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Camera di commercio di Cosenza: siglato un accordo di interoperabilità al Tourism Digital Hub
La Camera di commercio di Cosenza ha siglato con il Ministero del Turismo un accordo di adesione e interoperabilità al Tourism Digital Hub (TDH), la piattaforma di contenuti e servizi finalizzata a far incontrare profittevolmente la domanda turistica verso l’Italia con la relativa offerta italiana (erogata sia da attori nazionali che internazionali), mettendo in relazione tra loro gli interessi della persona (turista), le destinazioni e l’offerta prima, durante e dopo l’esperienza turistica, creando valore aggiunto per tutti gli attori coinvolti.
L’adesione al Tourism Digital Hub si inserisce anche tra le attività di collaborazione che la Camera di commercio di Cosenza realizza al fianco di Unioncamere nazionale nell’ambito della cooperazione istituzionale di quest’ultima con il Ministero del Turismo e che vede il coinvolgimento del sistema camerale per promuovere e sensibilizzare le imprese ad accreditarsi sulla piattaforma. La misura ha l’obiettivo di creare un Polo del Turismo Digitale, accessibile attraverso una piattaforma web dedicata, incluso anche il portale www.italia.it, che permetta all’intero ecosistema turistico di valorizzare, integrare e promuovere la propria offerta. I benefici sono molteplici: migliorare l’offerta e aumentare l’attrattività turistica; facilitare il lavoro degli addetti al settore; migliorare l’occupazione creando maggiore richiesta.
L’accordo stabilisce l’interscambio dati e contenuti turistici, arricchendo il sito www.italia.it, la Mobile App di prossimo rilascio e tutti i canali digitali connessi (Social Media), con nuovi contenuti e servizi prodotti internamente e in collaborazione con le Regioni, Province Autonome ed Enti Pubblici, ma anche attraverso integrazioni con partner privati. In questa prima fase, le imprese coinvolte sono quelle rientranti nei codici ATECO 55 Ricettività, 56 Ristorazione e 79 Agenzie di viaggio e Tour operator, con l’invito ad accreditarsi gratuitamente sulla piattaforma TDH. Gli operatori interessati possono ottenere maggiori informazioni sulle procedure scrivendo a cultura.tursimo@cs.camcom.it .
Giovedì 30 novembre, nella splendida e suggestiva cornice del Complesso Sant’Agostino di Paola, Federalberghi Calabria, la principale organizzazione di rappresentanza degli operatori del settore turistico-ricettivo, ha presentato l’importante progetto Erasmus+, approvato dall’Agenzia Nazionale INAPP, per la mobilità transnazionale dei giovani diplomati calabresi del settore turistico. All’evento, oltre al Presidente Regionale di Federalberghi Fabrizio D’Agostino, hanno preso parte il Sindaco del Comune di Paola Giovanni Politano, il vicesindaco e assessore al turismo del Comune di Paola Maria Pia Serranò, l’assessore alle attività produttive e fondi europei Pasquale Filella, la Dirigente dell’Istituto Alberghiero di Paola Elena Cupello e Luca Cirelli, area manager FMTS Group, partner tecnico e logistico della Federazione per il progetto.
Federalberghi Calabria, nell’ambito delle proprie attività e quale parte di una rete cooperativa che include organismi di diversa natura, ha maturato capacità manageriali e di coordinamento che consentiranno la corretta gestione dell’Erasmus Plan e la collaborazione tra i membri del Consorzio, il quale per i primi 2 anni di accreditamento, sarà composto dalle Scuole Secondarie di II Grado, l’Istituto l’IPSEOA “San Francesco” di Paola, l’IIS “Ezio Aletti” di Trebisacce, l’IIS“Rita Levi Montalcini” di Sersale e dall’Ente Bilaterale Regionale Turismo Calabrese (EBRTC), che hanno firmato i Mandates. Relativamente ai primi due anni di Accreditamento Erasmus+, il Consorzio intende coinvolgere, nei flussi annuali di mobilità, 21 neodiplomati della Regione Calabria con titolo di diploma negli indirizzi di studio “Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera” e “Servizi Commerciali” conseguito da non oltre un anno dalle partenze, che quindi si trovano nel periodo di transizione scuola-lavoro e intendono migliorare la propria professionalità nel settore turistico-ricettivo.
I giovani beneficiari avranno l’opportunità di svolgere tirocini transnazionali della durata di 4 mesi (ErasmusPro), in aziende di Spagna, Francia, Malta e Belgio grazie all’ottenimento di una Borsa di studio che coprirà tutti i servizi legati alla mobilità estera quali:
- Viaggio A/R per la destinazione estera;
- Transfer da e per gli aeroporti esteri, organizzato congiuntamente agli organismi di accoglienza;
- Polizze assicurative (Responsabilità Civile verso terzi ed Infortuni);
- Accommodation in sistemazioni in appartamenti;
- Accreditamento del Pocket money atto a coprire i costi di vitto;
- Placement: verrà assicurato il matching fra ciascun beneficiario e la host company sulla base del profilo individuale di ciascun partecipante. Prima della partenza saranno organizzate attività di preparazione pedagogica-culturale sul Paese di destinazione e preparazione tematica per sensibilizzare i giovani partecipanti nei confronti dell’importante ruolo rivestito dalla cultura in materia di sviluppo turistico (Destination Management, Marketing del Turismo Culturale, Cultura del Territorio Locale).
Nei prossimi giorni sarà pubblicato il bando che consentirà, ai giovani calabresi interessati, di manifestare la loro candidatura per la partecipazione agli stage formativi transnazionali.
Reggio: 8 arresti per furti a danni di privati e società erogatrici di servizi pubblici
Dalle prime ore del mattino, nella provincia di Reggio Calabria, Cremona e Catanzaro, i carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria coadiuvati da quelli territorialmente competenti, stanno eseguendo all’interno di un campo nomadi e presso abitazioni private, otto ordinanze di misura cautelare in carcere nei confronti di un sodalizio criminale composto da otto uomini, in prevalenza di etnia rom, di età compresa tra i 21 e i 39 anni. Gli stessi sono ritenuti responsabili di aver commesso furti ai danni di privati e società erogatrici di servizi pubblici locali per il Comune di Reggio Calabria, consistiti nell’asportazione di mezzi pesanti, rame, macchine e attrezzature da cantiere.
L’operazione rappresenta l’epilogo di una articolata attività di indagine iniziata nel luglio 2022, condotta dalla Sezione Operativa della Compagnia di Reggio Calabria e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Reggio Calabria diretta dal Dott. Giovanni Bombardieri, che ha permesso di interrompere una serie di reati, tra i più odiosi per le imprese e la cittadinanza.
Gli accertamenti dei militari sono iniziati nel luglio del 2022, quando il legale rappresentante della Castore s.r.l., società impegnata per la gestione dei servizi pubblici per il Comune di Reggio Calabria, aveva denunciato l’avvenuto furto di diversi mezzi pesanti, destinati ad un pubblico servizio, dalla sede della stessa ubicata in via Ravagnese Inferiore per un valore di oltre euro 270.000,00.
A distanza di pochi mesi, un analogo episodio criminoso è stato perpetrato ai danni della Idrorhegion s.c.a.r.l., società impegnata nella gestione del servizio di depurazione delle acque reflue su tutto il comune reggino. In particolare, dei sette siti di depurazione di cui la società si compone, l’attenzione dei malviventi si è concentrata su quello ubicato in via Ravagnese Inferiore, in posizione adiacente alla citata sede della Castore s.r.l. In quest’ultimo caso, oltre ad alcuni mezzi pesanti, sono state asportate anche diverse attrezzature da lavoro cagionando un danno alla società di diverse decine di migliaia di euro.
Gli atti criminosi effettuati alle due società, oltre a cagionare alle stesse notevoli danni economici, hanno, come diretta conseguenza, causato ingenti disservizi alla popolazione, fruitrice dei servizi pubblici erogati proprio dalle predette società.
Il medesimo sodalizio, inoltre, si è reso responsabile anche di un furto in località Terreti ai danni di un privato, al quale è stato sottratto un escavatore idraulico del valore di oltre euro 40.000,00 parcheggiato all’interno di un capannone, nonchè di un ingente quantitativo di rame sottratto nel territorio del comune di Caulonia.
La capillare attività informativa delle Stazioni dell’Arma, ha permesso immediatamente di avviare indagini di natura tradizionale e tecnica. In particolare, attraverso l’analisi dei filmati dei sistemi di videosorveglianza pubblici e privati, sono stati individuati i percorsi di fuga effettuati dal gruppo criminale dai diversi siti delle imprese, la cui base logistica veniva individuata all’interno di un’area popolare di Gioia Tauro, denominata “Ciambra”.
Il modus operandi delle malviventi era sempre lo stesso. Infatti, in maniera consolidata e sistematica, il gruppo agiva nottetempo, e mediante la forzatura di cancelli e porte di ingresso, si introducevano nelle diverse sedi lavorative, impadronendosi di attrezzi da lavoro e mezzi pesanti, per poi allontanarsi, successivamente, a bordo di questi ultimi. Alcune volte, i malviventi utilizzavano, al momento della fuga, delle auto come “apri-pista” anticipando, nel percorso, i mezzi rubati guidati dagli stessi.
Dalla complessa attività di indagine svolte dai Carabinieri, è emersa l’esistenza di un vero e proprio sodalizio criminale, che si è avvalso di volta in volta di soggetti provenienti dal medesimo contesto spaziale e sociale, disponibili a commettere delitti contro il patrimonio di rilevante gravità e specializzati in furti di mezzi pesanti e attrezzi da cantiere, per la realizzazione dei quali si sono avvalsi di schemi operativi collaudati e indicativi dell’assenza di qualsiasi titubanza. Infatti, i gruppi operativi, di volta in volta costituiti, si introducevano all’interno dei cantieri, arrivando a danneggiare gravemente i dispositivi posti a protezione dei beni pur di assicurarsi la refurtiva, allontanandosi da tali luoghi a bordo dei mezzi rubati, attraversando la città, confidando evidentemente nell’impunità.
Gli appartenenti a tale sodalizio risultano essere, eccetto uno di loro, pregiudicati per reati contro il patrimonio. La gravità dei delitti commessi, connotati da perdite patrimoniali di rilevante valore per le società interessate e conseguente pregiudizio per le rispettive attività lavorative, sottolinea la spiccata pericolosità degli indagati, evidentemente inseriti nel contesto criminale locale e del tutto insensibili all’effetto deterrente delle precedenti condanne, anzi determinati a perseverare nelle condotte illecite.
Era ed è un’assurdità scientifica paragonare le stalle alle fabbriche! Coldiretti e Filiera Italia avevano denunciato e avviato una campagna di sensibilizzazione, in riferimento all’ accordo tra Europarlamento e Consiglio sulla proposta di modifica della direttiva emissioni. La decisione di lasciar fuori gli allevamenti bovini da latte e da carne dalla nuova direttiva sulle emissioni industriali che come più volte denunciato rischiava di obbligare tutte le stalle a sottostare a procedure di autorizzazione insostenibili salva un settore cardine del Made in Italy. Più penalizzato invece dal compromesso esce il settore suino, in particolare quello degli allevamenti da ingrasso mentre poco significative sono le modifiche introdotte al settore avicolo (con qualche eccezione per le ovaiole). In Calabria (dati istat) ci sono 4479 aziende con capi bovini con 107.559 capi, le aziende suinicole sono 1910 con 46294 capi e quelle avicole 2572 con 78.801 capi. Equiparare gli allevamenti, anche di piccole/medie dimensioni, alle attività industriali, è ingiusto e fuorviante – afferma Coldiretti Calabria -rispetto al ruolo che essi svolgono nell’equilibrio ambientale e nella sicurezza alimentare. Il compromesso seppur non riconosca a pieno la posizione del Parlamento europeo che in plenaria si era pronunciato a favore del mantenimento dello status quo, corregge molti degli eccessi contenuti nella posizione iniziale della Commissione che prevedeva una piena inclusione di tutto il settore bovino e rigidissimi limiti per il settore suino ed avicolo. Un risultato ottenuto con il contributo determinante del Governo nazionale e di molti europarlamentari italiani che hanno fatto prevalere il principio di una sostenibilità concreta a quella ideologica. Una vittoria del buon senso, che dà ragione a chi come la zootecnia sta facendo tantissimo per la riduzione delle emissioni come dimostrano gli straordinari risultati degli ultimi anni in cui, secondo l’Ispra, le emissioni prodotte dagli allevamenti rappresentano circa il 5% delle emissioni di gas serra, con -24% delle emissioni degli allevamenti italiani negli ultimi 30 anni in controtendenza con l’aumento del 16% rilevato a livello mondiale. Un risultato che blocca la proposta di chi avrebbe voluto assimilare gli allevamenti alle fabbriche inquinanti e che approccia il tema della sostenibilità in maniera più concreta e razionale prevedendo ulteriori interventi di miglioramento con studi e revisioni delle regole nei prossimi anni. E’ stata però persa – sottolinea Coldiretti – l’occasione per il mancato inserimento del principio di reciprocità che avrebbe previsto le stesse nostre regole di tutela ambientale per gli allevamenti di quei Paesi terzi che esportano verso il mercato europeo.
Presentata Relazione annuale del Garante regionale dei detenuti Luca Muglia
Lunedì 27 novembre 2023 la sala “Federica Monteleone” del Consiglio Regionale della Calabria ha ospitato la presentazione della Relazione annuale del Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, l’avvocato Luca Muglia.
All’evento hanno partecipato numerose autorità politiche, giudiziarie ed istituzionali, nonché esperti del settore ed una piccola rappresentanza di studenti.
INDIRIZZI DI SALUTO La presentazione è stata preceduta dagli indirizzi di saluto del Presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, del Vice-presidente del Consiglio Pierluigi Caputo e della Vice Presidente della Giunta regionale Giuseppina Princi.
Tra i saluti istituzionali quelli di Liberato Gerardo Guerriero, Provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria; Daniela Tortorella, Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Reggio Calabria; Laura Antonini, Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Catanzaro; Alessia Giorgianni, Sostituto Procuratore della Repubblica del Tribunale di Reggio Calabria; Emilio Molinari, Direttore dell’Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale esterna.
Hanno partecipato all’iniziativa i Garanti regionali dell’Infanzia e della Salute, Antonio Marziale e Annamaria Stanganelli e il Presidente della Commissione Pari Opportunità, Anna De Gaio.
LE DICHIARAZIONI DEGLI INTERVENUTI Filippo MANCUSO (Presidente del Consiglio regionale): “Come Ente regione abbiamo puntato molto sui garanti e sulla loro qualità. La relazione dell’avvocato Muglia fa capire espressamente i contenuti dell’attività, è una relazione esplicita che mette a nudo i problemi usando un linguaggio diverso. Scrivere e parlane in maniera che giunga a chi ascolta è molto importante. La figura del Garante non è una casella da occupare ma è un lavoro importante sul territorio. Si parte dall’art. 27 della Costituzione mettendo a nudo i bisogni ed i diritti del detenuto, la pena non deve essere solo afflittiva ma deve rappresentare la possibilità di riscatto e reinserimento nella società civile”. Pierluigi CAPUTO (Vice Presidente del Consiglio regionale): “E’ stato fatto un buon lavoro e porgo i miei complimenti all’avvocato Muglia. Da anni il Consiglio non nominava i garanti e il presidente Mancuso ha voluto che fossero attivi sul territorio. Il Garante dei diritti dei detenuti, insieme agli altri garanti serve per migliorare la nostra società. C’è bisogno di tutela e abbiamo già investito il ministro Piantedosi, nella recente visita in Calabria, portandogli i problemi delle nostre carceri e del poco personale in servizio”. Giuseppina PRINCI (Vice Presidente della Giunta regionale): “Sappiamo quanto sia dolorosa la situazione delle carceri italiane e non solo di quelle calabresi, mi complimento con tutto il personale che ruota intorno ai detenuti.
Tanti sono gli interventi del Garante che lavora in un’ottica interdipartimentale, per il lavoro, le scuole, le politiche sociali. Si arriva al risultato con il gioco di squadra. Ringrazio l’avvocato Muglia, noi come Giunta ci siamo per tutelare diritti e ad ascoltare i bisogni che ci vengono rappresentati”. 2 Liberato Gerardo GUERRIERO (Provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria): “Ringrazio Luca Muglia per tutto il lavoro che fa e per come lo fa, perché si lavora sempre per cercare le soluzioni ai problemi. Con il Garante abbiamo affrontato situazioni che vedevano coinvolto l’Ente regionale, come la sanità penitenziaria, registrando un’importante inversione di tendenza. La Regione è presente su questo tema, con la maggiore presenza di medici specialisti e con la implementazione dei servizi interni, tra questi l’istruzione scolastica. Abbiamo scelto di indirizzare i programmi interni su formazione e scolarizzazione, conoscendo i nostri utenti, per dare una prospettiva nel mondo del lavoro. E’ nostro compito offrire opportunità a tutti e non è mai troppo tardi. Il carcere offre opportunità a tutti i livelli, dalla scuola primaria all’università, ma il lavoro che si svolge all’interno del carcere ha poi bisogno di un dopo all’esterno. La carenza d’organico esiste, ma dobbiamo riconoscere che negli ultimi periodi l’amministrazione penitenziaria ha dato un grande contributo per funzionari, anche se siamo sempre pochi rispetto a quanti vorremmo essere”. Daniela TORTORELLA (Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Reggio Calabria): “Ho visto in 12 anni l’esecuzione penale cambiare volto. L’impegno della magistratura di Sorveglianza si è incrementato notevolmente ed oggi riusciamo a lavorare con risultati e strumenti quantitativamente migliori. Lo sforzo della magistratura rimane debole se non c’è collaborazione, con i Garanti territoriali e il Garante regionale abbiamo avviato interlocuzioni proficue lavorando bene. Anche il mondo accademico sta avendo attenzione”. Laura ANTONINI (Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Catanzaro): “Sono felice di essere presente perché l’avvocato Muglia e il suo staff stanno facendo un lavoro eccellente, sono accanto alla magistratura per risolvere i molteplici problemi dell’esecuzione penale. Il Garante ci ha tenuti costantemente informati delle sue visite ispettive negli istituti penitenziari, molto approfondite anche rispetto a quelle che riusciamo a fare noi che, per via degli impegni giudiziari quotidiani, sono rade. I nostri organici sono raddoppiati per la magistratura, ma non per il personale amministrativo e per questo viviamo qualche difficoltà. Nonostante la limitatezza dei mezzi qualcosa si sta muovendo in Calabria, testimonio personalmente come l’area sanitaria del Carcere di Catanzaro abbia fatto un salto di qualità grazie al professore Di Mizio. Si muovono le cose per la tutela della salute mentale anche se la strada è lunga. L’avvocato Muglia interpreta correttamente il suo ruolo di Garante, si è messo insieme a noi a combattere e segnalare le cose. E’ importante oggi la presenza delle scuole per far conoscere realtà di margine, facendo capire l’importanza”. Alessia GIORGIANNI (Sostituto Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria): “Il momento della restrizione della libertà personale è un momento difficile per i cittadini e l’auspicio è che il carcere possa migliorare le sue prestazioni”. Emilio MOLINARI (Direttore dell’Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna): “Diversi concorsi sono in fase di svolgimento ed avranno anche termine nei prossimi mesi per dare risposte, sotto diversi aspetti, ad alcune difficoltà nelle quali siamo costretti a muoverci da tempo. L’interlocuzione con il Garante regionale è molto positiva”. I PRESENTI Hanno presenziato alla manifestazione i Direttori degli istituti penitenziari calabresi Giuseppe Carrà (Castrovillari, Reggio Calabria), Patrizia Delfino (Catanzaro), Angela Marcello (Vibo Valentia), Valentina Galati (Locri), il Vicedirettore di Reggio Calabria Roberta Velletri, i rappresentanti della Polizia penitenziaria e i funzionari giuridico-pedagogici di diversi istituti, il Delegato regionale della Pastorale penitenziaria Francesco Faillace, i Direttori sanitari delle Case circondariali di Catanzaro e Arghillà, Giulio Di Mizio e Nicola Pangallo, il Responsabile della Rems di Santa Sofia d’Epiro Gianfranco Tosti, il Responsabile della Rems di Girifalco Michele Rossi, il componente della Task force sulla Sanità penitenziaria del Dipartimento Regionale di Tutela della salute Paolo Seminara, nonché Salvatore Opipari per il Centro Giustizia Minorile della Calabria. Erano presenti, altresì, il Presidente dell’Ordine Distrettuale Avvocati di Reggio Calabria Rosario Infantino, i Garanti comunali dei diritti delle persone private della libertà personale di Reggio Calabria e Catanzaro, Giovanna Russo e Luciano Giacobbe; il Garante della Città Metropolitana di Reggio Calabria Paolo Praticò; il Garante della Provincia di Cosenza Francesco Cosentini; i referenti 3 dei Poli Universitari Penitenziari delle Università di Catanzaro e Reggio Calabria, Charlie Barnao e Arturo Capone; il Direttore DiGiES dell’Università di Reggio Calabria Daniele Cananzi; il Dirigente Vicario dell’Ufficio Scolastico Regionale Antonino Cama; il Commissario Straordinario ARSAC della Regione Calabria e già senatore Fulvia Caligiuri; il Sottotenente di Vascello della Guardia Costiera Bruno Crea; il Presidente del Consiglio comunale di Reggio Calabria Vincenzo Marra; il Presidente del Consiglio comunale di Catanzaro Gianmichele Bosco; l’Assessore alle Pari Opportunità del Comune di Locri Ornella Monteleone; il Presidente dell’Ordine Avvocati di Locri Carmela Neri, il Vice Presidente dell’Ordine Avvocati di Cosenza Pierluca Bonofiglio, il Segretario della Camera Penale di Catanzaro Orlando Sapia, il Presidente della Camera Minorile di Cosenza Rosamaria Romano, il Presidente del Movimento Forense – Sezione di Locri Rocco Lombardo. LA RELAZIONE La Relazione annuale del Garante regionale ha analizza svariati aspetti dell’attività svolta. Le ombre. Il sistema penitenziario calabrese appare abbastanza in linea con quanto riscontrato nelle altre regioni, salvo alcune peculiarità. Le criticità rilevate riguardano: il progressivo sovraffollamento (9 istituti su 12, con picchi elevati su Arghillà, Cosenza e Rossano); le condizioni strutturali di alcune carceri, datate nel tempo e/o prive di manutenzione; l’inadeguatezza di molte camere detentive (talune con schermature alle finestre o prive di doccia); l’insufficienza di alcune offerte scolastiche o formative; l’assenza di progetti di inclusione stabili e duraturi; la carenza di organici che investe la polizia penitenziaria, i funzionari giuridico-pedagogici, i mediatori linguistico-culturali; le lacune della sanità penitenziaria. Il deficit del personale di polizia penitenziaria coinvolge i dodici istituti calabresi, raggiungendo livelli allarmanti (-94 Catanzaro, -70 Vibo, -40 Palmi, -39 Rossano, -31 Reggio Arghillà, -29 Paola, -29 Castrovillari, -27 Cosenza, -24 Reggio S. Pietro, -17 Crotone, -13 Locri, -7 Laureana di Borrello). L’assenza di un numero adeguato di polizia penitenziaria genera una serie di “effetti a catena” che recano danno all’intero sistema, oltre a causare problemi di sicurezza ed a richiedere sforzi sovraumani del personale in servizio. La carenza complessiva di funzionari della professionalità giuridico-pedagogica è pari a 10 unità (Paola e Palmi hanno solo 1/2 unità in servizio). Tale carenza riverbera conseguenze negative sia sotto il profilo trattamentale e rieducativo sia sul fronte dell’accesso alle misure alternative. Nonostante l’elevata percentuale di detenuti stranieri, che in alcune carceri appartengono a 15/20 nazionalità diverse, i mediatori culturali in organico sono pochissimi (presenti solo in 3 istituti). Si considerino, a titolo di esempio, le difficoltà che incontrano le Aree sanitarie alla visita medica di primo ingresso se il detenuto è extracomunitario. La Sanità Penitenziaria (carenza di medici specialisti ed infermieri). Si registrano alcuni indubbi miglioramenti, ma permangono criticità (dall’insufficienza del personale medico di continuità assistenziale e di infermieri alla carenza di specialisti fino alle difficoltà di prestazioni o esami strumentali). Le carenze riscontrate aggravano le difficoltà, specialmente in relazione ai detenuti con patologie psichiatriche, costringendo tutte le altre professionalità a svolgere compiti e mansioni che non gli appartengono. Premesso ciò, la sanità penitenziaria appare in crescente risalita. Positive sia la rimodulazione dell’Area sanitaria e SAI nonché dei reparti di Osservazione psichiatrica e ATSM della Casa circondariale di Catanzaro, con l’assunzione di un nuovo modello di medicina penitenziaria, sia il Commissariamento dell’Area sanitaria della Casa circondariale di Arghillà, che ha consentito di ripristinare i turni medici diurni, l’assistenza medica h24 e l’assegnazione di nuovi specialisti. Per il resto, dopo la chiusura della sezione di Osservazione psichiatrica della Casa circondariale di Reggio “S. Pietro” è necessario individuare e/o realizzare al più presto un nuovo reparto in Calabria. Le Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS). Le esperienze di Santa Sofia d’Epiro e di Girifalco appaiono valide. La prima, pur con limiti strutturali, ha consolidato nel tempo buone prassi terapeutiche (attualmente ospita 19 pazienti). La seconda, aperta alla fine del 2022, sebbene sia una residenza di indubbia eccellenza nel panorama nazionale, ha incontrato difficoltà dovute a ragioni logistiche e di sicurezza che ne hanno limitato la capienza (allo stato i pazienti sono 5). La capacità di accoglienza delle Rems risulta, pertanto, assolutamente insufficiente, considerato che la lista di attesa per l’ingresso nelle stesse, conta oltre 40 soggetti e che i rischi derivanti 4 dall’assenza di tutela gravano, oltre che sulle persone riconosciute socialmente pericolose, sulle rispettive famiglie e sull’intera collettività. Le camere di sicurezza. Si tratta delle strutture idonee nella disponibilità degli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria nel periodo che precede l’udienza di convalida dell’arresto (o fermo) davanti al giudice. I transiti registrati in Calabria confermano la carenza di strutture (41 camere di sicurezza agibili) e la notevole limitazione dei transiti all’interno delle stesse (104 nell’intero anno). La carenza endemica di strutture in regione obbliga il pubblico ministero a disporre, quasi sempre, che l’arrestato (o fermato) sia condotto in carcere. Si ribalta in tal modo il rapporto regola/eccezione, esponendo l’interessato ad una “detenzione di fatto” in assenza di un provvedimento giurisdizionale. Gli eventi critici. Le informazioni acquisite (decessi, suicidi, atti di autolesionismo, manifestazioni di protesta, aggressioni, isolamento, infrazioni disciplinari, perquisizioni, etc) risultano di indubbio interesse in quanto documentano nel dettaglio i numeri, la tipologia e l’entità degli eventi critici. Il quadro complessivo mette in risalto due aspetti importanti: 1) le forme di vulnerabilità delle persone detenute; 2) la natura dei conflitti che vengono ad instaurarsi negli istituti penitenziari. Le luci. Con riferimento all’Area educativa e trattamentale, i progetti di istituto racchiudono un’offerta ben articolata, nonostante le difficoltà. Buona l’attività di taluni corsi professionalizzanti volti all’acquisizione di competenze nel mondo del lavoro e quella dei laboratori artigianali. Si pensi, a titolo esemplificativo, all’officina di lavorazione del ferro di Locri, in cui i detenuti realizzano le brande per gli istituti penitenziari italiani, ai laboratori di ceramiche di Catanzaro e Rossano, al laboratorio di infissi, alluminio e verniciatura di Vibo, al laboratorio pizzeria e panificazione di Paola o alla sartoria della sezione femminile di Reggio. A seguito dell’intervento del Garante regionale e del Vice Presidente della Giunta regionale, Giuseppina Princi, l’Ufficio Scolastico Regionale ha attivato alcune classi scolastiche di istruzione superiore presso le Case circondariali di Arghillà e Palmi. Tale necessità era stata segnalata anche dai magistrati dell’Ufficio di sorveglianza di Reggio Calabria. Viste le difficoltà insorte in altri territori, il Garante Muglia ha sollecitato la riattivazione del Tavolo Regionale per l’Istruzione negli Istituti di Pena. Buona la proposta didattica offerta dai Poli Universitari Penitenziari con numeri consistenti, un coinvolgimento sempre più importante e la nascita del terzo Polo a Reggio Calabria. E’ un mondo nel quale le aspettative e le emozioni dei detenuti si mescolano tra loro, intrecciandosi con la professionalità e sensibilità di docenti e tutor. La varietà delle offerte formative assume una importanza fondamentale, a volte decisiva. Allorquando alle persone detenute si offrono occasioni di formazione e di crescita i risultati non tardano ad arrivare. Lavoro, formazione, scuola e università costituiscono un terreno fertile in cui le probabilità che la persona in conflitto con la legge maturi una diversa percezione di sé sono oggettivamente più elevate. Quanto alla sanità penitenziaria il sistema appare in risalita, mostrando anche alcune eccellenze. Un plauso alla Casa di reclusione “Luigi Daga” di Laureana di Borrello e alla Sezione a custodia attenuata della Casa circondariale di Paola, che comprovano come una detenzione “altra e diversa” garantisca buoni risultati sia in termini rieducativi e di inclusione sociale che di riduzione della recidiva. L’Esecuzione Penale Esterna. I dati provenienti dall’UIEPE Calabria attestano la presenza di numeri importanti: nel 2022 gli uffici dell’interdistretto hanno gestito 8338 incarichi e nei primi sei mesi del 2023 hanno già raggiunto il numero di 6.594 incarichi (tra misure alternative alla detenzione, misure di sicurezza e indagini varie). Anche in questo caso è necessario rafforzare gli organici. L’Istituto Penale Minorile. Grazie all’intervento del Dipartimento Giustizia minorile e di Comunità la carenza di organico di Polizia penitenziaria, che perdurava da anni, è stata colmata. Dopo l’apertura della seconda sezione detentiva e l’estensione della capienza a 36 posti è necessario potenziare il numero dei funzionari di professionalità pedagogica (solo 2 a fronte degli 8 previsti in pianta organica) e sopperire alla carenza di mediatori linguistico-culturali e personale amministrativo (l’organico del comparto con funzioni centrali risulta quasi dimezzato). Il Centro di accoglienza per migranti di Isola Capo Rizzuto. In data 14.02.2023 il Garante ha effettuato una visita ispettiva presso il Centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto, unitamente ad una delegazione di esperti del Garante nazionale, redigendo il relativo Rapporto. La visita traeva origine dalla ricezione di segnalazioni aventi ad oggetto la presenza prolungata e le condizioni di 5 privazione della libertà personale di minori stranieri non accompagnati. Si reputano produttivi gli sviluppi successivi e le interlocuzioni attivate tra il Garante regionale e il nuovo Prefetto di Crotone, Franca Ferraro, circa l’evoluzione delle condizioni dei MSNA. La detenzione amministrativa presso le strutture calabresi necessita, in ogni caso, di essere approfondita in maniera adeguata, facendo ricorso ad un monitoraggio periodico e specialistico
In occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’Arma dei Carabinieri ha organizzato la campagna di comunicazione e sensibilizzazione “Non rimanere in silenzio” (video, foto e motion graphic), grazie alla preziosa collaborazione con le scuole che hanno partecipato, anche per il 2023, al progetto per la legalità e contro la violenza di genere, oggetto di attenzione, da anni, dell’Istituzione. La campagna è articolata su diverse iniziative accomunate dal dire “No!” a qualsiasi forma di comportamento violento o discriminante – sia fisico che psicologico, nella vita privata come in quella professionale – contro le donne. Le tante iniziative, che hanno coinvolto i media tradizionali, il web e i social, mirano ad aiutare e sostenere tutte le donne che subiscono maltrattamenti o vessazioni di qualsiasi tipo. Violenze o privazioni della propria dignità sono tali anche all’interno delle mura domestiche, quando l’autore è una persona cara. È per questo che l’azione dell’Arma è volta a contrastare il numero dei cosiddetti “reati spia”, spronando le vittime a muovere, con fiducia, il primo passo verso la libertà: sporgere denuncia.
Anche quest’anno tante caserme si illuminano di arancione, in adesione alla campagna internazionale “Orange the World”, come segnale tangibile dell’assoluta attenzione dell’Arma che ha il tema tra le sue priorità. Nonostante la crisi economica, l’Istituzione non ha voluto rinunciare a questo forte segnale simbolico e lo ha fatto – è bene sottolinearlo – senza aumentare i consumi energetici con nuove illuminazioni, ma semplicemente usando quelle già attive.
Le stazioni ferroviarie, gli aeroporti e le autostrade, luoghi simbolo di partenze e magari anche di “ripartenze” dopo esperienze negative, sono stati scelti anche quest’anno come spazi di visibilità per tali iniziative. Viaggiatori, pendolari, giovani coppie di innamorati e studenti avranno modo di soffermarsi qualche istante sulle tante iniziative, presenti anche nelle piazze delle maggiori città italiane, per questo 25 novembre. La Giornata è soprattutto l’occasione per riflettere e per ricordare che questo triste fenomeno si combatte anzitutto formando uomini e donne rispettosi della legalità, una sfida che comincia da lontano, tra i banchi di scuola, quando si forma la cultura ma soprattutto la coscienza dei cittadini del futuro. In tale ottica, i Carabinieri hanno deciso di puntare sulla creatività proprio dei giovani, coinvolgendoli in un progetto a livello nazionale.
Pertanto, i ragazzi dell’Istituto Tecnico Superiore G. B. Vaccarini di Catania hanno realizzato per l’Arma una foto manifesto che verrà pubblicata sui social istituzionali mentre gli studenti del Liceo Artistico Statale R. Cottini di Torino hanno realizzato uno “spot istituzionale” che verrà diffuso sui canali di comunicazione dell’Arma. Sul sito www.carabinieri.it, inoltre, è stata dedicata un’intera area tematica sul “codice rosso”, dove è possibile trovare tante informazioni utili su: atti persecutori, bullismo, cyberbullismo, maltrattamenti, revenge porn, violenza sessuale ecc. Nell’area tematica è possibile trovare anche il “Violenzametro”, un test di autovalutazione, elaborato dal Reparto Analisi Criminologiche del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche, per rilevare i segnali del livello di violenza di genere subita in un rapporto di coppia. Contiene consigli utili per chiedere supporto e aiuto in base al livello di violenza riscontrata. Ecco il link dell’area tematica “codice rosso”: http://www.carabinieri.it/in-vostro-aiuto/consigli/codice-rosso/codice-rosso
Nell’ambito delle iniziative di contrasto alla discriminazione e alla violenza di genere trova spazio anche il fenomeno, oggi molto esteso, del cosiddetto revenge porn ovvero, secondo l’articolo 612 ter del codice penale (Codice Rosso) la diffusione illecita di foto e video con contenuti sessualmente espliciti senza il consenso della persona ritratta, su cui è stato realizzato un video motion graphic informativo che verrà postato sui canali social istituzionali al fine di sensibilizzare più utenti possibili. Per far fronte a questa dolorosa piaga sociale, tali iniziative sono preziose ma da sole non bastano. Per questo la Benemerita si è dotata di tanti strumenti, il primo dei quali è la Sezione Atti Persecutori del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche. Questa Sezione svolge attività di studio e analisi del fenomeno, elaborando valutazioni sui “fattori di rischio” in favore dei reparti operanti, e programmi di formazione del personale. Tra i progetti più importanti troviamo il “prontuario operativo”, un documento riepilogativo delle migliori pratiche adottate nella gestione dei casi, aggiornato con le novità introdotte dal decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 150 (c.d. riforma “Cartabia”), nonché dalla legge 24 maggio 2023, n. 60, in materia di procedibilità d’ufficio e di arresto in flagranza. Fondamentali sono anche i corsi basici e specialistici sul tema dello stalking, a favore di Ufficiali dell’Arma in servizio presso i reparti investigativi, sia di tutti i Comandanti di Compagnia, Tenenza e Stazione.
A questo si aggiunge, sin dal 2014, la “Rete nazionale di monitoraggio sul fenomeno della violenza di genere”, strutturata su ufficiali di polizia giudiziaria – Marescialli e Brigadieri – inseriti nell’ambito delle articolazioni investigative territoriali e formati presso l’Istituto Superiore di Tecniche Investigative, con specifici corsi. Ad oggi ne sono stati svolti complessivamente 32, che hanno consentito di formare oltre 775 unità, operanti sul territorio nazionale. In questo delicato ambito, è importante ricordare anche l’Accordo tra i Ministri della Difesa e per le Pari Opportunità, cui è seguito il rinnovo della collaborazione tra il D.P.O. e l’Arma, tutt’ora vigente. Questi accordi hanno consentito alla Sezione Atti Persecutori di occuparsi dello sviluppo di attività di ricerca e analisi, nonché della formazione del personale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e degli operatori del numero di pubblica utilità “1522”, Help line per la violenza e lo stalking. Non meno importante è l’impegno che è scaturito dall’accordo di sensibilizzazione in favore delle scuole, alle quali è stato dedicato un ciclo di formazione di 40 giornate. Su richiesta del D.P.O., inoltre, è stata effettuata la mappatura dei Centri Antiviolenza presenti sul territorio nazionale, al fine di verificare l’effettiva esistenza ed operatività delle strutture attive nell’ambito dell’assistenza alle vittime.
L’Arma ha anche collaborato, quale rappresentante del Ministero della Difesa:
– al Tavolo Interministeriale, istituito nel 2013, per l’elaborazione del “Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere”, adottato nel luglio 2015 dalla P.C.M.;
– all’Osservatorio Nazionale sulla violenza, i cui lavori hanno portato alla redazione del “Piano Strategico Nazionale sulla violenza maschile contro le donne (2017-2020)”, approvato nella riunione del Consiglio dei Ministri del 23 novembre 2017, e delle “Linee guida nazionali per le aziende sanitarie e ospedaliere in tema di soccorso e assistenza socio – sanitaria” alle donne vittime di violenza, adottate con D.P.C.M. del 24 novembre 2017.
Sul piano delle collaborazioni interistituzionali, sul territorio nazionale sono state siglate numerose intese tra Procure della Repubblica, Prefetture, Forze di polizia, Ospedali e Centri antiviolenza, che vedono tutte la partecipazione dell’Arma. Si sottolinea inoltre il progetto avviato con Soroptimist International d’Italia, denominato “Una stanza tutta per sé”, consistente nell’allestimento, all’interno di Caserme dell’Arma, di locali idonei all’ascolto protetto di donne vittime di violenza. Un progetto che ha consentito di allestire ad oggi 174 stanze su tutto il territorio nazionale che permettono ogni giorno di accogliere in un ambiente confortevole e meno “istituzionale” le vittime di abusi. Inoltre, Soroptimist ha fornito 46 kit per la videoregistrazione ad altrettanti Comandi dell’Arma, da utilizzare nelle fasi di ricezione delle querele o nelle attività di escussione. Nell’ambito delle iniziative di questo 25 novembre, l’Arma dei Carabinieri insieme a Fondazione Vodafone Italia e Soroptimist International d’Italia annunceranno l’avvio di Mobile Angel, un progetto pilota che prevede – a Milano, Napoli, Torino ed Ivrea – la consegna di un device a 50 donne, vittime di maltrattamenti. Il dispositivo con un sistema di allarme consente di attivare le Centrali Operative dell’Arma, permettendo l’intervento tempestivo delle nostre pattuglie, così accrescendo la percezione di sicurezza da parte delle vittime.
Infine, l’Arma ha partecipato con la Polizia di Stato alla realizzazione del sistema “Scudo”, una banca dati dedicata, volta a fornire agli operatori, nell’immediatezza degli interventi, un quadro informativo completo su eventi pregressi e soggetti coinvolti per consentire di adottare decisioni tempestive e sinergiche. L’impegno quotidiano degli uomini e le donne dell’Arma è finalizzato, innanzitutto, ad evitare che si verifichino ulteriori “femminicidi”, ma ci sono altri reati apparentemente meno gravi che insidiano quotidianamente le donne. Un esempio è il fenomeno comunemente denominato “stalking”, che è ricondotto ai reati di “atti persecutori” (art. 612-bis c.p.), nonché i casi di maltrattamenti in famiglia (art. 572 c.p.) e percosse (art. 581c.p.), con vittima donna. L’Arma dei Carabinieri, anche nel corso del 2022 e nei primi dieci mesi del corrente anno, ha continuato a focalizzare il proprio impegno per poter contrastare tali crimini.
Nel 2023, da gennaio a ottobre, gli atti persecutori rilevati sono complessivamente 14.018 mentre i delitti perseguiti dall’Arma con riferimento agli atti persecutori sono 9.959 (pari al 70 % di tutte la Forze di Polizia). Per quanto attiene ai maltrattamenti in famiglia, nel 2022, i delitti perseguiti sono 25.082. Con riferimento al periodo gennaio – ottobre dell’anno in corso, i Reparti Arma hanno perseguito 18.624 maltrattamenti in famiglia. Lo scorso anno sono state tratte in arresto 1.722 persone per reati connessi con gli atti persecutori, mentre nei primi dieci mesi dell’anno in corso gli arresti sono stati 1.507. Analogamente, per i maltrattamenti in famiglia, nel 2022, sono stati arrestati 3.339 soggetti. Nel periodo gennaio – ottobre del 2023 le persone tratte in arresto per maltrattamenti in famiglia sono state 2.897. Nel 2022, per reati di violenza sessuale, l’attività istituzionale condotta ha consentito di trarre in arresto 1.105 persone, mentre nei primi dieci mesi del 2023, gli arresti sono stati 896.
Villa San Giovanni: ecco il progetto “Violenza verbale sui Social… le parole hanno un peso”
In vista del 25 novembre, Giornata contro la violenza sulle donne, gli studenti delle classi 4^e 5^ del Liceo delle Scienze Umane ed Economico-Sociale dell’I.I.S. “Nostro-Repaci” di Villa San Giovanni sono stati coinvolti nella discussione del progetto “Violenza verbale sui Social… le parole hanno un peso!”, organizzato dall’associazione Fidapa sez. di Villa San Giovanni di concerto con il Dirigente Scolastico, prof.ssa Maristella Spezzano. La Dirigente ha spiegato come le comunità educative debbano operare in sinergia per sensibilizzare i giovani all’uso corretto del Web in modo che essi possano acquisire una competenza digitale corretta, rispettosa e responsabile, condividendo opinioni e punti di vista altrui e garantendo, nello stesso tempo, libertà di pensiero e di espressione. Dopo i saluti del Sindaco del Comune di Villa San Giovanni, avv. Giusy Caminiti, la prof.ssa Gabriella Romeo ha introdotto i lavori, spiegando che gli studenti, nella prima fase di attuazione del progetto, sono stati guidati dalle proff. Stefania Arena, docente di Lingua e cultura inglese, e Maria Bazzano, docente di Diritto, nella somministrazione di un test riguardante l’utilizzo dei Social, i rischi di una costante esposizione e le percezioni ed emozioni avvertite sul Web di fronte a una comunicazione ostile con offese e diffamazioni.
Durante il dibattito, moderato dalla prof.ssa Enza Caracciolo, Pres. CDS Scienze Economiche Università Mediterranea RC nonché socia FIDAPA, sono stati presentati i dati elaborati dalla psicologa Ilenia Longo relativamente alle risposte al test date dagli studenti. L’avv. Michela Catanese, Presidente dell’associazione Fidapa, considerati i recenti eventi di cronaca, ha evidenziato l’importanza di scegliere le parole con cura quando si è connessi e le ripercussioni e i danni psicologici che, atteggiamenti aggressivi e provocatori, possono generare su chi è attaccato con minacce e calunnie e subisce insulti e disprezzo online. Incisivo il contributo del Dir. Dip. DiGES dell’Università Mediterranea, prof. Daniele Cananzi che, interagendo con gli studenti, ha invitato a riflettere sui comportamenti da adottare quali indulgenza, educazione, delicatezza e responsabilità al fine di contrastare la violenza, unitamente al dialogo. Chiaro ed esaustivo l’intervento della dott.ssa G. Trecroci che, in veste di Garante infanzia e adolescenza della Città di Villa San Giovanni, ha invitato i genitori ad assumere fattivamente il loro ruolo e accompagnare i propri figli nel loro percorso di crescita in relazione alle diverse fasi evolutive. La conclusione dell’incontro, a cura della Presidente dell’associazione Fidapa, ha messo in evidenza l’importanza del peso delle parole, anche online, considerato che tutto quello che si pubblica su Internet sarà per sempre e ovunque e che le parole, dolci o offensive che siano, scorrono dentro, e per sempre.
Presentato alla Camera dei Deputati il Rapporto DEKRA sulla sicurezza stradale 2023
Il Rapporto DEKRA sulla sicurezza stradale 2023, “Tecnologia e Persone”, presentato alla Camera dei Deputati, ha evidenziato quanto la tecnologia e le persone siano interconnesse nel traffico stradale e come il ruolo dell’uomo e le sue scelte siano fondamentali nel contesto urbano e cittadino. Il report ha individuato nello sviluppo della guida automatizzata una soluzione ai principali problemi stradali e, se implementata, potrà ridurre gli incidenti mortali che nel 70% dei casi avviene in città e vede fra le vittime principalmente coinvolte gli over 65.
Nel nostro Paese, secondo gli ultimi dati Istat relativi al periodo gennaio-giugno 2023, rispetto al 2022, sono in calo le vittime sulle autostrade (-9,7%), seguono quelle sulle strade extraurbane (-3,3%) e sulle strade urbane (-0,1%). Se da un lato, però, gli incidenti mortali sono in diminuzione, dall’altro si registra un calo molto limitato del numero degli incidenti stradali con lesioni a persone (79.124; -1%) e dei feriti (106.493; -0,9%). Inoltre, dalla recente Indagine sulla qualità della vita del 2023 dell’Università Sapienza di Roma, emerge che nel 2022 le città più sicure sono: Prato, Gorizia e Genova con rispettivamente 118, 120 e 120 tra morti e feriti per 100 incidenti stradali. Fanalino di coda sono: Foggia, Cosenza e Crotone dove i numeri salgono, nell’ordine a 176, 170 e 169.
OMS: 1,3 milioni di morti ogni anno
A livello internazionale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che attualmente ci siano circa 1,3 milioni di morti per incidenti stradali ogni anno. Stando ai dati pubblicati nel Rapporto DEKRA, nel 2020 nell’UE si è raggiunto il numero più basso di incidenti stradali, un valore che però nel 2022 è tornato a crescere. Il calo percentuale rispetto al 2001 si attesta, quindi, al 56%. I progetti europei, che prevedono il dimezzamento del numero di vittime sulle strade nell’UE entro il 2030 e la possibilità di eliminare completamente i decessi entro il 2050, sono finalità ancora lontane dall’essere raggiunte.
Uomo responsabile del 90% degli incidenti
Secondo il Rapporto DEKRA, l’uomo è responsabile di oltre il 90% degli incidenti e per questo l’industria automobilistica sta puntando, ormai da anni, su sistemi di assistenza alla guida in grado di riconoscere tempestivamente situazioni critiche del traffico o modalità di guida non sicure. Il continuo miglioramento della tecnologia (sensori, automazione, digitalizzazione) rappresenta una valida opportunità per ridurre significativamente il numero di incidenti tra veicoli a motore e utenti stradali vulnerabili. Ciò nonostante, così come evidenzia il report, rimane l’essere umano con i suoi comportamenti al volante e la sua condotta l’attore principale di una sana sicurezza stradale.
Obiettivo “Vision Zero”
È necessario prestare particolare attenzione alle zone urbane e alle persone di età superiore ai 65 anni. Il 70% circa di tutti gli incidenti mortali di pedoni, ad esempio, si verifica nei centri urbani. Quasi la metà di tutte le vittime di incidenti stradali nell’UE rientra nella fascia di età superiore ai 65 anni, anche se la loro percentuale sulla popolazione totale nel 2021 era del 21% circa. Nel 99% di tutti gli incidenti stradali, che hanno interessato pedoni con lesioni mortali registrati nell’UE, erano coinvolte autovetture. Nell’ottica della “Vision Zero”, perseguita anche a livello internazionale, si chiede di sfruttare al meglio il potenziale a disposizione per migliorare ulteriormente la sicurezza stradale. Il rapporto fra uomo e tecnologia, in questo caso, può essere una componente essenziale per il raggiungimento di tali obiettivi.
Assistenza alla guida e sistemi automatizzati
La tecnologia e, in particolare, i sistemi di guida automatizzati e connessi svolgono un ruolo importante. Dotando i veicoli di sistemi di assistenza specifici e rendendoli in grado di comunicare reciprocamente, è possibile individuare tempestivamente le situazioni di pericolo ed evitare gli incidenti o almeno limitarne le conseguenze. Tuttavia, i sistemi di assistenza non esonerano i conducenti dalle loro responsabilità. In fondo, scegliere di adottare una condotta responsabile o meno fa sempre parte delle determinazioni della persona. Sebbene la tecnologia sia molto utile, il Rapporto DEKRA sottolinea come sia necessario accertarsi che essa non finisca per distrarre o stressare eccessivamente chi è alla guida. Il prerequisito fondamentale per l’utilizzo dei sistemi di assistenza è, quindi, che essi siano facilmente fruibili da parte di tutti gli utenti.
Investire sul cambiamento
Le misure dell’UE per la sicurezza stradale 2020-2030 evidenziano come le politiche sulla mobilità devono adeguarsi ai cambiamenti in atto, per affrontare le sfide e le nuove opportunità come la trasformazione dei modelli di mobilità, la connettività e l’automazione. Anche se i progressi sono troppo lenti, l’Europa non intende rallentare, ma garantire che sulle strade viaggino solo tecnologie sicure. L’obiettivo è quello di assicurare il massimo livello di sicurezza e un processo normativo uniforme. La creazione di un assetto di regole dell’UE per i veicoli automatizzati rafforzerebbe la competitività globale delle case automobilistiche europee. La guida connessa e automatizzata ha un grande potenziale e la volontà nell’Unione Europea è quella di lavorare velocemente per creare le giuste condizioni per il suo sviluppo.
Per Lorenzo Fontana, Presidente della Camera dei Deputati: “Quello della sicurezza stradale è un tema di prioritaria importanza, in relazione al quale l’attenzione del Parlamento è particolarmente alta. Lo dimostra il recente avvio, nella IX Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, dell’esame della proposta governativa di riforma del Codice della Strada. In base agli ultimi dati presenti nella Relazione illustrativa al disegno di legge si evidenzia come nel 2022 i livelli d’incidentalità nel nostro Paese siano rimasti elevati. Credo che molto possa e debba essere fatto per aumentare la sicurezza e prevenire gli incidenti, anche attraverso il ricorso alle nuove tecnologie. Occorre, inoltre, promuovere e diffondere la cultura della responsabilità, per accrescere la consapevolezza circa i rischi alla guida”.
Secondo Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti: “Il tema della sicurezza stradale è tra le priorità del mio dicastero. In questi giorni è in discussione alla Camera il Disegno di Legge per la modifica del Codice della Strada e conto che entro la fine dell’anno almeno un ramo del Parlamento lo approverà. Dalle ultime indagini è stato confermato che la distrazione al telefono è tra le principali cause di incidentalità. In questo senso, ho deciso di intervenire con strumenti deterrenti più che con sanzioni. Per quanto riguarda la mobilità a due ruote, nello specifico per i monopattini, prevediamo a tutela di tutti, l’utilizzo del casco, della targa e dell’assicurazione. Nei prossimi anni, vorremmo inoltre destinare fondi del MIT per la manutenzione delle strade provinciali e comunali e per la sostituzione di guardrail innovativi. La sicurezza stradale è una questione complessa che va affrontata anche con l’aiuto di realtà private importanti come DEKRA Italia così da raggiungere l’obiettivo di rendere le strade più sicure”.
Galeazzo Bignami, Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha osservato che: “Nell’evoluzione dei Rapporti DEKRA registriamo questa significativa attenzione verso le nuove frontiere della sicurezza e quest’anno, in particolare, sul tema della sinergia fra uomo e tecnologia. I dati che si evincono dal Rapporto fotografano una certa diffidenza verso l’utilizzo della guida assistita e degli altri sistemi tecnologici. È altrettanto interessante il fatto che circa due intervistati su tre dichiarino che la provenienza di questi strumenti sia per loro indicativa. L’esigenza di una performance da parte dei Paesi produttori e la ricerca della qualità è un aspetto che l’Europa deve continuare a salvaguardare. Il Rapporto, inoltre pone anche il tema della formazione, soprattutto con riferimento agli anziani, molti dei quali restano refrattari all’utilizzo di tali strumenti”.
Francesco Paolo Sisto, Viceministro della Giustizia ha sottolineato che: “Il Rapporto ci mette di fronte a fenomeni che richiamano la coscienza di tutti. Il diritto tuttavia non basta, incrementare le pene neanche. Le tecnologie aiutano il conducente a essere attento e a rispettare le regole, al contempo, si richiede un percorso formativo partendo dalla più tenera età. Qualsiasi forma di cultura si trasforma in una maggiore probabilità di legalità. Il sistema deve quindi mettere insieme diversi fattori: l’educazione, anche familiare, e infine la prevenzione che non è una vacua applicazione di regole ma richiede l’attenzione di ciascuno. Senza questo, non c’è norma, investimento o sanzione che possa bastare”.
Toni Purcaro, Executive Vice President di DEKRA Group e Presidente di DEKRA Italia ha dichiarato che: “Il Rapporto DEKRA 2023 evidenzia la profonda interconnessione fra l’uomo e la tecnologia, oggi essenziale nella sicurezza stradale. Come sottolinea la ricerca, il 90% degli incidenti, purtroppo, è causato dall’errore umano e, pertanto, è necessario implementare sistemi di assistenza alla guida in grado di riconoscere tempestivamente situazioni critiche. Pur essendo l’uomo con la sua condotta determinante nella sicurezza stradale, appare imprescindibile puntare sull’innovazione tecnologica in grado di supportare in modo efficace i soggetti coinvolti nella circolazione stradale e raggiungere così l’ambizioso obiettivo ‘Vision Zero’ di eliminare del tutto le vittime della strada entro il 2050”.
Filiberto Mastrapasqua, Direttore del Servizio Polizia Stradale delegato dal Capo della Polizia Prefetto Vittorio Pisani, ha rilevato che: “La sicurezza stradale è una delle voci più rilevanti delle agende istituzionali degli Stati membri dell’Unione europea. Molti passi in avanti sono stati fatti ma siamo ancora molto lontani dall’obiettivo del Piano nazionale sulla sicurezza stradale, cioè da una riduzione delle vittime del 50% entro il 2030 a zero morti sulle strade nel 2050. Occorre un cambiamento culturale che consideri la guida un’attività complessa. I tempi dettati dall’agenda internazionale non sembrano compatibili con l’applicazione della guida autonoma, in grado sulla carta di abbattere gli indici di incidentalità. La cultura della guida sicura deve diventare un valore comune e la sicurezza stradale un impegno corale, in un’ottica di sicurezza partecipata. L’attività della Polizia Stradale non si ferma all’azione di prevenzione e repressione delle condotte, ma si sviluppa anche nell’area della comunicazione e formazione, in particolare per sensibilizzare le giovani generazioni”.
Eugenio Patanè, Assessore alla Mobilità delegato dal Sindaco di Roma Capitale Roberto Gualtieri, ha dichiarato che: “I dati del Rapporto riguardanti gli incidenti stradali non fotografano soltanto numeri ma persone che devono restare al centro dei nostri interventi. Ragionare e discutere di soluzioni sulla base di dati oggettivi che vengono portati alla nostra attenzione è il modo più adeguato per tentare di fare dei passi in avanti in questo settore molto complesso e drammaticamente all’attenzione dell’opinione pubblica quotidianamente. Il nostro compito come amministratori è quello di comprendere i fenomeni, rilevare dove si verificano gli incidenti e qual è il costo sociale, isolando i cosiddetti Blackpoint. Il tema sicurezza deve essere sempre più legato alle politiche sulla mobilità, incentivando la riduzione dei veicoli in circolazione, investendo sulle infrastrutture e sull’informazione, sull’educazione e sulla formazione nelle scuole”.
Per Marco Granelli, Assessore alla Sicurezza delegato dal Sindaco di Milano Giuseppe Sala: “Stiamo lavorando per intervenire sulle regole, sulle infrastrutture e sui comportamenti dei guidatori, per prevenire gli incidenti e rafforzare la sicurezza stradale. La distrazione alla guida resta una delle maggiori cause di incidenti, pertanto abbiamo incentivato l’installazione di telecamere per monitorare le infrazioni e indurre un cambiamento dei comportamenti dei cittadini attraverso l’attività sanzionatoria. Urgono, al contempo, modifiche strutturali anche attraverso l’innovazione nel campo della segnaletica stradale e l’introduzione degli autovelox per incentivare l’automobilista a ridurre la velocità nelle zone abitate. Stiamo intervenendo, infine, nelle scuole promuovendo il dialogo con gli adolescenti per implementare la formazione”.
Angelo Sticchi Damiani, Presidente ACI invece ha dichiarato che: “È necessario, in primo luogo, individuare percorsi formativi adeguati per rafforzare la sicurezza stradale. Nel nostro Paese, inoltre, circolano auto troppo vecchie, con più di dieci anni di immatricolazione. Si tratta di un problema economico, sociale e ambientale che aumenta il rischio di incidenti e che, pertanto, deve essere affrontato con misure strutturali”.
Hanno preso parte all’evento: Elisabetta Oliveri, Presidente Autostrade per l’Italia; Antonio Ragonesi, Responsabile dell’Area Sicurezza e legalità di ANCI e Roberto Mastrangelo, Responsabile Gestione Rete Anas. La presentazione del Rapporto DEKRA si è svolta nell’ambito degli eventi organizzati in occasione della Giornata mondiale in memoria delle Vittime della Strada, istituita dall’ONU, volta a promuovere una campagna per la prevenzione degli incidenti mortali e con lesioni gravi e rendere omaggio alle squadre di emergenza, alle forze dell’ordine e agli operatori sanitari.
Un muro di gomma: continua lo scempio nell’area Mercatale di Piazza del Popolo nel silenzio “assenso” dell’amministrazione
Il degrado e l’incuria (abusivismo, sporcizia diffusa, sversamento di rifiuti, mancanza di servizi igienici) della Piazza investono sia l’adiacente complesso Polifunzionale di proprietà comunale, “opera incompiuta” ormai ridotta ad una discarica sia la Tomba Ellenica divenuta anch’essa un’altra discarica con annesso gattile.
Antonella Di Bella, attivista di IMPEGNO e IDENTITÀ afferma che: “Da decenni, sia i politici reggini che regionali, si riempiono la bocca di parole come turismo, sviluppo, legalità ma costoro non sanno nemmeno di cosa parlano perché la vocazionalità turistica non si può semplicemente blaterare a chiacchiere quando non solo nelle periferie ma anche in pieno centro storico manca il basilare decoro”.
Il movimento ha raccolto lo sconforto di numerosi residenti che si sentono abbandonati perché nonostante le loro segnalazioni, la polizia municipale si è sempre rifiutata di recarsi sul posto per verificare sia le cause del sistematico abbandono giornaliero di rifiuti organici e indifferenziati in questa zona, sia la regolarità dei titoli di concessione da parte degli occupanti della Piazza.
Per altro spesso i rifiuti abbandonati sono eliminati in modo improprio, anche appiccando il fuoco (è recente un episodio incendiario particolarmente grave) per un loro rapido ma tossico smaltimento, altre volte sono miscelati dentro un compattatore, senza alcun genere di differenziazione in base ai codici.
Tutto ciò è fatto con una palese impudenza, dal lunedì alla domenica compresa, sotto gli occhi di tutti, in un’area di particolare pregio ed interesse, adiacente il TAR, a circa 300 m dal Museo Archeologico, circa 50 m dalla Tomba Ellenica, a 300 m dal Consiglio Regionale, a 500 m dal Grande Ospedale Metropolitano e dal Policlinico Madonna della Consolazione, a 150 m dall’Istituto Clinico De Blasi quindi in una zona ad alta intensità abitativa, particolarmente frequentata e di conseguenza congestionata dal traffico.
Una tantum sono stati attuati blitz interforce, ricordati più per la loro platealità che per la reale efficacia.
Il movimento IMPEGNO E IDENTITÀ sostiene che: “Fino ad oggi, l’amministrazione, come uno struzzo, incapace di volare, ha sempre nascosto la testa dentro la sabbia, sperando, come al solito, che i problemi si risolvessero per magia da soli mentre è necessaria una sapiente e lungimirante regia attraverso l’assunzione di decisioni politiche e soluzioni tecniche”.
Il movimento non comprende i motivi in base ai quali gli organi competenti si astengano dall’intraprendere tutte le necessarie azioni di vigilanza, controllo e monitoraggio a cui per altro li obbliga il “Regolamento per l’esercizio del commercio al dettaglio su aree pubbliche”, da loro stessi approvato con Delibera n.63 del 07/10/2022 che per altro, ad oggi, non è ancora reperibile sul sito del Comune, alla faccia della trasparenza.
Non dovrebbe forse essere naturale, oltre che doveroso per l’amministrazione, prendere una netta posizione di distanza, impedendo “prassi di fatto” che generano numerosi dubbi di legittimità, sia in merito all’occupazione del suolo Mercatale che all’abbandono, raccolta, miscelazione e travasamento dei rifiuti?
La presidente del movimento Angela Marcianò in qualità di consigliere comunale ha già molte volte affrontato la problematica nel corso di diverse convocazioni della commissione consiliare Attività Produttive, non limitandosi ad evidenziare le criticità ma andando delle proposte risolutive. La stessa ha ribadito, agli assessori competenti Martino e Palmenta e al Comandante della Polizia Municipale, che: “Sia dal punto di vista politico che amministrativo, non è più possibile far finta che questa situazione disastrosa non esista. Gli organi istituzionali e soggetti competenti per materia devono riportare la legalità a Piazza del Popolo, poiché quotidianamente 7 giorni su 7, su questa area pubblica si svolgono attività che producono ingenti quantità di rifiuti indifferenziati, senza che sia fatto nulla di concreto per impedirlo anzi con l’aggravante di far sobbarcare l’Amministrazione comunale dell’onere di pagare ingenti costi per la pulizia della piazza a fronte di misere entrate e in assenza di una pervicace attività di vigilanza”.
Tra l’altro, la situazione reale dei posteggi mercatali delinea una realtà disarmante, per cui solo 6 soggetti ( su oltre 60) risultano titolari di licenza e regolarmente paganti!
E dunque, a fronte di costi onerosi di pulizia della piazza (150 Mila euro) l’amministrazione non è stata ancora in grado di riscuotere le somme previste, lasciando tutto in un limbo in cui ognuno fa ciò che gli pare.
Al momento rimangono lettera morta le linee guida del Mise, il D.lgs. n. 59/2010, l’art.181 com. 4 bis e ter del D.L. n.34/2020 convertito nella legge n.77/2020.
Secondo l’attivista del movimento Antonella Di Bella: “L’obiettivo non può essere solo sanzionatorio bensì di orientamento guidato all’osservanza delle regole, attraverso un percorso di informazione e sensibilizzazione rivolto agli esercenti ambulanti.”
Le possibili soluzioni da adottare sono molteplici:
- Lo spostamento del mercatino ortofrutticolo in un’altra area più distante rispetto al Museo Archeologico Nazionale;
- il metodo della spunta in base al quale gli operatori che, pur avendo la licenza, non possiedono la concessione possono partecipare, nel giorno di mercato, all’assegnazione dei posti non occupati;
- come in altre zone mercatali, la riduzione delle giornate di mercato al massimo a due a settimana;
- il controllo e il monitoraggio sulla regolarità delle attività commerciali sulle aree pubbliche e sulla regolarità dei pagamenti dei posteggi da parte degli operatori.
I vantaggi sarebbero molteplici: decongestione del traffico, abbassamento livelli di rumorosità, meno inquinamento acustico, ambientale e dell’aria, riduzione degli odori che esalano dalla piazza anche dopo essere stata svuotata, calo natalità e proliferazione ratti, blatte e insetti vari che ormai sono visibili anche in pieno giorno, maggiore valorizzazione dell’intera area con il ripristino del decoro urbano.
In poche parole, maggiore attrattività dal punto di vista turistico, maggiore salubrità igienico sanitaria e benessere per l’intera collettività.
Per tutti questi motivi il movimento ha inviato una segnalazione dettagliata agli organi ed enti competenti per materia affinché attivino un nuovo corso nella gestione delle attività mercatali: “Questa può essere un’occasione di riscatto per l’amministrazione, per restituire maggiore lustro e dignità a Piazza del Popolo e consentire a tutti gli operatori che rispettano le regole, di lavorare in tranquillità secondo i dettami previsti della normativa vigente e non secondo le leggi ingovernabili del caos”.
Il silenzio, l’assenza non è mai la scelta migliore, in particolar modo per chi è stato demandato con fiducia dagli elettori ad amministrare!