Fine dei giochi, in maniera letterale, per quanto riguarda la proposta che doveva modificare la Legge regionale sulla ludopatia. Dopo tante discussioni, i capigruppo di maggioranza del consiglio regionale della Calabria hanno deciso di fermarsi ritirando le proprie firme dalla proposta di modifica del quadro normativo. Com’è noto, la legge riguarda il contrasto alla ‘ndrangheta, ponendo il divieto di posizionare apparecchi da gioco a meno di 300 metri dai luoghi sensibili per i comuni sotto i 5000 abitanti, e a meno di 500 metri per i comuni sopra i 5000 abitanti. Dal centrodestra è poi arrivata la proposta per regolamentare meglio le fasce orarie entro cui consentire l’esercizio del gioco, oltre a eliminare la distinzione tra esercizi commerciali e rivendite di genere per quanto riguarda il distanziamento. Con il placet della commissione anti ndrangheta e della commissione affari istituzionali, l’iter si è poi bloccato in sede di consiglio regionale.
La seduta, conclusa in anticipo per numero di presenze insufficiente, si era aggiornata al prossimo lunedì 12 dicembre. I capigruppo hanno annunciato in merito di rimettersi alle decisioni che scaturiranno dalla riunione di maggioranza convocata dal Presidente Filippo Mancuso in tale data, prima dell’inizio dei lavori del Consiglio. Il leader dell’opposizione Amalia Bruni, intanto, ha espresso soddisfazione per la decisione presa dai capigruppo di maggioranza, asserendo che finalmente è “prevalso il buonsenso in questa Regione” e la politica agli occhi dei cittadini ha solo da guadagnarci.
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