Chiara Cucinotta
Motta San Giovanni, Premio “Il Minatore d’oro” ai Vigili del Fuoco. Ritirerà Guido Parisi, capo del Corpo Nazionale
Il MINATORE D’ORO, il premio internazionale istituito dall’Amministrazione comunale di Motta San Giovanni per ricordare il sacrificio dei minatori mottesi e destinato a figure che si siano distinte e abbiano raggiunto notevoli risultati nel mondo del lavoro, della cultura, della medicina, della ricerca e del sociale, è stato assegnato dalla Commissione consiliare al CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO.
Martedì 29 marzo, con inizio alle ore 11 in piazza della Municipalità, il sindaco Giovanni Verduci, dopo aver letto la motivazione, consegnerà il Premio, unico nel suo genere e realizzato dal maestro orafo Michele Affidato, al Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Guido Parisi.
Durante la manifestazione, giunta alla decima edizione, saranno ricordati dall’Amministrazione comunale, attraverso un riconoscimento speciale alla memoria, Nino Candido (giovane vigile del fuoco di Reggio Calabria ucciso dallo scoppio doloso della cascina di Quargnento il 5 novembre 2019), Italo Falcomatà (docente, storico, politico, sindaco di Reggio Calabria dal 1993 al 2001), Cesare Diano (Imprenditore, presidente Confindustria Calabria, amministratore comunale).
Parteciperanno autorità civili, militari e religiose, l’Associazione Minatori mottesi Commemorare per ricordare, gli studenti dell’Istituto comprensivo, la comunità mottese tutta.
Il Comune di Motta San Giovanni detiene un triste primato, un primato di quasi settecento morti, uomini deceduti perché emigrando per lavorare nelle miniere di tutto il mondo hanno contratto la silicosi, una particolare forma di fibrosi polmonare causata dall’inalazione di polveri contenenti biossido di silicio allo stato libero. La loro è stata una morte fatta di sogni, speranze, disperazione, sudore e sacrifici. La comunità mottese, ancora oggi, vive e cresce grazie al grande sacrificio dei padri.
Il premio il MINATORE D’ORO nelle precedenti edizioni è stato assegnato all’Arma dei Carabinieri, all’avv. Maurizio Scelli Commissario straordinario Croce Rossa Italiana, all’On. Richard Greco Jr. Fondatore e Rettore della Montfort Accademy di New York e Vice Ministro della Marina Militare degli Stati Uniti d’America, alla memoria di Sua Santità Giovanni Paolo II, al dr.Benedetto Mallamaci, ai Minatori mottesi, al dr. Bruno Attinà, all’ing. Stefano Massei, a Patrizia Saias e Valentina Zurru uniche due minatrici d’Italia.
Teatro Cilea: il ritorno della Compagnia Mana Chuma con “f-Aìda”, opera sull’amore e la vendetta
Torna al Teatro Cilea di Reggio Calabria la compagnia “Mana Chuma” che porterà in scena il prossimo 25 aprile un’opera molto particolare: “f-Aìda”, sui temi dell’amore e della vendetta, con la regia di Massimo Barilla. A interpretarla, il solo attore Salvatore Arena, che vestirà i panni di personaggi molto diversi: un figlio, un padre, una madre.
Il tema, come suggerito dal titolo, è quello della faida, che va ad intrecciarsi con altri delicati aspetti. Scrive la compagnia sulla trama: “Come in ogni vendetta trasversale tra due gruppi rivali o due nuclei familiari, l’odio si scatena per un motivo banale: un’offesa che assume significati abnormi e genera sangue, sangue e dolore da una parte e dall’altra in un susseguirsi di uccisioni, di stragi, di lutti. Finirà, come in una tragedia greca, senza vincitori né vinti. Tutti, infatti, perdono qualcuno o qualcosa“.
Una delle delicate tematiche all’interno del quadro generale della faida, è quella dell’omosessualità: “Quella che potrebbe essere, per quanto drammatica e attuale, una semplice storia di odio e di ferocia nasconde al suo interno un risvolto inedito: l’amore tra Rocco e Alfredo, due ragazzi che hanno la sfortuna di nascere non solo in un contesto di arretratezza culturale, ma anche in seno a due famiglie che si detestano. Un amore omosessuale che viene vissuto come un’onta dal padre di Rocco che per trent’anni lo rinchiude in una cantina buia e umida. Non per proteggerlo dalla faida, come ci si potrebbe aspettare da un padre amorevole che teme di perdere il proprio figlio, ma per vergogna. Per nascondere agli occhi del mondo quel figlio degenere che mette a repentaglio il buon nome della casata”.
Poi, la rivelazione del sentimento, supportata e spinta fuori dall’inattesa scoperta di una passione per la musica di Giuseppe Verdi, conforto nei momenti più bui: “Proprio lì, in quello spazio angusto, in quella prigione familiare, Rocco svela innanzitutto a sé stesso i propri sentimenti e la propria sessualità. Lo fa attraverso l’amore per la musica e per un’opera in particolare, l’«Aida» di Giuseppe Verdi. In cantina Rocco trova un vecchio giradischi e dei vinili di musica lirica che suona in continuazione per evitare di impazzire, per aver compagnia, per far librare l’immaginazione, per pensare a un futuro diverso rispetto a quelle mura in cui è rinchiuso da chi gli ha donato la vita. Grazie alla musica inizia un percorso di trasformazione e viene alimentato l’amore attraverso il ricordo di un unico bacio consumato sulla riva del fiume con Alfredo. Una vita racchiusa dentro quel bacio nel quale rivive l’emozione di un momento, dell’unico momento di felicità di Rocco”.
Una storia delicata, coinvolgente, ambientata nella Calabria degli anni Ottanta, che diventa paradigma storico di situazioni che potrebbero rivivere tranquillamente in epoche molto differenti. La compagnia Mana Chuma ha portato spesso sul palco temi forti e pagine di storia drammatiche, come la Rivolta di Reggio Calabria, la strage del treno di Gioia Tauro nel 1970 o il caso di malagiustizia che ha coinvolto la vittima innocente Giuseppe Gulotta.
La prima è attesa per il 25 aprile al Teatro “Francesco Cilea” di Reggio Calabria, alla quale seguiranno altre date in tutta Italia. L’incasso della tournée verrà devoluto all’associazione Medici Senza Frontiere per l’emergenza Ucraina.
Di seguito, le altre opere prodotte e messe in scena dalla Compagnia Mana Chuma:
- F-Aìda (2022) di Salvatore Arena e Massimo Barilla – Finalista Premio Tuttoteatro.com Dante Cappelletti 2019
- Biancopiombo (2022, in fase di allestimento) di Salvatore Arena
- U saluni (2022) di Massimo Barilla
- Aspromobile (2022) di Giovanna Vadalà
- Il Futuro Anteriore (2022) di Vincenzo Marras
- Contro il metodo (2022) di e con Marco Cavalvoli
- Spine (2021) di Salvatore Arena e Massimo Barilla
- Ossa di crita (2020) di e con Massimo Barilla
- Quanto resta della notte (2019) di e con Salvatore Arena
- Come un granello di sabbia – Giuseppe Gulotta, storia di un innocente (2016) di Salvatore Arena e Massimo Barilla
- Longa è a jurnata (2015) di Salvatore Arena
- L’ultimo inganno / Un’altra Iliade (2010) di Salvatore Arena e Massimo Barilla
- ‘70voltesud (2007) di Salvatore Arena e Massimo Barilla
- Di terra e di sangue (2005) di Salvatore Arena e Massimo Barilla, regia Maria Maglietta
- Lunga notte di Medea (2004) di Corrado Alvaro. Regia di Maria Maglietta
- Spine (2003) di Massimo Barilla e Salvatore Arena. Regia di Salvatore Arena – Finalista premio Ustica per il teatro ‘03
- Historia du surdatu (2003) di Massimo Barilla. Regia di Luciano Nattino
- Il mondo offeso (2002) tratto da “Conversazione in Sicilia” di Elio Vittorini. Regia di Maria Maglietta
- Terribìlio di mare (2001) ispirato a “Horcynus Orca” di Stefano D’Arrigo. Regia di Maria Maglietta
- I giorni della fera (1999) di e con Massimo Barilla
- Lu cumbattimentu di Orlando e Rinaldo (1998) di Nino Martoglio. Regia: Massimo Barilla
- Vita e morte di Ruggieri di Risa (1998) ispirato a “La canzone d’Aspromonte”. Regia di Massimo Barilla
Palazzo San Giorgio, presentazione del Documento strategico per infrastrutture e mobilità per il rilancio di Reggio Calabria
Si terrà questo pomeriggio, alle ore 16.30, nella sala dei Lampadari Italo Falcomatà di Palazzo San Giorgio, sede del Comune di Reggio Calabria, la presentazione del Documento strategico relativo alle infrastrutture ed alla mobilità per il rilancio della città di Reggio Calabria e dell’area metropolitana, alla presenza della Presidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati On. Raffaella Paita.
Interverranno all’incontro il sindaco f.f. del Comune di Reggio Calabria Paolo Brunetti e il sindaco f.f. della Città Metropolitana Carmelo Versace, oltre a diversi amministratori locali, regionali e nazionali.
Riguardo il Documento strategico, si è discusso lo scorso mercoledì 23 marzo in sede di Consiglio Comunale, convocato con urgenza per volontà di tutte le componenti politiche. Il Documento ha rappresentato l’unico punto all’ordine del giorno: la seduta straordinaria del Consiglio Comunale aveva come obiettivo la consegna di un documento unitario da consegnare alla Presidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, ospite a Reggio Calabria nella giornata odierna.
Scrive a riguardo, in una nota, Filomena Iatì, Consigliere Comunale e socio fondatore Movimento Impegno e Identità: “Proposito lodevole e condiviso non solo perché il tema della infrastrutturazione del territorio reggino è fondamentale per lo sviluppo generale della nostra città e di tutta l’area metropolitana, ma anche perché solo attraverso il confronto e la partecipazione democratica per una vera condivisione di idee e progetti, la nostra città e l’intero territorio metropolitano potranno guardare al futuro con speranza“.
Dopo preventiva discussione tra i capigruppo e successivamente con approvazione di tutti i consiglieri, si è scelto di incentrare il “Documento strategico relativo alle infrastrutture ed alla mobilità per il rilancio della città di Reggio Calabria e dell’intera area metropolitana” su temi quali: la necessità di accelerare i tempi per realizzare l’alta velocità, il rilancio dell’aeroporto dello Stretto, lo sviluppo del porto di Gioia Tauro ed il finanziamento per il completamento dell’ammodernamento e la messa in sicurezza della SS 106.
Rigettata dal Consiglio, invece, fa sapere la Iatì, la proposta di integrazione al documento da parte del Movimento Impegno e identità, presieduto da Angela Marcianò, relativamente al rilancio dell’Aeroporto dello Stretto, e nello specifico: “Ripensare il modello di gestione unica degli aeroporti calabresi, consentendo, con l’impulso determinante della Regione Calabria che oggi detiene la maggioranza delle quote Sacal, previo confronto con ENAC, di proporre una società di gestione per il solo aeroporto di Reggio Calabria al fine di poter meglio indirizzare interventi per l’attrazione di nuovi vettori con destinazioni che guardino al bacino euro mediterraneo unitamente all’incremento del traffico dei voli domestici, in un’ottica di ampliamento all’offerta volativa degli aeroporti calabresi“.
Sfuggiva ai controlli grazie a documenti falsi: arrestata una donna di 27 anni
Nei giorni scorsi, personale della Sezione Investigativa del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Gioia Tauro e la Squadra di Polizia Giudiziaria della Sezione di Polizia Stradale di Vibo Valentia hanno portato a termine un’importante attività congiunta che ha condotto all’arresto di una cittadina rumena di 27 anni.
La donna, sottoposta ad un normale controllo di polizia mentre si trovava a bordo di un’autovettura, ha mostrato agli operatori della Polizia Stradale un documento riportante il cognome del marito, già acquisito in Romania; l’uso di tali generalità ha consentito alla donna, nel corso del tempo, di eludere vari controlli e l’applicazione di provvedimenti restrittivi emanati nei suoi confronti.
Grazie alla mirata attività d’indagine svolta dagli operatori della Polizia di Stato, condotta anche con l’ausilio di personale della Polizia Scientifica, gli operatori del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Gioia Tauro e della Sezione di Polizia Stradale di Vibo Valentia sono riusciti a risalire, dopo accurate e complesse ricerche, all’identità della ventisettenne ed ad eseguire un ordine di carcerazione per il reato di estorsione aggravata in concorso, emesso dalla Procura della Repubblica di Castrovillari.
Al termine delle attività di rito, la donna è stata accompagnata presso la Casa Circondariale di Palmi, per scontare la pena di 5 anni e 6 mesi di reclusione
“Donna: musa tra le arti”: l’Automobile Club di Reggio Calabria celebra la figura della donna
E’ stata dedicata alla figura della donna la seconda iniziativa promossa dall’Automobile Club di Reggio Calabria, su iniziativa della Commissione turismo e cultura presieduta dal sociologo Carmelo Caridi e supportata dal presidente dell’AC RC Giuseppe Martorano. Donna: musa tra le arti, è stato il titolo dell’evento che ha caratterizzato tre giorni di iniziative artistiche: pittura, fotografia e musica, ospitate presso la sede dell’ACI provinciale in via De Nava.
La rassegna è stata divisa in tre ambiti artistici con una personale di pittura di Pino Labarbera e Giuseppe Bonaccorso, una mostra fotografica a cura di Roberto Oppedisano e Antonio Sollazzo e un doppio momento musicale a cura dell’associazione Mnemosine presieduto dalla professoressa Mariella Grande d’intesa con Conservatorio Francesco Cilea di Reggio Calabria.
L’iniziativa presentata da Nicoletta Marra e Carlo Arnese ha riscosso un buon numero di pubblico, che ha avuto modo di apprezzare non solo l’allestimento fotografico e pittorico ma anche le performance dei giovani musicisti del Conservatorio Francesco Cilea, sia della scuola di canto coordinata dalle professoresse Maria Rita De Matteis, Serenella Fraschini e Liliana Marzano che l’ensemble d’archi della classe del maestro Giovanni Caridi.
I giovani allievi del conservatorio che si sono esibiti sono stati: Raffaella Marrazzo, Anna Rosa Postorino, Li Yating, Roberta Panuccio, Mattelo Lattarulo, Domenico Cagliuso, Iside Gurnari, Domenico Siviglia, Angelo Parisi, Diletta Franco, Giada Politanò, Eletta Franco, Gabriele Durante, Cecilia Popa Mare, Lorenzo Commisso.
La commissione turismo e cultura dell’Automobile Club Reggio Calabria , sempre d’intesa con la presidenza del sodalizio reggino , proseguirà le attività con future iniziative, già programmate e che coinvolgeranno altri ambiti quali quello editoriale e della moda.
Arriva ai microfoni di “Casa Lopresti”, direttamente da Sanremo, HU: la cantante, dopo l’esperienza sul palco dell’Ariston, assieme ad Highsnob con il brano “Abbi cura di te”, ha finalmente pubblicato il suo primo album dal titolo “Numeri Primi”.
Scrive la sua casa discografica: “HU è tra le pochissime donne nel mondo della musica che canta, scrive, suona e produce le sue canzoni e il suo mondo musicale è davvero sconfinato”.
Ai microfoni di Filippi Lopresti e Alessandra Repaci, la cantante ha parlato del suo album dicendo: “Ho fatto questo disco con amore e senza pretese. Ho tagliato anche delle canzoni che potevano essere più radiofoniche, più commerciali, ma ho fatto un album e ho voluto che tutte le tracce al suo interno avessero un senso legato al concetto dell’album. Ho fatto una scelta legata alla musica, senza seguire le dinamiche commerciali”.
E ha continuato: “Un disco è un’occasione per mettere insieme delle parti di te, sotto un messaggio che vuoi comunicare e lasci andare. Mi piace ragionare su un album come ad un progetto: il prossimo sarà completamente diverso. Anche perché sono libera: ho la fortuna di avere una casa discografica che mi supporta e che ha creduto in me anche quando ho fatto delle proposte assurde. A volte quando fai qualcosa che non esiste, fuori dalle regole, allora il marketing migliore è essere semplici”.
HU ha poi raccontato dell’origine della sua passione per la musica e del suo legame con il jazz: “I miei sono stati grandi ascoltatori di musica: io sono cresciuta con Battiato, Branduardi ma anche Neil Young, i Led Zeppelin… studiavo chitarra jazz e il primo assolo che ho imparato a tredici anni è stato Compfortably number dei Pink Floyd. Facevo delle jam session, ho suonato in diversi contesti jazz. Ne amavo l’improvvisazione, sviluppa le capacità di problem solving. I miei compagni di scuola ascoltavano tutt’altro, io sembravo fuori dalle righe ma ero curiosa di capirne le dinamiche. Il mio maestro di jazz mi ha dato veramente tanto, li ho citati proprio ma a loro devo molto”.
Invece, sulla sua esperienza Sanremese, HU ha detto: “È stato un viaggio incredibile: auguro a ogni artista di farlo, è una cosa che a livello umano e artistico ti fa evolvere, ti allarga la prospettiva di comunicazione e se lo vivi bene – io ho avuto la fortuna di viverlo bene perché lavoro con delle persone speciali – ti dà tanto. Sono tornata in studio questa settimana, la settimana scorsa sono tornata a scrivere perché non avevo tempo, e ho un carico di cose da scrivere e produrre incredibile: mi ha dato talmente tanto che non vedo l’ora di dargli forma”.
Infine, riguardo l’origine del suo nome, HU ha raccontato: “Sono appassionata di numerologia, astronomia… ho scelto HU perché stavo leggendo la storia delle divinità egizie e ho letto questo nome. Hu era una divinità che non era donna, né uomo, né animale, non era niente ma esisteva. Quando l’ho letto ho pensato che mi somigliasse, perché poteva essere chiunque”.
Il prossimo singolo di HU tratto dall’album sarà Avec Moi, ascoltato in anteprima durante l’intervista su Radio Touring. A breve partirà anche il suo Tour con tantissime date anche in Calabria. HU ha promesso di tornare in Radio per una live session esclusivissima, catturata dall’inconfondibile energia di Filippo Lopresti.
A breve nelle librerie il nuovo libro di Ruggero Pegna “La stanza di Adel”
Dopo vari successi editoriali, tra cui “Miracolo d’amore” e “Il cacciatore di meduse”, è in arrivo “La stanza di Adel”, il nuovo romanzo di Ruggero Pegna, il produttore e promoter di grandi eventi musicali con l’altro volto di autore e scrittore: dalla poesia, alla satira, ai romanzi. Il suo nuovo emozionante e commovente racconto sarà disponibile online e in tutte le librerie a partire dal 21 aprile 2022, pubblicato dalla Casa Editrice Santelli.
Ancora una volta, è la realtà a trasformarsi in romanzo. Dopo aver raccontato in “Miracolo d’Amore” la storia della sua improvvisa leucemia e della miracolosa guarigione, Pegna ha toccato il tema della pena di morte in “La penna di Donney” e quelli del razzismo e dell’integrazione nel bellissimo e toccante “Il cacciatore di meduse”, storia di un piccolo migrante somalo sbarcato con la madre a Lampedusa. Ora, con “La stanza di Adel” ha scelto di addentrarsi nel delicato e tormentato tema dell’adozione che si intreccia a quelli dell’essere genitori, della famiglia e dei figli, dell’esistenza stessa.
“L’adozione è un modo naturale come qualsiasi altro per essere genitori e figli”, afferma l’autore, animato dal desiderio di trasmettere ancora una volta forti emozioni legate a storie vere, seppure trasformate in romanzo dalla sua penna assolutamente originale. “Non esiste un figlio adottato ma semplicemente un figlio. A volte la società tende a sottolineare una sorta di diversità nell’essere genitori e figli, arrivando quasi ad affermare che l’adozione o altre opportunità di creare una famiglia non siano naturali. Ma la realtà è ben diversa, l’amore supera ogni schema e convenzione”.
“La stanza di Adel” è un romanzo da non perdere sia per chi ha vissuto e vive questa stupenda realtà, sia per chi volesse emozionarsi con l’avventura fantastica di una genitorialità piena raccontata con sensibilità, delicatezza e poesia.
Nel romanzo “La stanza di Adel”, un padre ripercorre la sua stessa vita tra paure, sogni, speranze e la sofferenza dovuta all’impossibilità di avere un figlio finché, in un Istituto russo, incontra e adotta la piccola Adeliya di pochi mesi. Raggiunta la maggiore età, però, lei decide di tornare nella città natale, sostenendo di voler imparare la lingua. In realtà i genitori da sempre temevano che, prima o poi, Adeliya avrebbe desiderato cercare le sue vere origini e non si oppongono, consapevoli che si tratti di una prova d’amore da dover superare. Durante l’assenza, preso da sconforto e nostalgia, il padre s’impossessa della cameretta di Adel e comincia a ripercorrere la loro storia, a tratti come se fosse una favola: dal desiderio di avere un figlio fino alla lotta per un’adozione, tra burocrazia e timori, nell’inquieta e incerta attesa del suo ritorno.
Un libro capace di avvicinare il lettore ai sentimenti più forti e, forse, di contribuire a dipanare ogni dubbio sull’adozione e sulla necessità di snellire la burocrazia che la precede. Un romanzo avvincente e coinvolgente, dedicato a tutti i bambini in un momento di grande sofferenza in molti luoghi del mondo: “ai bambini che siamo stati, a quelli che verranno, a quelli abbandonati, vittime innocenti di guerre, violenze o abusi, a quelli indesiderati o mai nati…”.
Ruggero Pegna, oltre alla sua attività di direttore artistico e promoter musicale, ha sempre amato scrivere, oltre a profondere un forte impegno nel sociale. Ha studiato ingegneria e urbanistica all’Università della Calabria. Docente in vari master e corsi professionali, è tra i soci fondatori di Assomusica ed è stato componente della Consulta Ministeriale per i Problemi dello Spettacolo. Le sue numerose pubblicazioni, tra cui pure collaborazioni con prestigiose testate giornalistiche, sono state sempre dedicate a temi umanitari. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi per il suo impegno, le sue attività e le sue pubblicazioni.
Reggio Calabria, la scuola “Alvaro-Gebbione” verrà intitolata al giudice Antonino Scopelliti
Sarà intitolato al giudice Antonino Scopelliti il plesso scolastico Alvaro-Gebbione di Reggio Calabria. La notizia è arrivata in occasione della Giornata nazionale della Memoria e dell`impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, celebrata all`interno della scuola e alla quale ha preso Rosanna Scopelliti, presidente della Fondazione Antonino Scopelliti. L`Amministrazione comunale, d’intesa con la scuola, ha già avviato l’iter per l’intitolazione che attende solo il parere definitivo della Prefettura. L`Istituto comprensivo scolastico, diretto dalla dirigente Adriana Labate, prenderà il nome di: Alvaro-Scopelliti. Nel corso della cerimonia svolta alla presenza di molti studenti e dell’orchestra scolastica, sono stati ricordati i nomi di tutte le vittime di mafie.
“Questa intitolazione, per la quale ringrazio di cuore la dirigente scolastica Adriana Labate, tutti gli insegnati e gli splendidi studenti – ha dichiarato Rosanna Scopelliti – per noi è importante perché porta alla consapevolezza del luogo in cui si vive. I bambini e i ragazzi che frequenteranno questa scuola si chiederanno chi era Antonino Scopelliti, e attraverso di lui si chiederanno chi lo ha ucciso, cosa sono le mafie, la ndrangheta e soprattutto impareranno a prendersi cura del proprio territorio, del luogo in cui vivono”. “Questo – ha aggiunto – è il punto fondamentale per praticare la legalità e dare corpo a questa parola, per fare memoria. Chi riesce a prendersi cura del suo ambiente, della sua scuola come se fosse veramente, ad esempio, la propria cameretta, impara a prendersi cura della comunità, impara a creare una comunità inclusiva ed in grado, con la consapevolezza delle proprie radici e memoria, di essere più forte nel contrasto alle mafie. Per noi – ha concluso Rosanna Scopelliti – praticare la legalità è imparare a prendersi cura”.
La città Metropolitana realizza tre nuovi impianti sportivi per l’istituto Panella-Vallauri
Il Sindaco metropolitano f.f. Carmelo Versace ha fatto visita questa mattina all’Istituto tecnico industriale “Panella-Vallauri” dove di recente sono stati ultimati i lavori per la realizzazione di due palestre polifunzionali e di un campo di Calcio a 5 situato nel cortile esterno.
Gli impianti sportivi sono stati finanziati dalla Città metropolitana di Reggio Calabria attraverso le risorse del bando emanato dal Credito Sportivo nel contesto del progetto “Sport Missione Comune”. Un investimento complessivo che ammonta a circa 500mila euro (146mila per la palestra del Vallauri e poco più di 345mila per le altre due strutture del Panella) e che ha visto la consegna degli impianti alla comunità studentesca al termine dei lavori durati circa un anno e mezzo.
Presenti sul posto, insieme al rappresentante di Palazzo “Alvaro” (che alla fine del sopralluogo ha incontrato la dirigente scolastica, prof.ssa Anna Nucera), anche il responsabile impiantistica sportiva della Città metropolitana, Domenico Panuccio e la progettista e direttrice dei lavori, architetto Elisa Zoccali.
“Aggiungiamo un altro importantissimo tassello nel più ampio mosaico che il nostro Ente sta componendo sui fronti dell’edilizia scolastica, della riqualificazione degli istituti e della dotazione di impianti sportivi moderni, sicuri e funzionali”. È quanto afferma con soddisfazione il Sindaco metropolitano f.f. Carmelo Versace al termine della visita presso le nuovissime strutture sportive dello storico istituto reggino “Panella-Vallauri”.
“Lavori di grande importanza – rimarca l’inquilino di Palazzo Alvaro – attraverso i quali siamo riusciti a riqualificare ampi spazi prima degradati di questo prestigioso istituto, dotandolo di tre nuovi impianti sportivi uno dei quali, peraltro, potrebbe anche rientrare nell’ambito della procedura di accreditamento prevista dal Coni. Poter consegnare queste strutture in un momento come quello che stiamo vivendo, ovvero di lenta e faticosa ripartenza post Covid, rappresenta per noi un motivo doppio di soddisfazione”.
Si tratta, inoltre, conclude il Sindaco f.f. Versace, “di strutture e impianti che la Città metropolitana consegna non solo agli studenti del Panella-Vallauri ma a tutto il territorio reggino, proseguendo con determinazione nel solco tracciato da questa amministrazione metropolitana che guarda al rilancio di tutto il movimento sportivo territoriale e di tutte quelle realtà dell’associazionismo impegnate quotidianamente nella promozione dei valori culturali e sociali legati al mondo dello sport”.