L’hanno chiamato “il Papa degli ultimi” e così verrà ricordato nella memoria storica del mondo. Ma lui era prima di tutto Jorge Mario Bergoglio, un italo-argentino, figlio di migranti, che il 13 marzo del 2013 ha il coraggio di accettare l’incarico di guidare la Chiesa, e prende il nome, inedito, di Papa Francesco.
Così come il Santo di cui volle ereditare il nome, Bergoglio si mostra subito come un personaggio religioso e storico inedito, a tratti scomodo, sicuramente umano. Il suo pontificato è costellato di importanti svolte tese a rendere la Chiesa più moderna e accogliente, la sua amata “Chiesa dalle Porte aperte”: una chiesa che accoglie, che non isola e non allontana, che mette sempre di più Cristo al centro, che non chiude gli occhi davanti alla sofferenza ma lotta e tende la mano a chi nella sofferenza vera è costretto a vivere ogni giorno. Un tema caro a Bergoglio, le cui origini ricalcano il presente di popoli in fuga, di disgrazie in mare, di destini che la maggior parte delle volte frantumano le speranze di una vita migliore in una morte ingiusta. Testimone della storia, icona di momenti che non verranno mai dimenticati come l’isolamento e la pandemia. L’abbiamo visto pregare solo, soffrire per il dolore del popolo di Dio.
Un papa viaggiatore, che va personalmente fino in capo al mondo a dimostrare il proprio sostegno anche in paesi dimenticati, accanto ad autorità religiose diverse, nel corso di ben 30 viaggi in 12 anni.
Un papa comunicatore, che riconosce l’importanza dei mezzi di comunicazione e dei suoi operatori, e che a sua volta prova mille linguaggi diversi per portare avanti il messaggio di Cristo.
Un papa umano, una persona comune, che va a comprare nei negozi, che telefona alla gente, che tifa e si commuove.
Non basterebbero mille documentari per rendere giustizia all’operato di Papa Francesco, un papa capace di far stringere il mondo in un grande silenzioso abbraccio anche adesso, esanime nella sua bara di legno, anch’essa scelta appositamente per spezzare col passato, per dire alla Chiesa basta con gli eccessi, si torna all’essenziale, si torna a dare valore alla vita in quanto vita e dono di Dio.
Un abbraccio silenzioso che i fedeli potranno dare a Papa Francesco a partire da domani, mercoledì 23 aprile, durante l’esposizione della bara aperta in san pietro, in attesa dei funerali ufficializzati per sabato 26 aprile alle 10, presto la stessa basilica romana.
Sarà l’ultimo addio a Papa Francesco, il papa degli ultimi, che fino all’ultimo giorno ha messo al centro il popolo di Dio, e l’ha servito nella fede e nella sofferenza, ultimo capitolo di un’intera vita offerta come dono.
PAPA FRANCESCO
Città del Vaticano – Il mondo saluta Papa Francesco. Lunedì 21 aprile, alle 7:35, il Pontefice è morto nella sua residenza a Santa Marta a causa di un ictus cerebrale, seguito da coma e collasso cardiocircolatorio irreversibile. Aveva 88 anni.
Il Vaticano ha annunciato che i funerali si terranno sabato 26 aprile, alle ore 10, sul sagrato della Basilica di San Pietro. La liturgia sarà presieduta dal cardinale decano Giovanni Battista Re. Al termine, la salma sarà traslata alla Basilica di Santa Maria Maggiore, dove avverrà la tumulazione.
Mercoledì 23 aprile, alle ore 9, il feretro di Papa Francesco verrà trasportato dalla Cappella della Domus Sanctae Marthae fino alla Basilica Vaticana, dove sarà esposto per l’omaggio dei fedeli. La processione, guidata dal cardinale camerlengo Kevin Farrell, partirà da Piazza Santa Marta attraversando Piazza dei Protomartiri Romani, fino ad arrivare all’Altare della Confessione, dove si terrà una Liturgia della Parola.
Nella bara, Papa Francesco è stato vestito con la casula rossa, il simbolo liturgico dei martiri, il pallio e la mitra bianca. Tra le mani stringe un rosario, segno della sua devozione mariana. Un’immagine che commuove e che richiama la semplicità e la spiritualità che hanno contraddistinto il suo pontificato.
Oggi si è conclusa la prima congregazione generale dei cardinali nell’Aula del Sinodo, che ha definito le prime tappe organizzative per le esequie e il periodo successivo. Intanto, anche questa sera, martedì 22 aprile, alle 19:30 in Piazza San Pietro si terrà il rosario comunitario, presieduto dal cardinale Mauro Gambetti.
Domenica 27 aprile, giorno dei novendiali, il cardinale Pietro Parolin celebrerà una messa solenne a San Pietro alla quale sono invitati anche gli adolescenti del Giubileo.
Il presidente francese Emmanuel Macron, in visita all’Isola della Riunione, ha dichiarato che parteciperà personalmente ai funerali del Santo Padre: “Saremo presenti, come è giusto che sia”.
A poche ore dalla sua scomparsa, è stato diffuso un testo inedito di Papa Francesco: la prefazione al libro del cardinale Angelo Scola “Nell’attesa di un nuovo inizio. Riflessioni sulla vecchiaia”. Parole che oggi risuonano ancora più forti:
“La morte non è la fine di tutto, ma l’inizio di qualcosa. È un nuovo inizio […] perché vivremo qualcosa che mai abbiamo vissuto pienamente: l’eternità”.
Con Papa Francesco si chiude un’epoca segnata da semplicità, dialogo e misericordia. Il mondo si prepara a rendergli l’ultimo omaggio, con il cuore colmo di gratitudine e preghiera.
Il Cav. Dott. Lorenzo Festicini, in un’intervista, esprime cordoglio e discutere l’eredità lasciata da Papa Francesco e ciò che succederà nella Chiesa e nella comunità globale dopo la sua dipartita.
Papa Francesco ha avuto un impatto straordinario sulla comunità mondiale. Qual è, secondo lei, il suo lascito principale? Papa Francesco ha incarnato la vera essenza del Vangelo attraverso le sue azioni e le sue parole. Il suo lascito principale è stato il ritorno alla semplicità, all’umiltà e alla vicinanza ai poveri e agli emarginati. Ha messo al centro del suo pontificato l’idea di una Chiesa come ospedale da campo, capace di accogliere e curare le ferite dell’umanità.
Con la sua scomparsa, quali sfide principali dovrà affrontare la Chiesa cattolica? La Chiesa dovrà affrontare il compito di continuare il suo impegno nelle riforme intraprese da Papa Francesco, soprattutto in termini di trasparenza, giustizia sociale e dialogo interreligioso. C’è anche la sfida di mantenere viva la sua visione pastorale, che ha reso la Chiesa più accessibile e vicina alla gente.
Come si ripercuoterà sul lavoro del vostro istituto la perdita di una figura così influente? L’Istituto Nazionale Azzurro, istituto Umanitario di Ispirazione Cattolica continuerà a farsi guidare dai principi che Papa Francesco ha sempre sostenuto: la carità, la dignità umana e il dialogo. La sua passione per la giustizia e la sua dedizione alla cura dei più vulnerabili continueranno a essere una fonte d’ispirazione per tutte le nostre iniziative. Sentiamo la responsabilità di perpetuare il suo messaggio di speranza e unità.
Cosa prevede accadrà ora per la Chiesa? Intraprendere il percorso di selezione di un nuovo Papa immersi in una tale eredità sarà cruciale. È un momento di riflessione e unità, in cui preghiamo affinché lo Spirito Santo guidi la Chiesa verso un futuro ricco di audacia e visione. È un’opportunità per rinnovare l’impegno della Chiesa nella contemporaneità, mantenendo il suo nucleo spirituale intatto.
Concluse le sue riflessioni, Lorenzo Festicini si è detto fiducioso che la comunità cattolica globale saprà rispondere a questo momento di dolore con la forza del messaggio che Papa Francesco ha sempre sostenuto: amore, misericordia e servizio all’umanità. La sua eredità non è solo una riflessione di ciò che è stato, ma un invito all’azione per il futuro.
“I vescovi della Calabria, appresa con dolore la notizia del ritorno dell’amato Papa Francesco alla casa del Padre, esprimono gratitudine al Signore della vita per il dono di questo fedele profeta del nostro tempo e chiedono a Dio di poter sempre più mettere in atto il suo esempio di compassione evangelica, di vicinanza agli ultimi e di accoglienza per tutti i figli di Dio”. E’ quanto si afferma in un messaggio della Conferenza Episcopale Calabra per la morte di Papa Francesco.
“La Vergine Maria, Madre della Chiesa e Salus Populi Romani – si aggiunge nel testo del messaggio – lo accolga tra le sue braccia e impetri da Suo Figlio, Cristo Signore, la gloria che Egli ha promesso ai suoi servi fedeli”.
Lo scorso anno i vescovi calabresi avevano incontrato Papa Francesco nella visita ad limina svoltasi nel Palazzo Apostolico Vaticano.
Papa Francesco, il decesso per ictus cerebrale e collasso cardiocircolatorio irreversibile
Ictus cerebri, coma, collasso cardiocircolatorio irreversibile.
Queste le cause del decesso di Papa Francesco, avvenuto questa mattina, alle 7.35 nel suo appartamento a Casa Santa Marta.
A certificarlo è il professor Andrea Arcangeli, direttore della Direzione di Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano, nella denuncia di morte pubblicata in serata dalla Sala Stampa della Santa Sede.
Il documento medico afferma che il Papa era affetto da pregresso episodio di insufficienza respiratoria acuta in polmonite bilaterale multimicrobica, bronchiectasie multiple, ipertensione arteriosa, diabete tipo II.
L’accertamento della morte è stato effettuato attraverso registrazione elettrocardiotanatografica.
“Dichiaro – scrive Arcangeli – che le cause della morte secondo la mia scienza e coscienza, sono quelle su indicate”.
FONTE: www.vaticannews.va
Sentendo che si avvicina il tramonto della mia vita terrena e con viva speranza nella Vita Eterna, desidero esprimere la mia volontà testamentaria solamente per quanto riguarda il luogo della mia sepoltura.
La mia vita e il ministero sacerdotale ed episcopale ho sempre affidato alla Madre del Nostro Signore, Maria Santissima.
Perciò, chiedo che le mie spoglie mortali riposino aspettando il giorno della risurrezione nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore.
Desidero che il mio ultimo viaggio terreno si concluda proprio in questo antichissimo santuario Mariano dove mi recavo per la preghiera all’inizio e al termine di ogni Viaggio Apostolico ad affidare fiduciosamente le mie intenzioni alla Madre Immacolata e ringraziarLa per la docile e materna cura.
Chiedo che la mia tomba sia preparata nel loculo della navata laterale tra la Cappella Paolina (Cappella della Salus Populi Romani) e la Cappella Sforza della suddetta Basilica Papale come indicato nell’accluso allegato.
Il sepolcro deve essere nella terra; semplice, senza particolare decoro e con l’unica iscrizione: Franciscus.
Le spese per la preparazione della mia sepoltura saranno coperte con la somma del benefattore che ho disposto, da trasferire alla Basilica Papale di Santa Maria Maggiore e di cui ho provveduto dare opportune istruzioni a Mons. Rolandas Makrickas, Commissario Straordinario del Capitolo Liberiano.
Il Signore dia la meritata ricompensa a coloro che mi hanno voluto bene e continueranno a pregare per me. La sofferenza che si è fatta presente nell’ultima parte della mia vita l’ho offerta al Signore per la pace nel mondo e la fratellanza tra i popoli.
Santa Marta, 29 giugno 2022
FRANCESCO
FONTE: www.vaticannews.va
Con un messaggio sul profilo ufficiale X la squadra di calcio argentina del San Lorenzo ha ricordato Papa Francesco.
Non è mai stato solo un altro ed è sempre stato uno di noi.
Corvo di ragazzo e uomo… Cuervo sacerdote e cardinale… Cuervo anche come Papa…
Ha sempre trasmesso la sua passione per il Ciclón: quando è andato al Vecchio Gasometro per vedere la squadra del 46, quando ha cresimato Angelito Correa nella cappella della Ciudad Deportiva, quando ha ricevuto le visite del Barça in Vaticano sempre con totale felicità… Socio n. 88235.
Da Jorge Mario Bergoglio a Francesco, c’è stata una cosa che non è mai cambiata: il suo amore per il ciclone.
Avvolto in un profondo dolore, oggi diciamo a Francesco: Arrivederci, grazie e arrivederci sempre! Staremo insieme per l’eternità!
L’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice ha comunicato che, secondo quanto previsto nell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis (nn. 21-40), questa sera, lunedì 21 aprile alle ore 20.00, Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa, presiederà il rito della constatazione della morte e della deposizione della salma nella bara.
Sono pertanto pregati di prendere parte al rito l’Eminentissimo Decano del Collegio Cardinalizio, i familiari del Romano Pontefice, il Direttore e il Vice Direttore della Direzione di Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano, che si dovranno trovare per le ore 19.45 nella Cappella della Domus Sanctæ Marthæ.
Gli Ecclesiastici indosseranno l’abito corale loro proprio.
Addio Papa Francesco: rese note le disposizioni per le esequie, probabile la data dei funerali
Roma in fermento per i preparativi delle esequie di Papa Francesco. Ciò che è certo, al momento, è che verranno rispettate le volontà del Pontefice, che aveva espresso il desiderio di una cerimonia meno corposa di quelle dei suoi predecessori, “con dignità ma come ogni cristiano“, e aveva poi deciso di trasformare queste indicazioni in regola anche per i successori, mettendole nero su bianco nell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis.
Per lo stesso motivo, l’esposizione ai fedeli è stata disposta già dentro la bara aperta, differentemente dal passato, e sono state abolite le tre bare tradizionali di cipresso, piombo e rovere. Secondo quanto dichiarato dall’ufficio stampa del Vaticano, la bara dovrebbe essere esposta a San Pietro da mercoledì 23 aprile.
Cambio storico anche per la tomba di Papa Francesco, che verrà ospitata in Santa Maria Maggiore e non a San Pietro.
Questa sera alle 20 il rito della constatazione della morte e la deposizione nella bara.
Probabilmente i funerali si terranno sabato 26 aprile, mentre resta ancora ignota, invece, la modalità con cui verrà trasferita la bara da San Pietro a Santa Maria Maggiore dopo le esequie.
Addio a Papa Francesco, diceva al mondo della radio: “Andate avanti con coraggio e creatività”
In questo giorno che ci riunisce tutti in un profondo senso di tristezza, vogliamo ricordare Papa Francesco attraverso le bellissime parole dedicate alla radio e ai suoi operatori, pronunciate in occasione dei 90 anni di Radio Vaticana, nel 2021.
“La radio ha questo di bello: che porta la parola anche nei posti più sperduti. E la coniuga oggi anche con le immagini e con lo scritto. Andate avanti con coraggio e creatività nel parlare al mondo e costruire così una comunicazione capace di farci vedere la verità delle cose”.
Forti di questo messaggio, continueremo a fare del nostro meglio perché il nostro lavoro faccia la differenza, in positivo.
Grazie a te, Papa Francesco, per essere stato l’eccezione, l’unicità, il progresso.