“Erano da poco passate le 8 e mi sono recata personalmente a portare la vicinanza della Città all’imprenditore Ioná:
insieme siamo rimasti in silenzio un paio di minuti, costernati davanti al salone devastato, investiti da quell’acre odore di bruciato.
L’atto incendiario doloso perpetrato nella notte ai danni di Calabria Motori dimostra la fragilità culturale e morale dei nostri territori: l’azienda, situata nella zona industriale del Comune di villa San Giovanni, si è da subito inserita nel tessuto cittadino dimostrando grande attenzione verso le attività di questa città. Ne è dimostrazione tangibile la sensibilità avuta nell’aderire alla sponsorizzazione della 60ª edizione della Traversata dello Stretto, proposta quale evento identitario della nostra città e dell’intera area. Calabria Motori non aveva bisogno di una vetrina, ma è diventata parte di un evento che la città sente come suo e con cui vuole veicolare il buon nome dell’intero territorio. Quel nome che purtroppo stanotte, per l’infinitesima volta, è stato seriamente compromesso. Troppe volte ci troviamo costretti a dover manifestare solidarietà ad amministratori, imprenditori, cittadini che diventano mirino delle organizzazioni criminali.
È ora di organizzare una reazione civile vera, che si indigni verso ogni comportamento omertoso, prepotente, pretestuoso che spesso è antefatto di un comportamento criminale. Senza il rispetto delle regole del gioco, della libera concorrenza, della capacità imprenditoriale, dell’attività che ciascuno giornalmente svolge nell’esercizio del proprio ruolo, non potremo mai fare quel salto di qualità che consegnerà la nostra provincia e la nostra regione ad obiettivi diversi.
Oggi è il giorno per unirsi a tutta la famiglia di Calabria Motori, all’imprenditore Ioná, ai lavoratori e alle loro famiglie che, come verificato personalmente sul posto stamattina, sono profondamente provati da quanto accaduto. La città di Villa San Giovanni non farà mancare la propria vicinanza, perché come abbiamo detto stamattina all’imprenditore lametino “noi ci siamo!”, scrive la Sindaca di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti
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I Consiglieri Comunali di Forza Italia attaccano Falcomatà sul Porto di Gioia Tauro
“È incredibile come il Sindaco Falcomatà, dopo 12 anni alla guida della Città Metropolitana, si ricordi adesso dell’esistenza del porto di Gioia Tauro, come se fosse stato da sempre un suo impegno personale. Un impegno che, in realtà, è totalmente mancato, soprattutto quando il governo era nelle mani del suo stesso partito: ricordiamo bene i governi con Delrio e De Micheli, entrambi ministri delle infrastrutture del Partito Democratico, che nulla hanno fatto per il porto.
Ma oggi parlare del porto paga, perché, attraverso i suoi servi, il Sindaco può sfruttare la questione per mera campagna elettorale. La verità è che i reggini sono stanchi di Falcomatà, stanchi di questo modo di fare politica, di chiacchiere inutili e di promesse mai mantenute”.
Dura replica dei consiglieri comunali di Forza Italia al Comune di Reggio Calabria Federico Milia, Antonino Maiolino e Roberto Vizzari e dei consiglieri metropolitani Domenico Zampogna e Domenico Romeo alle dichiarazioni odierne del Sindaco Falcomatà che torna a parlare del porto di Gioia Tauro, definendolo “un ring, terreno di scontro per beghe di piccolo cabotaggio”.
“Una campagna elettorale, quella di Falcomatà, che parte già in forte deficit a causa della mala gestio della città negli ultimi 12 anni, e prosegue raccogliendo proseliti, come Agostinelli, grazie a lui ormai identificato nel Partito Democratico, di fatto danneggiandolo. Proprio quello stesso Partito Democratico che è responsabile del fallimento del porto di Gioia Tauro” dichiarano i consiglieri.
“Falcomatà dovrebbe iniziare a fare il suo dovere occupandosi dei problemi reali della città, come le buche, l’emergenza idrica e la gestione delle criticità quotidiane, che ormai sembrano essere lontani dalla sua agenda: questa nuova veste da leader, da statista, quando in realtà non è riuscito nemmeno a gestire la Città Metropolitana, lasciando che i problemi si accumulassero anno dopo anno, non gli si addice” proseguono i consiglieri forzisti.
“Tra otto mesi, la città avrà finalmente l’opportunità di voltare pagina e mettere fine a questa esperienza fallimentare. Il Sindaco Falcomatà, assieme a tutta la sua corazzata del Partito Democratico, all’interno del quale non ha saputo nemmeno costruire una leadership, saranno mandati a casa – concludono i consiglieri- quindi che rifletta sin da ora su dove collocarsi, per prepararsi ad un futuro lontano da Palazzo San Giorgio, come vincitore di concorso a Milano, o, al massimo, come futuro Sindaco di Bagaladi, dove potrebbe finalmente trovare il suo posto”.
L’associazione culturale Le Muse – Laboratorio delle Arti e delle Lettere di Reggio Calabria, continua le sue attività domenicali con nuovi importantissimi momenti di questa programmazione per il venticinquennale. Domenica scorsa presso il Centro Civico di Lazzaro in apertura di evento, il presidente prof. Giuseppe Livoti ha ricordato come da incontro ad incontro gli avvenimenti culturali riguardano anche la valorizzazione delle forze creative di questa terra ed in questo caso una collaborazione in sinergia con l’Amministrazione Comunale di Motta San Giovanni – Lazzaro e l’Associazione Quelli del presepe.
Il Centro Sociale “P. Capua in Via Maurizio Gucci, 8 di Lazzaro ha visto dunque l’occasione per lo svelo del “Presepe della Passione” che è stato realizzato dai giovani di “Quelli del presepe” su una idea di Grazia Caridi, che ha visto nascere e realizzare con altrettanti volenterosi ed attenti giovani, l’intuizione di una imponente restituzione geografica, artistica e monumentale dall’area del Comune di Motta San Giovanni e Lazzaro che, accoglie al suo interno, un presepe inedito e nuovo per la provincia di Reggio Calabria. Le Muse, ha continuato il presidente Livoti, ringraziano per l’accoglienza e la disponibilità a collaborare in eventi di questa importanza di crescita per i territori e per l’offerta culturale anche turistica, il sindaco di Motta San Giovanni Giovanni Verduci e l’assessore delegato alla Cultura Enza Mallamaci con la quale, in passato, si è già collaborato, proprio per la riscoperta del patrimonio archeologico del Comune.
Enza Mallamaci nella qualità di delegato alla cultura, ha ribadito il grande potenziale delle forze creative della zona che, in poco tempo sta diventando un vero e proprio volano insieme al Museo Archeologico, il Parco ed il Castello di S. Niceto, elementi questi, che i giovani artisti hanno voluto realizzare all’interno di questo monumentale presepe. L’area ionica vive un momento di ripresa ed occorre fare rete, ha detto la Mallamaci e, la presenza dei soci Muse e dei suo artisti e poeti ha fatto si che ci fosse un evento in sinergia, liberando gli steccati dei nostri ambiti e creando un tutt’uno organico. Tra i presenti che hanno portato il loro saluto Tiziana Cozzupoli – presidente Pro Loco Comune di Motta, Pasquale Irto – presidente Associazione InHoltre, Paola Spanò – Associazione Minatori Mottesi, Vittorio Neri in rappresentanza Associazione Eureka.
Grazia Caridi ideatrice di tale progetto si è soffermata sul senso della pace interiore nel realizzare questa idea: ci siamo commossi ogni giorno nella realizzazione di tale opera e per noi oggi è un momento importante, vogliamo regalare un sentimento, una sensazione a tutti cittadini e turisti. Livoti ha messo in evidenza come un presepe racconta l’annuncio della nascita di Gesù, con figure storiche quali il bambino, la stalla, figure del mondo orientale con scene di meraviglia, felicità aperte al nuovo. Il Presepe della Passione, invece, ha come tema la tragica fine della storia della vita di Gesù, che vive la svolta felice con la risurrezione. Solitamente come da tradizione rappresenta il tempo compreso tra la Domenica delle Palme e il Lunedì dell’Angelo e si attiene alla sequenza cronologica degli eventi descritti nei Vangeli. Anche se il pensiero di raffigurare il tempo della Passione con statue in gesso, legno o altro materiale può sembrare strano ad alcuni, il cosiddetto “presepe serio” ha una lunga tradizione. I presepi pasquali di solito iniziano con l’ingresso a Gerusalemme la Domenica delle Palme.
Segue il giovedì santo, in cui Gesù prega nel giardino del Getsemani e Giuda appare con i soldati romani per tradirlo. La crocifissione del Venerdì Santo occupa gran parte del presepe pasquale. Ed ancora la tomba aperta, con le donne che assistono al miracolo della risurrezione la domenica di Pasqua. In questa grande realizzazione spazio imponente ha il dialogo tra Gesù risorto e i discepoli di Emmaus e la scena di Gesù che ascende al cielo. Illuminotecnico e musicale è stato scoprire al momento dello svelo con la benedizione del parroco don Mimmo Rodà che ha fatto notare ai presenti come anche questa composizione è atto d’amore e di fede con le varie atmosfere, scenografie e con le messe in scena, i cosiddetti luoghi deputati.
Nel corso della serata è stata inaugurata una mostra dal titolo “Cruces Contemporanee” a cura degli artisti delle Muse Francesca Avenoso, Cristina Benedetto, Mariella Costa, Patrizia Crupi, Rossella Marra, Antonella Minasi, Tina Nicolò, Grazia Papalia, Wanda Simone, croci dipinte o i vari materiali che sono stati raccontanti in un dialogo a più voci dai poeti Luigi Barberio, Teresa Celestino, Clara Condello, Patrizia Pipino, Francesca Triolo. Le opere realizzate mettono in evidenza l’idea del corpo che è “croce” in una stilizzazione formale ma al tempo stesso contenutistica, simbolica e biblica, croce di Cristo come simbolo universale di sofferenza e ingiustizia, tutte realizzate tra ceramica, argento, colori ad olio o acrilico, o trame in fili pregiati.
La manifestazione ha visto momenti di racconti dedicati alla musica nel periodo pasquale con Ninello Verduci esperto di cultura musicale e ultimo dei cantore della nostra terra, da sempre promotore delle tradizioni popolari calabresi il quale, dopo una attenta ricerca ha proposto testi anche recuperati all’Archivio di Stato di Napoli e che si rifanno al periodo tra la fine dell’800 ed inizio del ‘900. Il Presepe della Passione sarà aperto al pubblico durante queste settimane con particolare attenzione nel periodo pasquale, offrendo una offerta conoscitiva inedita in questo particolare periodo dell’anno, mentre la Collettiva “Cruces contemporanee” sarà possibile visitarla per questa prima settimana presso il Museo Archeologico di Lazzaro mentre per la settimana di Pasqua presso la sede dei Minatori Mottesi in piazza Municipio di Motta San Giovanni.
A Gioia Tauro l’evento “Arte in Banca” per celebrare l’Artista Adriano Fida
L’evento “Arte in Banca” ritorna con una mostra di eccellenza negli ambienti espositivi dello storico palazzo che ospita la Banca Mediolanum di Gioia Tauro con il ricordo dell’artista Adriano Fida.
Sabato scorso all’inaugurazione la dott.ssa Cristina Petea, che ha promosso la manifestazione, ha ribadito come la serata vuole essere un atto di amore e di ricordo nei confronti di un conterraneo seguendo il suo percorso artistico tracciato da tempo e che vuole fare memoria di una eccellenza dell’arte calabrese forse troppo presto dimenticata.
Una narrazione attraverso le parole del Direttore Artistico Cosimo Allera, il quale, si è soffermato sulle scelte fatte per questi avvenimenti che celebrano ma che danno grande opportunità di confronto con il territorio. Abbiamo presentato ad un attento pubblico in questi anni le opere di Giuseppe Fata, Maurizio Carnevali ed anche le mie sculture ha evidenziato Allera, poiché crediamo ci debba essere un confronto ed una riflessione su ciò che va valorizzato e promosso, e, non potevamo non ricordare un uomo buono e riservato quale Adriano Fida a poco tempo dalla sua scomparsa.
Il giornalista e critico Giuseppe Livoti, ha ribadito fermamente come Adriano fa parte di una narrazione della Calabria artistica contemporanea che purtroppo, spesso, viene dimenticata e che invece deve continuare ad essere promossa e soprattutto deve vedere le istituzioni di alta cultura unite nel commemorare e promuovere, non cancellando le tracce di percorsi eccellenti di coloro i quali andando via dalla Calabria hanno avuto l’evoluzione di un curriculum che ci rende tutti orgogliosi . Per raccontare Adriano Fida sarebbe utile e necessario ricordare l’epitaffio di Pietro Bembo per Raffaello Sanzio il quale afferma che “…ora che è morto teme di morire” un monito questo che ci deve sempre far stare in allerta su come tramandare la memoria anche di Fida. Artista introverso Adriano Fida è nato a Reggio Calabria nel ’78. Formatosi all’Accademia delle Belle Arti di Reggio Calabria – in cui ha maturato la personale ricerca artistica nata attraverso lo studio dei grandi maestri del passato -, Fida ha affinato a Torino la sua cifra stilistica con la tecnica dell’affresco, sotto la guida del maestro Silvano Gilardi (Abacuc), e, dopo vari approfondimenti sulla materia, è stato giudicato e scelto per la realizzazione del nuovo affresco all’interno del MACAM di Maglione (TO).
Nelle sue opere emerge il fortissimo legame con la terra natìa e la sua cultura di derivazione ellenistica (Magna Grecia), mettendo al centro del processo creativo l’uomo e la sua storia in piena simbiosi con la natura e il divino. Dalla natura morta, allegoria della madre terra e dell’uomo legato al ciclo vitale del frutto, al ritratto, in cui l’autore racconta la storia delle icone del Novecento rivisitate in chiave moderna; fino al mito, la cui reinterpretazione è incentrata sull’elevazione dell’uomo comune rappresentato sulla tela con sembianze divine. Le tematiche descritte, lungo cui si snoda la produzione di Fida, presentano più di un denominatore comune, sia dal punto di vista allegorico, sia da quello tecnico. È qui che l’artista, forte di un invidiabile bagaglio culturale incentrato anche sull’arte dell’affresco, mette in pratica gli studi accademici che affondano le proprie radici nella pittura Fiamminga e Caravaggesca, sino ad arrivare all’arte moderna. Partendo dalla base classica, però, egli non si distacca dalla pittura moderna, approdandovi anzi grazie al forte rapporto che lo lega alla materia, mediante la quale racchiude, dal punto di vista iconografico, le anatomie presenti nella tela. Livoti si è soffermato sulla dimensione oscura del personaggio Fida che, sin da sempre, nel suo itinerario ha percepito quel senso di caducità della vita, quel patto segreto tra la morte e la notte come ci ricorda la cultura illuminista. I suoi lineamenti tra il gotico ed il rinascimentale, l’adesione al dato naturale con restituzioni iperrealistiche ed ancora ambienti con figure e dettagli elaborati e una pittura con rimandi allegorici e simbolici, lo rendono unico ed ultimo tra i “visionari”, lui, che ha da sempre narrato la visione della sua coscienza attraverso anche temi mistici e spirituali.
Arrivato da Roma, per l’occasione, il curatore d’arte e grande amico di Adriano, Marco Dionisi Carducci che lo ha definito un artigiano dell’arte, un comunicatore della pittura celestiale dalle introverse e simboliche premonizioni, così come lo descrive Vittorio Sgarbi in un appassionato ricordo per Il Corriere della Sera all’indomani della sua scomparsa: «Ora questi dipinti visionari continuano a vivere senza di lui, e indicano un percorso definito, chiuso, di cui soltanto Fida poteva essere consapevole, stabilendo cosa voleva dirci, e che ci ha detto. Oggi, senza di lui, possiamo capirli meglio. Egli ci ha raccontato quello che avrebbe visto, quello che sta vedendo, lasciando memoria dell’aldilà. Adesso ci appare chiaro che tutta la sua opera è stata un presagio».
Affettuosa e sincera la testimonianza del fratello di Adriano, Pasquale il quale ha evidenziato come le opere di Fida oggi girano il mondo: Adriano non amava descrivere se stesso, la sua privacy, il suo intimo, ma, restano le sue pitture, le sue opere artistiche utili e necessarie per capire ciò che di grande ha perso la Calabria.
L’esposizione ha presentato al pubblico una selezione di alcune tra le opere più significative della pittura di Adriano Fida. Intime, mature, dai potenti connotati simbolici e tecnici estremamente maturi. Dallo sviluppo del ciclo pittorico incentrato sulle nature morte e sul mito, omaggio all’origine magnogreca della terra natìa, alle opere più recenti, forti di una stagione pittorica sofferta, ma proficua. La conclusione di un viaggio onirico che è oggi testamento d’inestimabile valore umano e professionale, che mette i posteri in condizione – e dovere – di valorizzare e divulgare.
Quella di Fida è stata una ricerca ossessiva e costante, una irrefrenabile sete di conoscenza, accresciuta nel tempo dallo studio personale e dal confronto con stimati colleghi, come Roberto Ferri, Alessandro Sicioldr, Gianluca Sità, Daniela Astone, Jara Marzulli. Nei lavori degli ultimi anni il tema del visionario è divenuto più acuto, ma sempre con equilibrio e coscienza, nel contesto di una pittura che via via si era fatta dolce, dai toni pastello
Reggio: svolto a Riparo Vecchio un incontro sulla solitudine dei giovani nell’era digitale
All’evento, mirato ad approfondire il fenomeno della solitudine giovanile nell’era digitale, con un focus sui rischi legati all’uso dei social media, erano presenti anche il Vicesindaco Paolo Brunetti ed il Consigliere Francesco Barreca.
“Questo incontro rappresenta un’occasione per discutere di un tema centrale per il presente e il futuro dei nostri giovani” – ha esordito Falcomatà, sottolineando che “poterlo fare grazie ad un confronto tra istituzioni, professionisti e società civile, ci permette di maturare la consapevolezza che, per arginare il disagio giovanile, purtroppo, non è sufficiente il solo sforzo all’interno della sfera familiare, ma è indispensabile un gioco di squadra, attraverso il quale tutte le agenzie educative siano coinvolte in un processo di sensibilizzazione e di ascolto”.
Il primo cittadino ha poi aggiunto: “Il mio vuole essere un approccio da genitore ancor prima che da sindaco, pertanto, capisco quali siano le paure, le ansie e le preoccupazioni di un padre, che deve fare i conti con la rapidità con la quale i cambiamenti si susseguono nelle tappe di crescita dei nostri figli, capaci di assimilare con altrettanta velocità le dinamiche intorno a loro, in un mondo iperdigitalizzato”.
Reggio: confiscati 600.000€ a 3 fratelli imputati per traffico di stupefacenti
Continua senza sosta l’azione di contrasto dell’Arma dei Carabinieri a ogni forma di illegalità diffusa, specie in materia di traffico di sostanze stupefacenti e accumulazione e riciclaggio dei relativi proventi, ambito in cui sono stati conseguiti ulteriori e importanti risultati.
In particolare, nella mattinata di ieri. 08 aprile 2025, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Locri e del R.O.S. – II Reparto Investigativo di Roma hanno dato esecuzione a una serie di provvedimenti di confisca emessi dal Tribunale – Sezione Misure di prevenzione di Reggio Calabria nei confronti di 3 fratelli, tutti residenti nel catanzarese, già noti alle Forze di Polizia, riguardanti quote societarie, denaro contante e rapporti finanziari per un importo complessivo di circa 615.000 Euro.
Gli accertamenti eseguiti dai Militari hanno infatti consentito di ricostruire l’origine pienamente illegale dei beni attinti dal provvedimento, alcuni dei quali intestati a un loro congiunto anche al fine di sfuggire alle maglie dei controlli, ma che gli investigatori hanno comunque ricondotto ai 3 fratelli, tutti già arrestati poiché destinatari di misura cautelare nell’ambito dell’operazione Eureka, eseguita il 03 maggio 2023, con l’accusa di far parte di un’associazione a delinquere dedita al traffico di sostanze stupefacenti, anche con l’estero, con ruoli di corrieri della droga, di coordinamento delle attività logistiche e di trasporto, e di raccolta dei derivanti proventi illeciti.
Nella medesima circostanza, nei confronti dei 3 imputati è scattata anche la misura di prevenzione personale della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza, aggravata dall’obbligo di Soggiorno nei Comuni di residenza, per periodi compresi tra i 2 e i 3 anni e mezzo.
L’attività di contrasto si inserisce in un quadro più ampio di operazioni condotte dagli uomini dell’Arma in un contesto particolarmente delicato come quello calabrese, ove la tradizionale attività di controllo sul territorio, che spesso rappresenta la principale forma di prevenzione e incide direttamente sulla percezione di sicurezza dei cittadini, si coniuga, in chiave repressiva, con una meticolosa attività di analisi delle attività illecite e dei flussi economici che da esse originano.
Reggio: svolto motoraduno di solidarietà alla, dopo l’atto intimidatorio
Svolta, alla rotatoria antistante la concessionaria “Calabria Motori”, attività commerciale di Emanuele Ionà che la scorsa notte è stata teatro di un atto intimidatorio, nel quale sono andati distrutti 8 autoveicoli, un raduno motociclistico di solidarietà, organizzato da Francesco Franco Basile Rognetta, Presidente Moto Club Reggio Calabria che ha chiamato a raccolta tutti.
“E’ incredibile come una realtà imprenditoriale gestita da imprenditori di altre province che mettono impegno e sacrificio e che investono sulla nostra città, si ritrovano questo ‘benservito’. Purtroppo questa è la realtà ma mi auguro che finisca”, ha dichiarato Rognetta
L’imprenditore Ionà ha ricevuto numerosi attestati di solidarietà, è segnato dal criminale episodio, ma non è affatto disposto a piegarsi: “Ci hanno colpiti nel cuore, ma non ci hanno spezzati. Noi non arretriamo. Reagiremo. Con forza. Con dignità. Con l’amore incrollabile per il nostro lavoro, per ciò che siamo, per ciò che costruiremo ancora. Chi crede di intimidirci ha sbagliato tutto: ci avete solo resi più uniti, più determinati, più forti. Avanti, insieme. Sempre“, dichiara l’imprenditore lamentino Emanuele Ionà.
La solidarietà del Sindaco Falcomatà all’imprenditore Ionà
“Solidarietà all’imprenditore Emanuele Ionà per l’attentato incendiario subito dalla sua concessionaria”, queste le parole del Sindaco Giuseppe Falcomatà con le quali esprime la propria vicinanza, anche a nome dell’intero consiglio metropolitano, al Gruppo Ionà Motori in seguito all’incendio di matrice dolosa che ha colpito la concessionaria di automobili a Campo Calabro, pochi chilometri a nord di Reggio Calabria.
“Messaggi inaccettabili arrivano da gesti così spregiudicati, evidentemente rivolti ad intimidire l’attività imprenditoriale di una famiglia che da anni opera con successo sul territorio calabrese. L’auspicio – ha aggiunto il sindaco – è quello che i responsabili di questo vile gesto siano presto assicurati alla giustizia, affinché risulti chiaro il messaggio che lo Stato ha la meglio su logiche criminali che tentano di sfregiare il nostro territorio”.
Reggio: consegnati i lavori per la riqualificazione dell’area ex mattatoio al Foro Boario
Facoltà di Medicina a Reggio: il Gruppo R.E.D. lamenta il mancato coinvolgimento delle Istituzioni
Nel mirino di RED, anche il recente annuncio di un maxi-finanziamento da un miliardo di euro per il nuovo Policlinico universitario di Rende: «È necessario capire quali siano le reali priorità e quale strategia intenda perseguire la Regione. Basta spot, serve chiarezza sul ruolo che ogni ente locale dovrà assumere in questo percorso».
I consiglieri ribadiscono il loro pieno sostegno alla nascita della Facoltà di Medicina a Reggio Calabria, ma precisano: «E’ davvero un atteggiamento poco rispettoso delle istituzioni affermare che la Città Metropolitana ed il Comune vadano coinvolti solo adesso, in un momento successivo rispetto ai numerosi incontri svolti. Questo svilisce non tanto i rappresentanti delle istituzioni, chi ha l’onore di guidare la Città Metropolitana ed il Comune di Reggio Calabria, ma l’intera comunità di questo territorio». «Da istituzioni serie e responsabili non ci sottrarremo, ci crediamo davvero, ma servono regole chiare, ruoli definiti e un piano concreto. Il Consiglio Comunale, in tempi non sospetti, aveva già avviato una discussione seria e trasversale su questo tema, un’attività che guardava anzitutto all’interesse del territorio, non certo a quelli di una parte politica. Ed è proprio per questo che responsabilmente intendiamo sostenere il percorso, ancora concretamente da avviare, ma non accetteremo scorciatoie o logiche di propaganda».
«Lo sviluppo del territorio – concludono – non può essere affidato agli slogan. Servono sinergia, visione e impegni reali per dare a Reggio Calabria l’opportunità che merita.»
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