Il problema della detenzione e del commercio illecito di sostanze stupefacenti continua ad attanagliare il territorio reggino. Solo nell’ultima settimana, sono state diverse le operazioni portate a termine dagli uomini dell’Arma dei Carabinieri su tutto il territorio metropolitano. In manette, è finito un 40enne di Casignana, condannato a oltre 8 anni di reclusione, per il reato di produzione, traffico e detenzione illecita, presso la casa circondariale di Locri in cui è stato trasferito. A Catona, invece, è stato fermato un 35enne reggino che dovrà scontare oltre 2 anni di reclusione per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, presso la casa circondariale di Reggio Calabria. A Lazzaro, infine, i Carabinieri hanno denunciato una 39enne per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, rinvenendo diversi grammi di marijuana all’interno della sua abitazione.
Chiara Cucinotta
Per non dimenticare: oggi 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria per le vittime dell’Olocausto
La memoria, si sa, è una dote. Per alcuni è facile ricordare ogni aneddoto, ogni parola o particolare. Per altri, è un’impresa impossibile tenere a mente anche le cose più recenti. Ma dimenticare, a volte, può essere pericoloso.
La storia è fatta di eventi, di date, di azioni e decisioni ma, soprattutto, di uomini. E ci sono pagine di storia che non possono venire dimenticate, per alcun motivo.
Alcune perché segnano un momento fondamentale per capire lo sviluppo della società, delle tecnologie, i mutamenti ambientali o politici, i pensieri filosofici e religiosi. Altre perché si riferiscono a eventi così bui da rendere necessario rievocare periodicamente l’orrore, perché non si ripeta e non si permetta a nessuno di ricadere negli stessi – spesso voluti – errori.
Il motivo per cui oggi, 27 gennaio, si celebra la Giornata della Memoria, è fortunatamente noto a tutti: ventiquattr’ore per non dimenticare l’orrore a cui portò la seconda Guerra Mondiale: lo sterminio di uomini e donne innocenti, di bambini ingannati, condotti per mano fino alla morte, in nome di motivazioni tutt’altro che semplici.
Una delle pagine di storia più contorte, frutto dell’intersecarsi di ideologie malate, di interessi politici, di alleanze pericolose e di tempi in cui la tutela dell’umanità non aveva alcun peso.
Ricordare, cos’è, dunque? E’ riprodurre nella mente l’esperienza passata, riconoscerla come tale e localizzarla nello spazio e nel tempo. Il sociologo Maurice Halbwachs parlava già di “Memoria collettiva” molto prima dei fatti della Shoa, che interessarono gli ultimissimi anni della sua vita. Rifacendosi al concetto di rappresentazione collettiva di Durkheim, definì il ricordo come qualcosa di “mai solo individuale, perché si forma all’interno della società e viene rievocato grazie all’interazione sociale. Il ricordo non è solo custodito nella memoria, non è solo un’immagine intatta del passato; ma è un indizio, una traccia del passato che deve essere interpretata nel presente per dare significato al presente stesso“.
Dal 2005, quando fu istituita per volere dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il 27 gennaio viene così dedicato alla memoria collettiva: l’orrore che durò per troppo tempo, viene riassunto in un unico giorno, che non indica l’inizio delle atrocità, ma la loro fine. Il 27 gennaio 1945, infatti, le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, iniziando a mettere un punto alle persecuzioni. La data, riconosciuta e condivisa a livello internazionale, in Italia è stabilita da una vera e propria legge, quella del 20 luglio 2000 n. 211 (art. 1 e 2):
«La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
In occasione del “Giorno della Memoria” di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.»
Da quel momento in poi, istituzioni e associazioni propongono ogni anno pensieri ed eventi che aiutino a perseguire quell’unico scopo: Non dimenticare.
Il messaggio del Presidente del Consiglio Regionale Filippo Mancuso
«È fondamentale ricordare il sacrificio di milioni di vittime innocenti della Shoah e dell’Olocausto, affinché gli orrori del secolo scorso non accadano più. Occorre tenere alta l’attenzione e sostenere la consapevolezza critica, soprattutto delle nuove generazioni, perché la notte della ragione genera mostri».
È quanto afferma il presidente del Consiglio regionale della Calabria Filippo Mancuso, nella ricorrenza della Giornata della Memoria che, aggiunge, «deve essere un’occasione di approfondita riflessione sull’immane tragedia del nostro passato, per sconfiggere ogni indifferenza, educare i giovani alla libertà e per contrastare, come dice la senatrice a vita Liliana Segre, il pericolo dell’oblio».
Il messaggio della Vice Presidente della Giunta regionale Giusy Princi
“In occasione dell’importante appuntamento annuale con la Memoria, un appello particolare lo rivolgo alle Scuole, certa della rilevanza che daranno all’educazione su temi cruciali nella formazione degli studenti, come la memoria storica della vergogna dell’Olocausto, la difesa della libertà ed il rispetto della vita.” Lo scrive il Vicepresidente della Giunta regionale della Calabria, Giusi Princi, che detiene anche la delega all’Istruzione. “Non si tratta di una ricorrenza come le altre: la lettura, l’approfondimento e l’analisi dei percorsi didattici che possono essere realizzati in questa occasione sul drammatico sterminio degli ebrei hanno un impatto sociale fortissimo, sono finestre sul mondo che ci permettono di capire il passato e di evitare che gli errori si ripetano nel futuro. Nel corso di questi mesi difficili, nostro malgrado, abbiamo tutti acquisito piena consapevolezza di quanto sia delicato l’equilibrio della pace; la guerra in Ucraina è un esempio di come la mancanza di comprensione e di dialogo possa portare a conflitti e sofferenze evitabili, forse addirittura inutili. È importante che la Scuola si impegni a trasmettere una memoria storica critica, che permetta agli studenti di comprendere gli eventi trascorsi e di riflettere su come occorra indirizzare le scelte politiche e sociali. La scuola deve diventare un luogo di formazione e di educazione per la pace, dove gli studenti possono imparare a rispettare le diversità culturali e a promuovere il dialogo e la concertazione. In questa giornata particolare, vorrei esortare ogni docente a dedicare un momento di riflessione e di approfondimento sulla storia della guerra in Ucraina e sull’importanza di fare tesoro degli insegnamenti del passato. La scuola ha un ruolo fondamentale nella sensibilizzazione e nella formazione dei giovani, e siamo certi che Voi tutti – scrive il Vicepresidente rivolgendo il suo messaggio alla società civile, agli educatori e non ultimo ai giovani – saprete approfittare di questa occasione per scuotere le coscienze e promuovere la cooperazione, il rispetto, la tolleranza, la difesa della libertà e della democrazia, senza mai dare nulla per scontato.
Questo messaggio vorrei fosse letto anche come un appello accorato ad ogni calabrese – scrive in conclusione il Vicepresidente Giusi Princi – Facciamo tesoro di cose è accaduto in passato, perché oggi come non mai, si avverte il grave pericolo di una società civile incapace di ascoltare e di indignarsi sui tanti episodi di intolleranza e discriminazione. Occorre tenere vivo il ricordo di ciò che è avvenuto nella prima metà del secolo scorso, per mantenere la capacità e l’umanità di guardare sempre all’altro con interesse e senso di inclusione.”
I Carabinieri del NAS di Reggio Calabria, nell’ambito di specifica Campagna di controlli di aderenza presso Canili e Gattili pubblici e privati, hanno eseguito verifiche, al fine di accertare la corretta conduzione delle strutture ed in particolare lo stato di benessere degli animali. Sono state ispezionate nr. 11 strutture ricettive delle quali nr 3 sono state sottoposte in sequestro amministrativo per la mancanza dei requisiti igienico / sanitari e strutturali. Contestualmente è stata vincolata la movimentazione di circa 200 cani, risultati alcuni senza il previsto microchip e senza la prevista registrazione all’anagrafe canina. Elevate sanzioni per complessivi 3 mila euro. Durante il corso dell’attività è stata riscontrata e segnalata la grave carenza di idonee strutture pubbliche nel territorio reggino. In particolare è emersa la totale mancanza di “canili sanitari” attraverso i quali il “il cane randagio” può essere sottoposto alle cure veterinarie, sterilizzato e successivamente immesso nella struttura ricettiva.
“Sebbene ciascuno per le proprie prerogative legislative e le relative responsabilità, l’obiettivo prioritario, dei Garanti e del Consiglio regionale, è dare corpo e sostanza ai diritti fondamentali dei cittadini. Solo agendo insieme si potrà rendere la Calabria una regione normale”.
Questo il messaggio del presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, che ha incontrato a Palazzo Campanella il Garante dei diritti delle persone detenute Luca Muglia, il Garante per l’infanzia e l’adolescenza Antonio Marziale e il Garante della salute Anna Maria Stanganelli.
Mancuso ha sottolineato come ci si attenda che il Garante dei diritti delle persone detenute contribuisca a salvaguardare i diritti, promuovendone e assicurandone il rispetto, delle persone private della libertà personale, favorendone il recupero e il reinserimento nella società. Dopo la relazione rassegnata nel 2020 dal Garante pro tempore, il Consiglio regionale sarebbe in attesa di un report che analizzi le osservazioni di tutti i soggetti che operano nelle carceri e le criticità che si riscontrano nei dodici istituti di pena della Calabria, dal sovraffollamento alle carenze negli organici della polizia penitenziaria.
In riferimento ai minori, invece, Mancuso ha sottolineato come questi vadano messi al centro delle politiche sociali, dello Stato e della Regione, con attenzione particolare alla salvaguardia della loro dignità e libertà.
Dal Garante per il diritto alla salute, invece, massima allerta in riferimento ai vistosi deficit del Servizio sanitario regionale, provocati da decenni di disattenzioni, dice il Presidente Mancuso. L’obiettivo: riuscire a migliorare l’offerta assistenziale sul territorio, ad assicurare la razionalizzazione della spesa e l’ottimizzazione delle risorse.
Il presidente Mancuso e i tre Garanti, infine, hanno convenuto sulla positività dell’azione messa finora in campo, assicurando che i risultati saranno oggetto di puntuali ricognizioni da sottoporre, annualmente, all’attenzione dell’opinione pubblica.
Grazie alla collaborazione tra Banca d’Italia, forze dell’ordine e autorità ungheresi, cipriote, francesi, danesi e britanniche, con il coordinamento di Eurojust (unità di cooperazione giudiziaria dell’Unione europea), i Carabinieri del Ros e dagli uomini del Comando provinciale di Vibo Valentia, hanno tratto in arresto, alle prime luci dell’alba, 8 persone, secondo quanto disposto dal Gip distrettuale di Catanzaro, su richiesta della DDA diretta da Nicola Gratteri.
Tutti i soggetti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di diversi reati (alcuni dei quali con aggravante mafiosa) tra cui: riciclaggio internazionale, trasferimento fraudolento di valori, truffa internazionale.
Tra i soggetti immediatamente condotti in carcere, c’è anche un avvocato ungherese, destinatario di un mandato d’arresto europeo, che sarebbe risultato intestatario del 50% delle quote di una serie di società di diritto italiano, ungherese e cipriota.
Le società sono state prontamente sottoposte a sequestro, in quanto risultate fittiziamente intestate a terzi soggetti e costituite da una delle persone arrestate, allo scopo di agevolare le attività di riciclaggio. Il tutto, per favorire una cosca di ‘ndrangheta che ha la sua base operativa a Sant’Onofrio, in provincia di Vibo Valentia.
Oltre ai mandati di arresto, è stato eseguito, inoltre, un sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un valore di tre milioni di euro. Si tratta, in particolare, di: cinque società immobiliari, quattro delle quali con sede a Budapest ed una a Milano; due immobili a Pizzo Calabro; uno yacht intestato ad una società ungherese quattro veicoli immatricolati in Italia, oltre ad una serie di rapporti finanziari e conti correnti italiani e ungheresi.
L’operazione rappresenta la prosecuzione dell’indagine “Rinascita Scott” condotta nel dicembre 2019 dal Ros, che portò all’arresto di 334 persone.
Spettacoli dal vivo: dal Governo un finanziamento di 500mila euro per Reggio Calabria
E’ di quasi 500 mila euro il contributo che il Ministero della Cultura ha riconosciuto al Comune di Reggio Calabria per favorire le attività di spettacolo dal vivo. Si tratta della seconda edizione del contributo governativo di questo tipo nei confronti del Comune di Reggio Calabria: già lo scorso anno, infatti, Palazzo San Giorgio aveva beneficiato di somme superiori per il 2022 con il Ministro Dario Franceschini. La finanziaria di quest’anno ha confermato l’intervento, seppure dimezzando l’importo.
Soddisfatta l’assessore alle Politiche culturali Irene Calabrò, secondo cui quest’ultimo contribuirà a ridare ossigeno alle realtà di settore, provate dalle difficoltà affrontante in pandemia. Lo scorso anno sono stati diversi gli spettacoli, in particolare nelle aree periferiche, che hanno animato il territorio, sia nel periodo estivo che in quello natalizio. La conferma del finanziamento consentirà di ripetere quest’anno, seppure in forma più ridotta, le attività già previste nel 2022.
I beneficiari saranno individuati tra gli organismi finanziati nell’ambito del Fus, ovvero tra gli organismi professionali operanti nel settore dello spettacolo dal vivo da almeno tre anni. Nell’assegnazione delle risorse, si terrà conto delle caratteristiche del progetto sulla base del radicamento dell’iniziativa sul territorio. Inoltre, si valuterà la qualità artistica del progetto da realizzare, il costo complessivo e il perseguimento della finalità di inclusione e coesione sociale nelle aree prescelte. Non mancheranno, quindi, i criteri di “sostenibilità del progetto”, dove ricopriranno un ruolo determinate le possibili ricadute socio economiche sull’area interessata, anche in termini di connessione con il patrimonio culturale.
Gambarie, arriva la neve ma manca la seggiovia. Latella: “Che fine ha fatto il finanziamento?”
Fiocca la prima neve, e l’entusiasmo dei reggini è alle stelle per le comunicazioni che arrivano dal comune di Santo Stefano in Aspromonte, dove il sindaco dott. Francesco Malara annuncia l’apertura, seppur parziale, degli impianti. Disponibile infatti solo la pista azzurra, essendo la quantità di neve ancora troppo esigua per consentire l’apertura delle piste Telese e Nino Martino.
Qualche difficoltà tuttavia persiste negli spostamenti, con gli sciatori che dovranno usufruire delle apposite navette in partenza dalla piazza Mangeruca, non essendo ancora disponibile l’intera tratta della seggiovia. In merito si interroga il consigliere metropolitano delegato allo sport Latella, che interroga i vertici della Cittadella sull’annunciato intervento di ripristino dell’impianto di risalita dopo l’incendio che lo ha distrutto nell’autunno del 2020.
A distanza di oltre due anni, infatti, dice Latella, non è ancora registrato da parte della Regione (Ente che a suo tempo ha finanziato la costruzione degli impianti di risalita di Gambarie), un impegno concreto per la riparazione o la ricostruzione della seggiovia. Non sono stati annunciati procedimenti in itinere né per quanto riguarda la progettazione né la ricostruzione dell’impianto, se non un invito a individuare i fondi necessari per l’opera, quantificati nel 2021 in 3,6 milioni di euro.
Una grave mancanza che si ripercuote direttamente sul settore turistico, di cui Gambarie è uno dei principali attrattori, non soltanto nei mesi invernali.
Processo ‘Ndrangheta Stragista, Bruzzese: “Fermo del ’76 a Roma preliminare al rapimento del presidente Moro”
Durante l’ultima seduta del processo ‘Ndrangheta Stragista, contro Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone, condannati in primo grado all’ergastolo per l’omicidio dei carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo ha prodotto in aula una lettera del collaboratore di giustizia Girolamo Biagio Bruzzese, in cui scrive: “Mio padre e Teodoro Crea mi dissero che la ‘Ndrangheta aveva le sue responsabilità nel rapimento del presidente Moro. Il fermo avvenuto nel 1976/1977 a Roma, presso il ristorante Il Fungo dell’Eur, dei soggetti Giuseppe Piromalli, Paolo De Stefano, Pasquale Condello, Mammoliti Saverio e l’esponente della banda della Magliana, era un preliminare atto al rapimento Moro“.
Bruzzese ha inoltre parlato di un traffico di armi che sarebbe stato gestito da un congiunto di Filippone, e di un grosso quantitativo esplosivo, precisamente tritolo, che sarebbe stato in possesso delle cosche Mancuso e Piromalli. Il procuratore aggiunto Lombardo ha chiesto che la lettera venga acquisita dalla Corte d’assise d’appello. Nei prossimi giorni, le difese di Graviano e Filippone valuteranno se prestare il consenso. Subito dopo la Corte deciderà se risentire in aula il pentito Bruzzese.
Università di Medicina a Cosenza: è guerra aperta tra Occhiuto e Catanzaro
Continua la diatriba sull’istituzione di una nuova facoltà di Medicina a Cosenza. Unica certezza, gli intoppi che il governatore della regione Calabria Roberto Occhiuto è chiamato ad affrontare a riguardo. Il primo, di natura burocratica, ha riguardato la presunta necessità di un Dpcm, poi smentito dal Sottosegretario di Stato Wanda Ferro, in quanto relativo a vecchie disposizioni dell’allora ministro Speranza. Necessarie solo una sigla e una ratifica per la creazione dell’azienda Dulbecco, da fare in tempi immediati.
Buone notizie per Occhiuto, dunque, che si trova tuttavia a fronteggiare anche l’Università della Magna Grecia e in particolare il Comune di Catanzaro che ha deciso di ricorrere al Tar e ha indetto un Consiglio Comunale aperto: al centro degli interventi, oltre alla fusione delle due aziende catanzaresi Mater Domini e Pugliese Ciaccio, l’istituzione del corso di laurea in Medicina. Sull’argomento si è espresso il rettore dell’Università Magna Graecia Giovambattista De Sarro, spostando il discorso sul piano dei numeri e delle risorse: l’università di medicina di Catanzaro ha 300 studenti e per loro – ha sottolineato il rettore – servono 120 docenti di area medica. Inopportuno dunque partire così in fretta, con carenza di personale, secondo De Sarro, che annuncia alcuni ricorsi pronti da parte dell’Università.
Occhiuto risponde annunciando la fusione a breve del Mater Domini e Pugliese Ciaccio in un unico Policlinico Universitario da 850 posti che renderà ancora più importante la Facoltà di Medicina di Catanzaro. Il presidente ribatte sulla necessità di avere più disponibilità di medici all’interno della regione, potendo parlare di una sanità in macerie.
Ma nulla di tutto ciò basta a convincere il comune di Catanzaro, dove nove consiglieri hanno notificato un esposto al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri dell’Università e Ricerca e della Salute nonché al Prefetto di Catanzaro in merito all’attivazione di un’altra facoltà di medicina all’Unical e alla mancata attivazione dell’azienda Dulbecco di Catanzaro, chiedendo di arrestare “il tentativo dell’Unical di istituire un nuovo ed inutile corso di Medicina e Chirurgia che indebolirebbe la già strutturata e consolidata facoltà di Medicina dell’UMG e la cui istituzione sarebbe completamente illogica ed immotivata ponendosi in violazione della logica di sistema e complementarità che sussiste e deve sussistere tra le Università della stessa regione”.
Visita speciale dell’allenatore della Reggina Calcio, Filippo Inzaghi, al Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi Melacrino Morelli” di Reggio Calabria. Nella giornata di ieri, infatti, Inzaghi si è recato al presidio “Morelli” di Viale Europa per donare il sangue. Accolto dal Direttore dell’UOC Servizio Immunotrasfusionale, Dr. Alfonso Trimarchi, il campione del mondo ha compiuto un gesto di grande altruismo dimostrando sincero affetto per la città. L’auspicio è che tale gesto venga preso ad esempio da tutti i cittadini e questi si rechino numerosi a donare il sangue. Donare il sangue è un piccolo gesto che produce grandi effetti: può salvare delle vite e rendere migliore quelle di molti.
La visita di Filippo Inzaghi al G.O.M. di Reggio Calabria è stata anche raccontata dalla compagna Angela Robusti con una story sul suo profilo Instagram.
“Ringraziamo Pippo Inzaghi per aver deciso di effettuare una donazione di sangue, per la prima volta, proprio al Centro Trasfusionale del G.O.M. di Reggio Calabria – commenta il Dr. Alfonso Trimarchi -. La presenza del mister ci ha inorgoglito e ci da speranza affinché il suo gesto possa essere di esempio per tutta la cittadinanza. La carenza di sangue per i pazienti che hanno necessità di terapia trasfusionale è un’emergenza quotidiana e la donazione di sangue, che è un atto volontario, indolore, sicuro e semplice da eseguire, come ha fatto il nostro mister Inzaghi, è requisito indispensabile per garantire a tutti i pazienti prestazioni sanitarie di livello.
Pertanto – conclude il dr. Trimarchi – invitiamo tutti i cittadini a non abbassare la guardia e a recarsi presso il presidio ospedaliero “Morelli” nonché presso i punti di raccolta sangue presenti sul territorio cittadino e metropolitano, dove sono presenti le Associazioni di settore ADSPEM FIDAS e AVIS, che potranno fornire tutte le informazioni necessarie”.
Il Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria è un punto di riferimento nazionale per la cura di numerose patologie per le quali necessitano grandi quantità di emocomponenti: sangue, plasma e piastrine.
In particolare i fabbisogni di sangue sono in costante aumento perché molteplici sono le categorie di pazienti che hanno continue necessità.
Di seguito pertanto si riportano i contatti dei punti di raccolta sangue.
U.O.C. Servizio Trasfusionale, Presidio Morelli: 0965-393820
ADSPEM FIDAS: 0965-393822 / 349-5068345
AVIS Comunale: 0965-813250
AVIS Provinciale: 0965-1659641