
Per quanto riguarda il GPM di Portella Mandrazzi, Mirco Maestri dell’Eolo-Kometa ha conquistato punti preziosi per la classifica maglia azzurra. L’italiano ha battuto Mattia Bais della Drone Hopper-Androni Giocattoli e Jaakko Hänninen dell’AG2R Citroën. A fine tappa, ai microfoni di RaiSport, Vincenzo Nibali ha annunciato il suo addio al ciclismo.
Ordine d’arrivo quinta tappa Giro d’Italia
1. Arnaud Démare (Groupama-FDJ) 4h03’56”
2. Fernando Gaviria (UAE Team Emirates) s.t.
3. Giacomo Nizzolo (Israel-PremierTech) s.t.
4. Davide Ballerini (Quick-Step Alpha Vinyl) s.t.
5. Biniam Girmay (Intermarché-Wanty-Gobert) s.t.
6. Phil Bauhaus (Bahrain-Victorious) s.t.
7. Alberto Dainese (Team DSM) s.t.
8. Natnael Tesfazion (Drone Hopper-Androni Giocattoli) s.t.
9. Edward Theuns (Trek-Segafredo) s.t.
10. Simone Consonni (Cofidis) s.t.
Le ruote veloci daranno spettacolo al Giro d’Italia: il percorso della quinta tappa
La quinta tappa del Giro d’Italia sarà adatta ai velocisti. Si partirà da Catania per raggiungere Messina dopo 174 chilometri e saranno quasi tutti pianeggianti. Tappa caratterizzata dalla presenza a metà percorso della salita pedalabile di Portella Mandrazzi. Da Catania fino alle porte di Taormina si percorrono strade abbastanza ampie, ma planimetricamente costellate di curve, con pochi tratti rettilinei, sebbene altimetricamente sostanzialmente piatte. Una volta lasciata la costa di affronta la lunga scalata di Portella Mandrazzi (pendenze attorno al 4% medio) che, seguita da una lunghissima discesa, porta alla costa nord dell’Isola. Gli ultimi 70 km si snodano tutti sulla strada costiera abbastanza ampia e pianeggiante, con pochi centri abitati e con poche variazioni di direzione. A circa 4 km dall’arrivo la corsa lascia la statale per entrare con un breve strappo dentro l’abitato di Messina. Si percorrono quindi ampi viali cittadini per la prima parte in discesa per poi risalire fino ai 1500 m. Breve discesa e a 800 m dall’arrivo l’ultima curva. Rettilineo finale di 800 m, largo 7.5 m in piano su asfalto.
Giro d’Italia, Etna da spettacolo e classifica rivoluzionata: Kämna vince la tappa, Lopez nuovo leader
La prima tappa in Sicilia di questa edizione del Giro d’Italia è stata vinta da Kämna in volata su Lopez. Il corridore della Bora Hansgrohe di comune accordo col corridore della Trek Segafredo è riuscito a vincere questa importante tappa sull’Etna.
Dopo 172 chilometri, partiti da Avola per raggiungere l’Etna, pieni di saliscendi e di salite, la carovana in rosa ha regalato emozioni a tutti i tifosi accorsi in terra siciliana. Il tempo è stato perfetto e le temperature hanno consentito ai ciclisti di approfittarne per realizzare attacchi fin dalle prime battute di corsa. I fuggitivi che hanno caratterizzato la fuga di questa quarta tappa del Giro d’Italia sono stati: Valerio Conti dell’Astana Qazaqstan, Lennard Kämna della Bora-hansgrohe, Davide Villella, Rémy Rochas della Cofidis, Rein Taaramae dell’Intermarché-Wanty-Gobert, Gijs Leemreize della Jumbo-Visma, Sylvain Moniquet della Lotto Soudal, Mauri Vansevenant della Quick-Step Alpha Vinyl, Juan Pedro Lopez della Trek-Segafredo, Stefano Oldani dell’Alpecin-Fenix, Diego Andrés Camargo dell’EF Education-EasyPost, Erik Fetter dell’Eolo-Kometa, Alexander Cataford dell’Israel-PremierTech e Lilian Calmejane dell’AG2R Citroën.
Ai meno 25 chilometri l’azzurro Stefano Oldani della Alpecin-Fenix ha staccato il drappello dei fuggitivi andando a scalare l’Etna da solo. Una bella azione da scalatore puro per il giovane corridore, ma che nelle caratteristiche tecniche non è un purista di questa speciale disciplina. Ai meno 11 chilometri dal traguardo Juan Pedro Lopez della Trek Segafredo ha recuperato lo svantaggio dall’azzurro e lo ha staccato. A 2.5 chilometri dalla fine della corsa Lennard Kämna della Bora-hansgrohe ha raggiunto lo spagnolo salendo insieme sulla cima dell’Etna.
Da registrare il ritiro di Miguel Angel Lopez dell’Astana Qazaqstan a causa di una caduta nei primissimi chilometri della tappa. Questo è un duro colpo per la squadra kazaka dato che il colombiano era il capitano. Ora i team manager dell’Astana Qazaqstan devono puntare tutto su Vincenzo Nibali per poter ottenere la maglia rosa. In questa caduta coinvolti anche Simon Yates della BikeExchange-Jayco, Giovanni Aleotti della Bora-hansgrohe e David De La Cruz dell’Astana Qazaqstan.
Il Traguardo Volante di Paternò è stato vinto da Lilian Calmejane dell’AG2r Citroen che ha battuto Stefano Oldani dell’Alpecin-Fenix e Rémy Rochas della Cofidis, mentre quello di Biancavilla è stato conquistato dall’azzurro della Alpecin Fenix battendo Mauri Vansevenant della Quick-Step Alpha Vinyl e Rein Taaramae dell’Intermarché-Wanty-Gobert.
Giornata tranquilla per Mathieu Van der Poel della Jumbo Visma: la ex maglia rosa non ha mai attaccato i fuggitivi ed è rimasto sempre insieme ai suoi compagni di squadra. Per questo motivo l’olandese ha perso la leadership della classifica generale. Si è piantato malamente Tom Dumoulin, compagno di squadra di Van der Poel: il ciclista ha provato fatica intorno alla metà della salita sull’Etna ed è giunto in notevole ritardo sul gruppo dei migliori.
Ordine d’arrivo quarta tappa Giro d’Italia
1. Lennard Kämna (Bora-hansgrohe) 4h32’11”
2. Juan Pedro Lopez (Trek-Segafredo) s.t.
3. Rein Taaramae (Intermarché-Wanty-Gobert) +34″
4. Sylvain Moniquet (Lotto Soudal) +2’12”
5. Mauri Vansevenant (Quick-Step Alpha Vinyl) s.t.
6. Gijs Leemreize (Jumbo-Visma) +2’31”
7. Richard Carapaz (Ineos Grenadiers) +2’37”
8. Romain Bardet (Team DSM) s.t.
9. Pello Bilbao (Bahrain-Victorious) s.t.
10. Joao Almeida (UAE Team Emirates) s.t.
La quarta tappa del Giro d’Italia cambierà la classifica: percorso e altimetria della frazione oderina
Dopo tre tappe di modesto livello, oggi il Giro d’Italia inizia a raccontare la storia. La quarta tappa, la prima in Italia, della carovana in rosa sarà spaventosamente dura. I 172 chilometri che porteranno da Avola all’Etna saranno devastanti sotto ogni punto di vista. La tappa sarà tutta nell’entroterra siciliano con arrivo in salita. Da Avola si tocca il centro del Barocco Siciliano a Noto per toccare le zone di Pantalica e Vizzini. L’avvicinamento al vulcano è un continuo saliscendi sebbene privo di vere salite. Le strade possono presentare difetti nel fondo stradale nei tratti più lontani dai centri abitati che mediamente presentano carreggiate ristrette e i consueti ostacoli urbani alla circolazione.
La salita finale, che si conclude al rifugio Sapienza come in altre occasioni, affronta un percorso inedito. Inizio a Biancavilla fino a incontrare la Strada Milia (Giro 2018). Dopo l’Osservatorio Astrofisico si entra nella strada da Nicolosi per terminare al Rifugio Sapienza con il finale classico. Gli ultimi 3 km tutti su strada larga e ben pavimentata. La strada si snoda per ampi tornanti prevalentemente su colate laviche. Una lievissima contropendenza ai 500 m precede la svolta a U ai 250 m dove la strada riprende a salire sulla retta di arrivo di 200 m (salita al 3%) al termine della quale è posto il traguardo largo 7 m (fondo asfaltato).
Max Verstappen ha vinto la prima edizione del Gp di Miami con grande destrezza e autorità. Negli Stati Uniti, nella riverente Florida, le monoposto di Formula 1 hanno regalato emozioni sin dai primi secondi del Gp. La partenza del Gp di Miami ha visto uno scatto pazzesco della monoposto di Fernando Alonso con la Alpine. Lo spagnolo, ex pilota della Ferrari, è riuscito a recuperare ben tre posizione allo start, mentre Carlos Sainz dalla seconda posizione è stato superato da Max Verstappen della Red Bull. Il campione del mondo è riuscito a recuperare il gap accumulato nelle prove ufficiali e alla prima curva ha concluso il sorpasso. Bel sorpasso di Mick Schumacher nelle retrovie ai danni di Tsunoda: il figlio di Michael Schumacher con una staccata degna del padre. Al nono giro Max Verstappen, grazie ad una serie di giri veloci, è riuscito a recuperare il gap da Leclerc e lo ha superato agevolmente alla fine del primo rettilineo. Inoltre il pilota della Ferrari ha un leggero problema di blister e greening nell’anteriore destra.
La seconda parte della Gran Premio di Miami si è aperta con un bel sorpasso di Sebastian Vettel dell’Aston Martin ai danni di Latifi: il cinque volte campione del Mondo con la Red Bull ha usato in piano tutto il potenziale della sua monoposto per superare il pilota della Williams. Al 28 esimo giro il pit-stop di Carlos Sainz è stato drammatico: il dado dell’anteriore destra non si è fissato bene perdendo di conseguenza secondi preziosi. A causa di questo rallentamento il gap sulla Red Bull di Perez si è dimezzato notevolmente. Interessante la lotta di nervi tra la Ferrari di Leclerc e quella di Max Verstappen: dal 34esimo giro al 40esimo giro hanno realizzato giri veloci provando a strapparsi il punto addizionale del giro veloce.
Incomprensione tra Norris della McLaren con Gasly: il pilota inglese a causa di una incertezza del francese è andato a muro provocando prima la Virtual Safety Car e poi la Safety Car per i troppi detriti in pista. Nessun problema per l’inglese che è uscito dall’abitacolo senza problemi ma solo con tanta rabbia e adrenalina negativa a causa della collisione. Al 52esimo giro Sergio Perez ha provato a staccare prima di Carlos Sainz ma è andato lungo: a causa di questo lungo il messicano ha perso l’occasione di andare a podio. A meno di tre giri dalla fine, contatto senza conseguenze tra Vettel e Schumacher durante una fase di sorpasso. A causa di questa collisione il pilota dell’Aston Martin si è ritirato.
Mark Cavendish torna a vincere al Giro dopo 9 anni: la volata è da applausi
La terza tappa del Giro d’Italia partita da Kaposvar e per raggiungere Balatonfured è stata vinta da Mark Cavendish della Quick-Step Alpha Vinyl. La “Locomotiva Britannica” è tornata a vincere dopo 9 anni di assenza. Una volata perfetta questa dell’inglese grazie al grande lavoro svolto dai suoi compagni di squadra. Battuti Demare della Groupama-FDJ e Gaviria della UAE Team Emirates dopo un lungo corpo a corpo. Resta in maglia rosa Mathieu Van der Poel della Jumbo Visma.
È stata una tappa molto lenta con equilibrio completo nel gruppo e gli uomini di classifica hanno sempre accorciato con i loro gregari provando a restare nascosti nella pancia del gruppone. Una frazione lenta che però ha regalato emozioni ai tifosi accorsi nelle strade ungheresi. Da registrare la fuga di Samuele Rivi della Eolo-Kometa e Mattia Bais della Drone Hopper-Androni Giocattoli che per 174 chilometri hanno dettato il ritmo al gruppo centrale. Il GpM di Tihany è stato vinto da Eenkhoorn della Jumbo–Visma e davanti a Rick Zabel della Israel-Premier Tech. Grazie a questo secondo posto il tedesco è il nuovo leader della classifica per scalatori. Questa è stata l’ultima frazione della corsa rosa in Ungheria, da martedì la carovana partirà dalla Sicilia per raggiungere poi il traguardo finale di Verona. Per questo motivo, il 9 maggio ci sarà il primo giorno di riposo, per consentire agli organizzatori di trasferirsi dal paese Magiaro in Italia.
Le parole di Mark Cavendish ai microfoni di RaiSport: “sono molto contento. Prima spinto di un grande giro. Non male perché specialmente ora che sono più Vecchio! la squadra ha fatto un lavoro impressionate. Hanno tirato tutto il giorno e i miei compagni di squadra mi hanno aiutato fino alla fine. Ballerini per me è l’uomo del giorno. Ho iniziato il mio sprint , 300 metri dalla linea e sono contento per questa vittoria.
Ordine d’arrivo della terza tappa del Giro d’Italia
1. Mark Cavendish (Quick-Step Alpha Vinyl) 4h56’39”
2. Arnaud Démare (Groupama-FDJ) s.t.
3. Fernando Gaviria (UAE Team Emirates) s.t.
4. Biniam Girmay (Intermarché-Wanty-Gobert) s.t.
5. Jakub Mareczko (Alpecin-Fenix) s.t.
6. Edward Theuns (Trek-Segafredo) s.t.
7. Simone Consonni (Cofidis) s.t.
8. Caleb Ewan (Lotto Soudal) s.t.
9. Alberto Dainese (Team DSM) s.t.
10. Phil Bauhaus (Bahrain-Victorious) s.t.
Gilles Villeneuve e le magiche staccate al limite della follia: il ricordo del pilota a 40 anni dalla morte
Era l’8 maggio di 40 anni fa, quando la Formula 1 registrava una delle sue pagine più buie: la morte di Gilles Villeneuve, il campione senza coppa di casa Ferrari, passato agli annali non per le sue vittorie, ma per le prestazioni al limite dell’umano. Gilles Villeneuve, pur senza vincere campionati, è riuscito a scrivere la storia a suon di sorpassi, giri veloci, vittorie e pole position che la Formula 1 di fine anni ’70 e inizio anni ’80 non aveva mai visto.
La storia di Gilles Villeneuve è particolare, ma allo stesso tempo molto intensa: giunge in Ferrari quasi da sconosciuto, andando a sostituire Niki Lauda, una leggenda straordinaria di questo sport. All’inizio, il canadese è stato contestato a causa del netto divario col suo predecessore, ma dopo pochi mesi chiunque voleva vedere le gesta mirabolanti del pilota. Oggi, i Ferraristi non hanno paura a sostenere che Villeneuve è l’esempio di uomo che ha sfidato la morte, beffeggiandola più volte. Ed è proprio questo che ha fatto innamorare i tifosi.
Quei GP da rimanere col fiato sospeso
Gi anni ’70 della Formula 1 hanno visto una professione basata esclusivamente su calcoli matematici e sui risultati, ovvero quelli del mondo creato da Lauda. Con Villeneuve, la Formula 1 ha cancellato questi questi imprinting: staccate, sorpassi al limite, azioni che lo hanno inserito nell’area dell’estetismo dei motori sono diventati attrazione per i tifosi che accorrevano agli autodromi di quell’epoca.
Le sei vittorie di Villeneuve sono state tutte diverse e ognuna di loro ha una storia a sé, e lo stesso vale per podi o ritiri. Si ricordi, per esempio, quando nel 1979 a Zandvoort in Olanda, con estrema tranquillità, il pilota ha guidato la sua Ferrari con sole tre ruote. O ancora la corsa in Francia, che ha reso magico Villeneuve, quando a Digione sfidò il pubblico e l’eroe di casa René Arnoux della Renault. A vincere il Gp è stato Jean Pierre Jabouille, vittoria passata quasi in secondo piano rispetto alla lotta ingaggiata tra il candese della Ferrari e l’idolo di casa, che trasmise molto più entusiasmo. Gli ultimi giri del Gp di Digione furono pura poesia motoristica: sorpassi, controsorpassi, staccate impossibili e soprattutto un pubblico rimasto in silenzio per assistere al duello. Persino Mario Poltronieri, cronista Rai, non riuscì a rimanere imparziale davanti alle gesta di Villeneuve.
L’aura creata intorno al canadese è stata qualcosa di incontrollabile per la Formula 1: Villeneuve dal 1977 fino alla sua ultima corsa non ha mai usato una tattica precisa e dettagliata, travolgendo la F1 con un’esuberanza che mai nessuno aveva e ha più avuto. Staccare e riprendere velocità in un lasso di tempo inferiore ai 700 millesimi di secondo è impossibile, farlo a meno di 500 millesimi come Villeneuve è da folli, ma di quelli con carattere e attributi.
L’ultima gara e il tragico incidente
Gilles Villeneuve si divertiva a prendere in giro la morte come fosse un gioco: un gioco che ha sempre vinto tranne in una occasione, ovvero l’8 maggio 1982. A Zolder, in Austria, durante le prove del Gp, il pilota Mass si è spostato per far passare il canadese che però aveva preso la sua stessa decisone.
Le ruote anteriori della Ferrari presero contatto con quelle posteriori della March, e Villeneuve volò via come una carta in mezzo a un tornado. L’impatto fu devastante sia per la monoposto che per lui: il corpo del canadese sbalzò a 50 metri dalla vettura, incastrandosi nella recinzione, mentre le scarpe e il casco finirono da tutt’altra parte. Trasportato in ospedale, fu tenuto in vita giusto il tempo di permettere l’ultimo saluto alla moglie Joanna, che lo aveva sempre sostenuto.
A soli 32 anni ci ha lasciati così un pilota che, no, non era un campione del mondo, ma aveva capito come si poteva guidare con sorpassi e staccate al limite della concezione umana. Il numero 27 in Ferrari, ovvero il numero di Gilles Villeneuve, ancora oggi conserva un significato intenso, nonché un alone di inquietudine e paura per quanto ha rappresentato.
A Montreal, in Canada, quando le vetture passano alla “Villeneuve”, la curva dedicata a Gilles, sembra quasi di sentire lo spirito del canadese che prova a dar forza ai 22 piloti in gara per consacrarsi leggende della Formula 1. Probabilmente l’unico riuscito ad ereditare questo spirito è stato Ayrton Senna da Silva, leggenda della Formula 1 della generazione successiva a quella di Gilles Villeneuve.
Enzo Ferrari da sempre ha tenuto conto delle vittorie, ma col canadese è andato oltre e probabilmente si è anche divertito di più per un sorpasso che per una vittoria. Per questo motivo Gilles Villeneuve verrà ricordato come il “pilota perdente”, dalle doti maestose e fuori dal comune.
La terza tappa del Giro d’Italia è adatta ai puri della velocità: percorso e altimetria della frazione odierna
La terza tappa del Giro d’Italia che partirà da Kaposvar e raggiungerà Balatonfured è adatta alle ruote veloci. Una frazione che inizia molto veloce con possibili fughe che intorno al chilometro 150 potrebbe esser ripresa. Questa frazione viene chiamata anche la tappa del Lago Balaton, il mare d’Ungheria. Dopo una prima parte in cui attraverso lievi ondulazioni ci si avvicina al lago si raggiunge Nagykanizsa dove la tappa effettua il giro di boa per tornare al Balaton. Alcuni brevi saliscendi riportano sulla costa. Ultimi 50 km lungo la costa cona la sola brevissima asperità dell’Abbazia di Tihany. Finale rettilineo con solo alcuni lievi cambi di direzione. Finale praticamente piatto. Dopo la penisola di Tihany la strada percorre la costa con una breve discesa (pochi metri di dislivello) dentro l’ultimo chilometro. Ultimi 500 m rettilinei in impercettibile ascesa fino all’arrivo su asfalto.